il confronto
Regionali Fvg, al primo dibattito tra i 4 candidati a Gorizia l'assente è GO!2025

Il primo dibattito tra candidati alla presidenza, assente dalle risposte ogni riferimento alla Capitale della cultura 2025.
È partito da Gorizia il primo dibattito pubblico con tutti e quattro i candidati alla guida del Friuli Venezia Giulia, oggi al Teatro Verdi dalle 18. L’evento, organizzato insieme da Messaggero Veneto e Il Piccolo, ha visto la platea gremita di pubblico - chiuse invece le gallerie - per assistere al serrato domanda e risposta su numerosi temi proposti. In nessun caso, va evidenziato, i quattro esponenti hanno citato l’appuntamento della Capitale europea della cultura 2025. Anche quando è venuto fuori il quesito sulla cultura.
In ogni caso, la scelta di Gorizia è stata fatta come “terreno neutro” dai due quotidiani, come ha spiegato il direttore del giornale udinese Paolo Mosanghini. Insieme all’omologa triestina, Roberta Giani, sono stati quindi proposti diversi spunti per capire la visione attuale e soprattutto futura della regione. Uno scambio di battute per gran parte corretto, salvo qualche scaramuccia tra Massimiliano Fedriga e qualche persona tra il pubblico in pochi momenti, spaziando dall’economia all’ambiente, passando per scuola e immigrazione.
Davanti al pubblico c’erano quindi il presidente uscente del centrodestra e i tre sfidanti: Massimo Moretuzzo del centrosinistra, Alessandro Maran per il Terzo polo e Giorgia Tripoli, avvocato difensore delle istanze no vax e no green pass che corre con Insieme liberi. Nel pubblico, molti esponenti politici, candidati e simpatizzanti dei diversi schieramenti, oltre che gran parte degli amministratori locali del Goriziano e del resto della regione. Pronti via, la prima domanda parte dall’economia, con Tripoli che ha puntato il dito verso l’assenza di meritocrazia.
La ricetta di Maran è invece quella di guardare ai giovani e allo sviluppo tecnologico, mentre Fedriga rivendica la crescita regionale del Pil del 2,9%, superiore alla media nazionale. Parità di genere e arginare la fuga di cervelli i punti citati da Moretuzzo. Nel puzzle dello sviluppo, il tema della mobilità ha la sua centralità e i candidati hanno presentato le loro idee: se per l’ex senatore di Grado bisogna rendere la connettività un elemento di forza, il governatore uscente preannuncia la realizzazione in due anni della lunetta di Gorizia.
Per il nome del centrosinistra, “in Friuli Venezia Giulia sembra di vivere ai confini dell’impero, la tratta Venezia-Trieste non ha avuto passi significativi in questi ultimi cinque anni”. No a nuove opere che impattano sull’ambiente, così come risposto da Tripli: “Le infrastrutture ci sono, bisogna togliere i tir dalle strade ma senza ovovie, Tav o trafori”. Il perno del discorso passa quindi al trittico scuola-cultura-sport, con il leader della Lega che ricorda la richiesta fatta al governo di poter avere competenza sull’Ufficio scolastico.
Per Moretuzzo bisogna “immaginare delle scuole diverse, con una visione della società diversa da quella di oggi”. L’avvocato udinese punta il dito verso la condizione per cui “chi ha i soldi porta i figli nelle strutture private, mentre chi non può pagare le carenze della scuola deve chinare il capo”. Per Maran bisogna unire educazione e lavoro: “Serve una cabina di regia tra scuola e imprese”. Spazio poi all’amministrazione locale, su cui Fedriga e Tripoli hanno concordato sul ritorno delle Province. Parere opposto per gli altri due sfidanti.
In ogni caso, il focus è sulla difficoltà a far funzionare la macchina amministrativa, vista la carenza di personale. Il grande tema della sanità è forse quello più difficile da far riassumere in 90 secondi, con Fedriga che rivendica di aver fatto “una politica importante sul personale con l’aumento di 100 milioni del fondo stipendi”. Lo sfidante del centrosinistra rileva che “la pandemia ha colpito duro da noi e la sanità è andata in apnea, siamo quelli che investono meno in prevenzione”. Il volto del Terzo polo guarda invece alle convenzioni con le strutture private.
“La sanità - così Tripli - pesa per due terzi sul bilancio regionale, ma nel 2019 l’Azienda sanitaria di Pordenone ha chiuso il bilancio con +9 milioni, restituiti alla Regione. Basta fare le aziende, non si può puntare al risparmio”. Sull’ambiente, le scintille tra Moretuzzo e Fedriga: il primo ha attaccato l’attuale amministrazione, “da esponenti della maggioranza abbiamo sentito dire che il cambiamento climatico non esiste”, mentre il secondo ha rivendicato “misure mastodontiche come il bonus per gli impianti fotovoltaici”.
C’è poi il “progetto antesignano della Valle dell'Idrogeno, unico transnazionale in Europa, di cui ora tutti ne parlano”. Per Maran, “dobbiamo cercare di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e adattarci”, mentre bisogna ridiscutere con Lubiana la presenza della centrale di Krsko. Tripoli, invece, punta il dito verso il sistema industriale: “Vogliamo parlare di ambiente ma poi bruciamo rifiuti che arrivano dal resto d'Italia e inquiniamo. I cittadini si stanno ammalando”. A chiudere il pomeriggio sono le visioni su immigrazione e futuro.
“Serve che sulla Rotta balcanica - così Maran - l’Europa agisca collettivamente come con l’Ucraina”, rimarcando che la presenza di manodopera straniera servirà sempre di più in futuro. “Noi non siamo il confine orientale dell’Europa - la risposta della candidata di Insieme liberi - ma evidentemente i Paesi più orientali non fanno il loro dovere”. “Non è accettabile non essere in grado di garantire un minimo accoglienza a chi dorme all'addiaccio fuori dalle stazioni” l’attacco di Moretuzzo, mentre Fedriga ribatte: “Trovo razzista il paragone tra le persone regolari e chi non lo è”.
Stoccata al centrosinistra sulla richiesta di chiudere il Cpr di Gradisca: “Li dentro ci sono persone con precedenti penali”. Sul futuro, infine, la visione dei quattro candidati. Tripoli ha rilevato che non serve un bonus alla nascita, bensì seguire le famiglie nel corso degli anni, mentre “dai giovani arriva la richiesta di essere ascoltati” è l’appello di Moretuzzo. “Abbiamo più che triplicato le risorse per la famiglia” la replica di Fedriga, mentre per Maran “i ragazzi se ne vanno perché è normale cercare opportunità nel resto d’Europa. La vera domanda è: perché nessuno viene qui?"
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