Ragazza travolta dal Mlaj a Piedimonte nel 2022, ritirata la querela ai 32 imputati

Ragazza travolta dal Mlaj a Piedimonte nel 2022, ritirata la querela ai 32 imputati

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Ragazza travolta dal Mlaj a Piedimonte nel 2022, ritirata la querela ai 32 imputati

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 13 Giu 2024
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La giovane rimasta ferita e i genitori hanno deciso di ritirare la querela contro i 32 imputati, ci sarà il pagamento di un risarcimento in sede civile.

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Era la sera del 30 aprile 2022 quando a Piedimonte (Podgora), durante le operazioni di allestimento del Mlaj – l’albero che nella tradizione secolare delle comunità slovene locali viene issato ogni primo maggio per celebrare la gioventù – un incidente ferì gravemente l’allora trentenne cormonese Michela Sgubin. Una vicenda tragica le cui conseguenze si ripercuotono ancora oggi, non solo sulla vita della famiglia di Sgubin, ma anche sulla comunità di Piedimonte. Da allora, infatti, il Mlaj non viene più issato nel rione goriziano in onore dei neomaggiorenni, in attesa del regolamento comunale promesso dall’assessore di Gorizia Maurizio Negro proprio per tutelare questa tradizione in una cornice di sicurezza adeguata.

Allo stesso tempo la vicenda sta proseguendo anche nelle aule giudiziarie, al fine di determinare le eventuali responsabilità di chi è rimasto coinvolto nell’incidente. All’udienza predibattimentale di ieri, tenutasi al Tribunale di Gorizia, c’è stata un’importante svolta, almeno per quanto riguarda la parte penale del procedimento. Le parti offese – la giovane rimasta contusa e i genitori – hanno deciso di ritirare la propria querela contro i 32 imputati per lesioni colpose e cooperazione nel delitto colposo (articoli 590 e 113 del Codice penale). La decisione è arrivata grazie a una trattativa tra la famiglia Sgubin e gli accusati, conclusasi con l’accordo per il pagamento di una somma a titolo di acconto sul risarcimento.

Con il ritiro della querela il procedimento penale si è estinto, ma rimane in piedi la questione civilistica per il risarcimento. Convenute nel processo civile saranno sempre le stesse persone che avevano partecipato all’alzata del palo, individuate dalla polizia giudiziaria durante le prime indagini. «A queste – afferma l’avvocato Marko Jarc, difensore di 15 dei 32 incolpati all’inizio del procedimento – non si può escludere possano aggiungersi altri soggetti che avevano il dovere di controllare». Un ulteriore elemento che, però, potrà essere definito solo quando sarà notificata la citazione.

Grande la soddisfazione, da parte del legale, per l’esito della vicenda sotto il profilo penale: «È stato compreso anche da parte della famiglia che ovviamente non c’era alcuna volontà di nuocere nessuno. Si è trattato di una disgrazia; in primis per Michela, ma anche per tutti gli imputati, nessuno escluso, che hanno vissuto molto male l’intera vicenda, dimostrando sempre grande vicinanza nei confronti della giovane colpita dall’albero».

La caduta accidentale dell’albero aveva provocato a Sgubin delle ferite al torso, alla nuca e al viso, oltre a diverse costole fratturate. La giovane di Cormons era stata ricoverata a lungo in terapia intensiva a Trieste, dopodiché il ricovero e la riabilitazione si sono protratti per diversi mesi.

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