IL RADUNO
Il Raduno nazionale delle fanfare alpini lancia da Gorizia un messaggio di pace

Stamattina, dopo gli onori ai caduti, la sfilata nelle vie del centro e la cerimonia in piazza Vittoria. Conferito un riconoscimento al maestro della Julia Pino Costa.
Emozione e festa sono le parole che meglio possono descrivere il 9° raduno nazionale delle fanfare delle brigate alpine congedati ospitato da ieri pomeriggio nel centro di Gorizia. Dopo le apprezzate esibizioni di sabato culminate nel concerto serale all'Auditorium della cultura friulana, questa mattina la giornata è cominciata al Parco della Rimembranza con gli onori al labaro nazionale. Gli onori al gonfalone della città ospite e l'alzabandiera hanno preceduto gli onori ai caduti e la deposizione della corona ai monumenti.
Alle 10.45 la partenza della sfilata lungo Corso Italia, Corso Verdi, via Oberdan per raggiungere piazza Vittoria, lentamente riempitasi di pubblico, con il lato della piazza prospiciente la Prefettura interamente assegnato ai sindaci e ai rappresentanti dei comuni dell'Isontino in cui è presente una sezione Ana.
Le note in lontananza hanno annunciato l'arrivo e accompagnato l'immediato schieramento delle singole fanfare: per prima la Julia, diretta per l'ultima volta dal maestro Pino Costa che, proprio ieri sera, al termine del concerto, ha effettuato il “passaggio della stecca” lasciando il testimone ad Antonello Zilli.
A seguire, hanno sfilato nell'ordine le fanfare Julia, Orobica, Cadore, Taurinense e Tridentina che ha eseguito l'inno degli alpini, corpo fondato 152 anni fa mentre, lo scorso anno, si è celebrato il centenario di fondazione della sezione alpina di Gorizia. Ed è stato in quell'occasione che i vertici nazionali dell'Ana hanno deciso di portare nel capoluogo isontino il raduno delle fanfare, per omaggiare con qualche mese di anticipo la Capitale europea della Cultura: cultura che, secondo il presidente della sezione goriziana Paolo Verdoliva, ben si esplica con la musicalità delle fanfare.
«Gorizia è una città alpina – ha affermato con emozione la vicesindaco Chiara Gatta – e qui possiamo riflettere su quella “frontiera” di cui si parla nell'inno degli alpini. Il confine non è più simbolo di contrapposizioni, le culture possono integrarsi e da qui può partire un messaggio di pace. Gorizia è con voi, memore della comune storia fra gli alpini e la città».
Emozione e ricordi si sono legati nelle parole della senatrice Francesca Tubetti: «Questa occasione mi riporta alla mente il percorso di crescita insieme agli alpini che ha significato maturare con dei capisaldi della società come appunto sono i membri di questo corpo. E il nostro territorio non dimentica quanto hanno fatto per l'italianità di queste zone».
Il presidente nazionale dell'Ana Sebastiano Favero ha ricordato i valori delle penne nere: «Qui oggi ci sono idealmente tutti i nostri alpini e vogliamo testimoniare chi siamo. Gli alpini sono uomini per cui non esiste l'impossibile e ora dobbiamo guardare al futuro mantenendo la capacità di stare insieme, di condividere i nostri principi con sana allegria per costruire il domani e, soprattutto, per costruire la pace».
A seguire si è svolto un momento inatteso e particolarmente emozionante con il pubblico ringraziamento e un omaggio da parte del Comune e della sezione Ana di Gorizia al maestro Pino Costa. Il riconoscimento è giunto non solo per la lunga e impeccabile carriera del maresciallo ma anche perchè ha continuato a dirigere non appena si è ripreso dal malore che gli era occorso alcuni anni fa a seguito di un'esibizione. Provvidenziale, in quell'occasione, il soccorso immediato prestatogli da altri due alpini che, chiamati ad affiancarlo, si sono stretti a lui in un lungo e commosso abbraccio al centro di piazza Vittoria mentre la Julia in sottofondo intonava “Stelutis alpinis”.
A chiudere la mattinata, lo scenografico carosello della fanfara Tridentina, l'esecuzione dell'inno di Mameli e l'arrivederci al prossimo anno in una località che non è stata ancora selezionata.
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