Raccontare avventure attraverso i Manga, l'intervista a Shiru Midoriiro

Raccontare avventure attraverso i Manga, l'intervista a Shiru Midoriiro

Dal Max Fabiani di Gorizia

Raccontare avventure attraverso i Manga, l'intervista a Shiru Midoriiro

Di Giulia Carpino • Pubblicato il 23 Ago 2021
Copertina per Raccontare avventure attraverso i Manga, l'intervista a Shiru Midoriiro

Giulia Carpino intervista una giovane ragazza italiana di 17 anni che ha pubblicato recentemente il suo ultimo manga, Ace of Hearts.

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Recentemente su Shockdom, il sito dell’omonima casa editrice di fumetti, è apparso un manga del tutto nuovo, “Ace of Hearts”, scritto da un giovane talento. Lei è Shiru Midoriiro, una ragazza italiana di 17 anni ricca di passione e determinazione. Oggi andremo a conoscerla, a scoprire qualche curiosità sulla sua opera e “il suo asso nella manica”!

Ciao Shiru, innanzitutto grazie per la tua disponibilità, è davvero un piacere conoscerti. Leggendo il tuo manga, ma anche solo sfogliandolo, non si può fare a meno di rimanere colpiti dai tuoi disegni e dal tuo stile originale. Il disegno è stato da sempre la tua passione?

Disegno da quando ho memoria, ma all’inizio non sapevo bene “cosa fosse”. So solo che mi faceva stare bene e continua a farmi sentire così, quindi deduco che è diventata una grande passione proprio con il tempo! Come del resto qualsiasi cosa che provo a fare!

Vero, le passioni se coltivate nel tempo portano a grandi cose e anche il mettersi in gioco. Com’è nata l’idea di “Ace of Hearts”?

Per puro caso. Avevo 14 anni e stavo camminando per andare a scuola. Ho notato una signora che si prendeva cura di dei gattini randagi e mi venne in mente Bastet. Credo perché in quel periodo stessimo studiando le divinità e il culto degli egizi, lì a scuola, e il tutto mi ha parecchio ispirata. Lian esisteva già ma era totalmente diverso da adesso, l’unica cosa che ho fatto è stata quella di combinare la valanga di idee che avevo avuto, a questo personaggio. Il resto l’ho mescolato con le vicende che mi hanno raccontato le mie due nonne, che sono entrambe cresciute in due collegi. Inoltre, sempre in quel tragitto per raggiungere la scuola, si trova proprio il collegio di mia nonna, dunque ci passo letteralmente tutti i giorni!

È davvero interessante ciò da cui hai preso ispirazione! Da quanto lavori a questo progetto?

Il primo capitolo l’ho iniziato e finito a 15 anni, infatti quella parte di storia racchiude quel preciso arco artistico e formativo che mi appartiene. A 16 anni era già pronto il primo volume, che è stato recentemente riedito dalla Shockdom, dunque l’elaborazione dell’intera storia mi ha preso circa un anno (e si riempie di idee continue), stesso tempo per il secondo volume, contando ovviamente la scuola e tutto!

Hai raggiunto davvero un grande obiettivo, ma immagino che ne hai ancora molti e ti auguro che riuscirai a raggiungerli. Dimmi, per curiosità, come funziona il “retroscena” per la creazione di un manga?

Credo che sia piuttosto soggettivo, ogni mangaka/artista ha un modo di organizzarsi diverso, anche si di base qualcosa di simile lo facciamo un po’ tutti, come ad esempio la sceneggiatura: c’è chi fa un name molto dettagliato o chi indica ogni singola scena che si andrà a disegnare dopo. Io personalmente appunto la sceneggiatura come se stessi scrivendo un libro e poi realizzo il name* molto scarabocchiato…sono una persona che si emoziona quando “sente” una scena che immagina e solitamente parto a sketchare la preparazione come un razzo! Spesso ascolto musica e mi è di enorme aiuto perché mi tiene tanta compagni, specialmente nelle scene di combattimento o di azione, metto qualcosa di davvero acido o di molto particolare, soprattutto in giapponese. Però ci sono giorni in cui ho bisogno del silenzio più totale! Inoltre non si è mai a riposo. A volte mi vengono idee di notte e mi alzo, assonnata, pur di appuntarle.

Deve essere veramente molto impegnativo e anche per questo si vede quanto ci tieni. Dunque, cosa significa per te “Ace of Hearts”?

Significa proprio quello che è, un asso di cuori…credo che tutti ne abbiamo bisogno, no? Quell’asso nella manica che ti aiuta nel momento del bisogno…è come una forza nascosta che esce solo all’ultimo! Ad ogni modo, per me è tutto. Sono la “mamma” della storia, mi sento come quella che ha creato un mondo ma che l’ha lasciato evolvere da solo, perché è come se avesse vita propria. È davvero un bel mondo, nonostante i suoi pregi e i suoi difetti.

Le parole che hai usato per descrivere le tue emozioni sono veramente toccanti e fanno emergere la tua passione. Comunque ho notato che stai anche realizzando delle animazioni, hai qualche progetto per il futuro?

Grazie, davvero! Dovrebbe uscire il primo episodio, come preannunciato!

Non vedo l’ora!! Un’altra curiosità, hai un personaggio che ti sta più a cuore? E perché?

Tutti, davvero…li adoro per ciò che sono, anche chi magari ha fatto qualcosa di veramente sbagliato. Però mi sono affezionata tantissimo al signor Kimmer, penso per quello che riguarda la sua storia e la sua psicologia (che mi ha preso del tempo per completare del tutto, è stato molto interessante e difficile da creare) e Jin, che credo sia il mio personaggio preferito tra quelli che conosco fino ad ora. Non ho idea del perché mi piaccia così tanto, forse perché crea parecchi scompigli e come a me, a lui non piace la noia!

Vorresti per caso mandare un messaggio ai lettori e a chi vorrebbe intraprendere questa strada?

Semplicemente: seguite il vostro sogno, se è ciò che volete davvero. È ciò di cui avrete bisogno!

Hai ragione, grazie Shiru per averci donato un po’ del tuo tempo e per le tue parole, che spero possano spronare altri giovani a seguire i propri sogni senza mai mollare. Grazie anche di averci fatto conoscere te stessa tramite la tua opera e ti auguro di continuare sempre con questo spirito. Congratulazioni e in bocca al lupo per tutto!

*il name o namenote è una bozza o “brutta copia” di tutte le pagine del manga (o del capitolo, se si tratta di uno story-manga

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