La situazione
La raccolta firme a Begliano raggiunge quota 450, cittadini di nuovo in piazza domenica 6 aprile

Mentre il gruppo di cittadini chiede di non essere associati «ad alcun gruppo politico», a protestare arriva il Patto per il Nord. Piccola querelle tra contrari e consigliere Bullian.
Hanno ribadito fermamente di non voler essere associati ad alcun movimento politico, i promotori della raccolta firme organizzata a Begliano nuovamente domenica 30 marzo. Invece, ancora una volta, è stata la politica ad arrivare da loro. Quasi cinquecento le firme raccolte nella seconda tornata di banchetto che si estenderà anche a domenica 6 aprile sempre dalle 10 alle 12. «Poi basta – confermano gli organizzatori – e invieremo quanto raccolto all’amministrazione e a chi di competenza».
La richiesta è chiara, ovvero un «incontro con l’amministrazione perché fin da subito sono mancate le risposte da parte delle istituzioni». Sono i cittadini a lamentare la «mancanza di servizi all’interno del paese: manca un alimentari, una farmacia, un panificio. Rimangono un bar, due tabacchini e altri servizi tra estetiste e parrucchiere». Il problema è anche «la mancanza di un progetto educativo chiaro che all’incontro pubblico non è stato fornito e nessuna risposta è arrivata nemmeno il giorno dell’incontro. Siamo sicuri che l’ubicazione della struttura sia completamente sbagliata».
Come detto, chiara è stata la richiesta di «non essere associati ad alcun movimento politico» mentre in risposta è arrivata la consigliere comunale Giorgia Deiuri che ha proposta «un’iniziativa per misurare il sentiment dei partecipanti e, soprattutto, per dare voce a chi finora non si è sentito realmente ascoltato. Ho chiesto ai cittadini presenti di scrivere, in forma anonima, il proprio stato d’animo e le percezioni legate alla vicenda che ci coinvolge. Le parole emerse dai foglietti parlano da sole: “smarrimento”, “paura”, “incertezza”, “mancanza di dialogo”, “solitudine”. Un filo rosso le unisce tutte: l’assenza di comunicazione ed empatia da parte dell’amministrazione», così Deiuri.
La consigliera rimarca la propria richiesta di «un confronto pubblico, reale, trasparente e aperto. Solo così i cittadini potranno ottenere le risposte che meritano e tornare a sentirsi parte attiva del futuro del proprio territorio».
Si è presentato con un presidio anche il Patto per il Nord per il quale ha parlato Massimo Asquini secondo cui «è un problema non solo dei nostri due paesi, Turriaco e Begliano, ma di tutta la regione. La situazione è fuggita di mano perché è stata la giunta regionale a concedere gli oltre due milioni per il centro di Turriaco. Se veramente l’amministrazione regionale è contraria come va dicendo allora dovrebbe spiegare perché il 31 gennaio ha aumentato i fondi per questi centri».
Tornando ai cittadini, gli stessi hanno chiesto la presenza del consigliere regionale Enrico Bullian che, presentatosi, ha avuto una decisa discussione con i presenti. «Il sistema più razionale per gestire i minori stranieri non accompagnati è quello di una capillare rete di strutture appartamento con educatori, un tetto sopra la testa e percorsi di autonomia con sorveglianza notturna. Una struttura ben gestita – così Bullian – non produrrà effetti negativi così pesanti per il territorio. Il resto è propaganda».
Sul piano regionale, invece, il consigliere regionale Antonio Calligaris ha ribadito come venerdì 28 marzo la Giunta regionale abbia «approvato il provvedimento che prevede nuovi e più stringenti parametri per l'apertura di nuove strutture sul territorio per i minori stranieri non accompagnati. Queste misure si applicheranno anche per i casi di Begliano e Turriaco».
Il capogruppo Lega in Consiglio prosegue: «Per l'autorizzazione ad aprire una struttura viene introdotto il parere vincolante della Regione, e non solo esclusivamente del Comune. In particolare, il criterio legato all'incidenza sulla popolazione viene previsto al fine di salvaguardare le comunità territoriali più piccole dove, a fronte di pochi residenti, vi era la possibilità di aprire una struttura anche con decine di posti. Situazioni di questo tipo vanno evitate proprio per evitare impatti critici e negativi sui territori che mettono a rischio la sicurezza», conclude.
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