La quotidianità diventa commedia in friulano, Gigi la legge a Nova Gorica

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La quotidianità diventa commedia in friulano, Gigi la legge a Nova Gorica

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 04 Ago 2023
Copertina per La quotidianità diventa commedia in friulano, Gigi la legge a Nova Gorica

Ieri sera ospite il film di Alessandro Comodin con il cast in sala, la storia ambientata tra Veneto e Friuli. Questa sera gran finale con David Bowie.

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C’è anche il cinema italiano e friulano tra i protagonisti del Letni kino Silvan Furlan di Nova Gorica. La rassegna cinematografica estiva slovena, organizzata dal Kinoatelje e che si tiene abitualmente nell’omonima piazzetta davanti la biblioteca, si è spostata ieri sera all’interno del Kulturni dom per il maltempo, ospitando la pellicola “Gigi La Legge”. A presentarla, con la curatrice della kermesse Mateja Zorn, c’era anche parte della troupe, tra cui il regista Alessandro Comodin e il suo assistente Giulio Squarci.

Un racconto tra l’onirico e il didascalico, quello firmato dal cineasta di San Vito al Tagliamento, che giunge sul confine italo-sloveno dopo aver toccato i festival di Locarno e Izola, oltre a numerose altre piazze d’Italia. Ad anticipare la sua proiezione, oltre al dialogo con lo steso Comodin e l’attore protagonista, Pier Luigi Mecchia, è stato un corto girato dalla School of Arts di Nova Gorica, con al centro i tormenti di una storia d’amore ormai finita che vanno oltre alle lingue diverse (italiano e sloveno) delle attrici.

Tornando quindi alla pellicola ospite della penultima serata del Silvan Furlan, l’ideatore ne ha tratteggiato i punti essenziali: “Le frontiere non ci sono solo tra i paesi, questo è in qualche modo un film sulle frontiere come lo è il giardino del protagonista. Anche parlando la stessa lingua, non ci si capisce, la frontiera tra ciò che si vede e non si vede è l’unica che rispetto. In questo film tante cose non si vedono, lasciatevi portare dall’immaginazione per completare la storia”. In effetti, sono molti gli angoli di silenzio inseriti.

A rendere ancora più particolare il lavoro è il fatto che nessun attore coinvolto è professionista, come proprio il protagonista: Mecchia è infatti vigile urbano nella storia e nella sua vita reale, oltre che zio di Comodin: "Nel film ci sono i punti fondamentali della mia vita, personale e professionale” ha commentato. Ambientata a San Michele al Tagliamento, tra Veneto e Friuli, la pellicola è impregnata di quotidianità, come la lingua parlata, ossia il friulano. In tutto, però, sono tre gli idiomi inseriti, con l’italiano e il silenzio.

“Gigi è un personaggio di paese - ha rimarcato il regista -, questo è il ritratto di una persona che per il suo lavoro è importante ma fa tutto a modo suo. Al giorno d’oggi questi personaggi, che facevano parte della mia mitologia personale, stanno un po’ scomparendo ma lui resiste in una società che si omologa. Lo fa anche solo per una questione di principio”. Scelto come opera d’apertura alla kermesse di Izola, Comodin ha voluto anche togliersi un sassolino dalla scarpa: “A Gorizia non voluto questo film, l’importante è non imporlo ma portarlo”.

Al centro di quasi due ore di girato c'è quindi la vita abituale di un poliziotto di paese, tra l'ossessione per una tragedia consumatasi lungo la ferrovia apparentemente chiara e i piccoli tic personali di animo ribelle ma sensibile. Una storia senza origine o conclusione, se non quella del detto e non detto e del sentimento che gli occhi e i gesti riescono più di tutto a trasmettere. Dopo questo film, la kermesse si concluderà quindi stasera al Kulturni dom di Nova Gorica con Moonage Daydream, il docufilm di Brett Morgen in lungua originale dedicato a David Bowie. Ingresso libero.

Foto: Tilen Persič

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