la rassegna
Quivivo, ritorna il festival di teatro sul palco di Parco Basaglia: gli eventi a Gorizia

La centralità del Parco Basaglia per la rassegna è una metafora della centralità che lo stesso dovrebbe acquisire rispetto alla città. Domani il prefestival.
Un germoglio con una radice lunga, profondissima, che si estende da tutti i lati, oltre tutti i confini. Questo il logo che campeggia al centro delle locandine di “Quivivo”, il Festival di teatro naturalmente vicino la cui seconda edizione è stata presentata questa mattina in Sala Dora Bassi a Gorizia. Organizzata da Fierascena con il sostegno della Regione, la manifestazione gode dei contributi erogati a sostegno delle iniziative culturali di avvicinamento a Go!2025.
«Il tema del confine suggerito dal bando regionale - spiega Elisa Menon - è stato per noi un assist fondamentale: l’associazione ha sede a Gorizia, luogo che è motore per il lavoro di relazione, di incontro e dialogo che è alla base del nostro lavoro. Qui abbiamo condensato l’esperienza di tanti anni superando l’idea della vulnerabilità e iniziando a produrre progetti importanti relativi al concetto di confine come luogo simbolico, di apertura verso l’altro, capace quindi di stimolare l’incontro. Inoltre il clou degli eventi si terrà sul confine, nel cuore del Parco Basaglia che è il nostro luogo di lavoro da anni, dove abbiamo sviluppato relazioni con chi lo vive, ma che è soprattutto spazio da far crescere e germogliare».
Menon, direttrice artistica del festival, fa precedere la sua introduzione da un saluto di Rita Orlando dello staff di Matera Capitale della Cultura 2019, realtà con cui Quivivo e il Comune di Gorizia si sono confrontati per scambiarsi pensieri sulle criticità ma anche sulla visibilità garantite da questa opportunità, nella consapevolezza – ha commentato l’assessore alla Capitale europea della cultura Patrizia Artico – del lascito di competenze per gli operatori che, una volta concluso l’evento potranno evolvere in nuovi network nazionali e internazionali.
«Già stiamo lavorando in questo senso – ha spiegato Artico – poiché quello della giunta è un lavoro di squadra in cui cerchiamo di coinvolgere le opposizioni, tutte le associazioni di categoria e tante realtà perché la Capitale diventi un elemento di crescita di tutta la città. Un esempio di questo è il Bando Borghi che avrà ripercussioni enormi: penso all’accademia della danza e del teatro che si sta realizzando in via Rastello e che occuperà un intero stabile. Ma Go!2025 significherà anche rigenerazione urbana: Gorizia è già una città molto verde, ma stiamo lavorando per farla diventare centro di osservazione della biodiversità».
Un plauso all’iniziativa è giunto dall’assessore alla Cultura Oreti, che ha sottolineato l’evoluzione della cultura che non è più solo occupazione del tempo libero ma, in questo caso specifico, spazia nell’ambito sociale. Come detto, il tema del confine e della memoria sono alla base del festival che, nella sua prima edizione, è stato realizzato con forze ridotte dando comunque buoni risultati e permettendo il rodaggio necessario a questo più ampio progetto che vede coinvolta la Slovenia anche a livello di partnership. La centralità del Parco Basaglia per il festival è una metafora della centralità che lo stesso dovrebbe acquisire rispetto alla città, trasformandosi nel suo palcoscenico culturale.
«Per ora è lontano, ma noi abbiamo l’idea di sviluppare il potenziale enorme che ha ponendovi attività artistiche e culturali che diano un senso a chi è lì per la sua situazione di fragilità, ma anche per chi viene da fuori. Vogliamo anche contribuire a dargli un orientamento e, a questo scopo, durante il festival inaugureremo il Palco Basaglia, progettato da Fierascena all’interno di un laboratorio di falegnameria partecipata condotto da Marco Terranova nei giorni precedenti la manifestazione» spiega ancora Elisa Menon, fresca di nomina fra i finalisti del premio Italo Calvino per il suo “Guance bianche e rosse. Elsa è salita alle malghe” che sarà presente anche negli appuntamenti in programma.
Tutti gli eventi saranno a partecipazione gratuita ma ci sarà un piccolo prezzo da pagare almeno per due di essi. Si tratterà delle serate del 28 giugno e del 4 luglio, momenti “mobile free” in cui sarà chiesto al pubblico di staccarsi fisicamente dal proprio cellulare per consegnarlo al personale di Fierascena, in modo da vedere garantita una necessaria e consapevole presenza agli eventi. Sarà anche una necessità dato che, nel primo caso, si tratta dello spettacolo di teatro sensoriale “Di sogni e desideri” (Parco Basaglia, ore 19) e di un concerto (a Dolegna del Collio) in cui verranno restituite le musiche realizzate nella masterclass per giovani fisarmonicisti condotta da Paolo Forte.
“Quivivo” comincia tuttavia già domani con un prefestival alle 18 al Trgovski Dom dove verrà proiettato “Confessionale per i contrabbandieri” alla presenza della regista slovena Anja Medved, che ha raccolto le testimonianze della notte in cui è caduto il confine. A seguire verrà proposto “La cenere e il fiore” di Erika Rossi, un documentario sul lavoro con gli anziani nelle case di riposo. Il 22 giugno l’anteprima prosegue nella sede di Agoré (corso Verdi) con un evento speciale, la proposta della realtà virtuale con la performance immersiva “Edipo errante” della compagnia Ailuros riservata a otto spettatori alla volta, per un totale di quattro repliche (prenotazione consigliata).
Dal 27 il festival entrerà nella fase centrale al Parco Basaglia con Aperivivo (dalle 18) cui seguirà l’inaugurazione del Palco e lo spettacolo “Battiti” del gruppo teatrale del Csm da cui proviene anche la rock band “Cielo senza mura” che chiuderà la serata. Sabato 29 alle 10 nella sede di Agorè si terrà l’incontro “Bio – l’artista al naturale” e, contemporaneamente, la colazione a centimetro zero, esperienza di teatro sensoriale riservata a uno spettatore alla volta. Martedì 2 luglio nel cortile dell’azienda agricola Zorutti di Dolegna si terrà il reading teatrale “Guance bianche e rosse – Elda è salita alle malghe” di e con Elisa Menon accompagnata dalla musica elettronica dal vivo di Francesco Ivone e dai brani per fisarmonica composti da Alessandro Ipavec.
Gli stessi protagonisti si ritroveranno, giovedì 3 luglio, per “I ragazzi di Ruttars” che racconta la vicenda del nonno della Menon e sarà recitato nel cortile di quella che era la sua casa, nel cortile della casa di Fabiola, sempre a Dolegna. Venerdì 5 luglio il festival tornerà al Parco Basaglia per l’evento “Si muore un po’ per poter vivere”, festa di chiusura che avrà per protagonista Marta Polli, cognata di Franco Basaglia, che racconterà la sua testimonianza sul potenziale trasformativo dell’arte.
Al termine si assisterà allo smontaggio del palco sotto la guida del suo stesso costruttore e, prima del dj set nostalgico, ci sarà uno spettacolo di Drag Queen a cura di Servi di scena e Collettivo Isteria. Domenica 7 luglio, appendice di “Quivivo” sarà l’ulteriore replica di “Guance bianche e rosse” in programma alle 21 a Turriaco nel piazzale Faidutti.
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