La quinta B del Liceo Duca degli Abruzzi si rincontra 50 anni dopo la maturità

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La quinta B del Liceo Duca degli Abruzzi si rincontra 50 anni dopo la maturità

Di Redazione • Pubblicato il 03 Giu 2025
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Sabato 31 maggio, a Casa Versa di Romans, si è tenuto un incontro speciale, quello dei compagni di classe della Quinta B del Liceo Scientifico "Duca degli Abruzzi", maturati nel lontano 1975. A cinquant’anni esatti da quell’esame che chiudeva gli anni liceali, diciannove dei trenta studenti di allora si sono ritrovati per celebrare non solo un anniversario, ma anche il legame profondo che li unisce da oltre mezzo secolo.

Alcuni non sono potuti intervenire, soprattutto chi vive lontano, ma il desiderio di esserci era forte. Lo dimostra la presenza di una compagna arrivata appositamente da Pinerolo, percorrendo tutta quella strada solo per condividere qualche ora con gli amici di una vita.
Tra sorrisi, abbracci e fotografie, si sono riaccesi gli aneddoti di cinque anni trascorsi tra i banchi del liceo, tra interrogazioni e risate, tra l’entusiasmo e le inquietudini della giovinezza.

Erano gli anni Settanta, un tempo attraversato da forti cambiamenti, contestazioni, voglia di giustizia e di verità. Ma erano anche gli anni in cui bastava una chitarra e un disco per sentirsi liberi. Anni vissuti con leggerezza e intensità, tra libri di matematica e vinili di Battisti, tra versioni di latino e discussioni su Pasolini, tra le assemblee, le manifestazioni e gli innamoramenti acerbi.

Oggi quei ragazzi sono diventati donne e uomini maturi, molti ormai alla fine della propria carriera lavorativa. Professionisti affermati, insegnanti, tecnici, medici, imprenditori. Alcuni sono già nonni, altri si godono il meritato riposo, tutti con lo sguardo rivolto a un passato che non si è mai spento.
Ritrovarsi a cinquant’anni di distanza significa riconoscersi negli occhi dell’altro, anche se i volti sono cambiati. Significa capire che, nonostante tutto, lo spirito di un’epoca è rimasto intatto e la forza di un’amicizia non è stata cancellata dal tempo.
Perché certe storie non finiscono. Si trasformano. E restano. 

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