Quelle storie di Gorizia negli anni Sessanta, piazza gremita per l'esordio a San Rocco

Quelle storie di Gorizia negli anni Sessanta, piazza gremita per l'esordio a San Rocco

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Quelle storie di Gorizia negli anni Sessanta, piazza gremita per l'esordio a San Rocco

Di Redazione • Pubblicato il 10 Lug 2024
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Piazza gremita di gente ieri sera per lo spettacolo di Mauro Fontanini, che ha aperto la rassegna di eventi all'aperto organizzati da Parrocchia e Centro tradizioni.

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Una piazza San Rocco piena di gente ha assistito ieri sera al primo dei tre appuntamenti di "All'ombra del campanile", rassegna organizzata dalla locale parrocchia con il Centro tradizioni del borgo. Il pubblico ha assistito con grande interesse alla pièce "Come eravamo. Il Boom economico degli anni '60. Storie di confine verso GO 2025", firmata da Mauro Fontanini dedicata alle vicende di Gorizia. Un viaggio indietro nel tempo, agli anni del boom economico italiano, un periodo di grande crescita e trasformazione. Il tutto ripercorrendo storie e racconti di goriziani che hanno segnato la storia della città.

Gli anni Sessanta sono stati un decennio di profonda innovazione e cambiamento per l'Italia, segnati da un'economia in rapida espansione, nuove tecnologie, e un cambiamento culturale significativo. Fontanini, con la sua narrazione, ha raccontato le storie di quelle persone che hanno vissuto questo periodo di transizione, quando il confine appariva così ermetico ma al tempo stesso anche così labile. Un'epoca che ha gettato alcuni dei semi che poi hanno portato ai giorni nostri, in una contemporaneità dove la separazione imposta da quelle sbarre, presidiate dalle guardie italiane e jugoslave, ormai non esiste più.

Venerdì 19 luglio alle 20.45 ci sarà il secondo appuntamento con a "L'impossibile diventa possibile... oltre il muro della follia: Franco Basaglia a Gorizia", con la partecipazione di Franco Perazza e Cristina Luciano. Franco Basaglia è noto per la sua rivoluzionaria riforma psichiatrica che ha avuto inizio proprio a Gorizia negli anni Sessanta. Grazie al suo lavoro, le istituzioni psichiatriche furono trasformate da luoghi di reclusione in centri di cura e riabilitazione. La legge del 1978 ha portato alla chiusura dei manicomi in Italia, un cambiamento radicale che ha influenzato il modo in cui la società percepisce e tratta la malattia mentale.

La conversazione con Perazza e Luciano offrirà un'opportunità per esplorare l'eredità dello psichiatra veneziano e l'impatto delle sue idee rivoluzionarie. Lunedì 29 luglio alle 20.45, infine, ecco "Il nome è un rebus: Antonio Lasciac architetto da San Rocco alla corte del Khedivè d'Egitto". Attesa una dissertazione dell'architetto Diego Kuzmin, introdotta da Veronica Polmonari, su uno degli architetti più influenti del suo tempo, noto per il suo lavoro alla corte del Khedivè d'Egitto. Le sue opere, che spaziano dall'Europa all'Africa, riflettono una fusione unica di stili architettonici e culturali. Kuzmin offrirà una panoramica della vita e delle opere di Lasciac, mettendo in luce il suo contributo significativo.cold-smooth-tasty

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