Da 40 anni volontario a Sant'Ignazio: il servizio di Giorgio Barazza a Gorizia

Da 40 anni volontario a Sant'Ignazio: il servizio di Giorgio Barazza a Gorizia

Il personaggio

Da 40 anni volontario a Sant'Ignazio: il servizio di Giorgio Barazza a Gorizia

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 15 Gen 2023
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Ha iniziato negli anni '80 con don Silvano Cocolin proseguendo fino a oggi. A casa sua un particolare presepe in movimento.

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Quarant’anni non sono affatto pochi: sono otto lustri e rappresentano un lasso temporale piuttosto ampio all’interno della vita di una persona. Giorgio Barazza, storico sagrestano della centrale chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia, da oltre quarant’anni è fisso a ogni celebrazione. Non se ne perde una, tra l’apertura della chiesa al mattino alle celebrazioni con l’arcivescovo fino alle messe per associazioni, enti, istituzioni. Chi passa per Sant’Ignazio sicuro lo incontra, anche se lui rimarca sempre di essere uno fra tanti e, soprattutto, preferisce il titolo di "collaboratore" della parrocchia. 

Una figura di quelle che si possono definire storiche sia per una comunità che per l’edificio: Giorgio ha iniziato il servizio all’interno di un gruppo di amici e parrocchiani che, settimanalmente, si ritrovava per poter dar una mano alla parrocchia e sistemare quanto era necessario all’interno della chiesa che fa riconoscere subito Gorizia non appena la si vede, con le due “cipolle” che svettano sul Travnik, su Piazza Vittoria. Se col tempo, piano piano, ognuno o ha preso la propria strada o ha preceduto gli amici andando avanti, come usano dire gli Alpini, Giorgio è rimasto. Fedele, nella sagrestia ottocentesca o con qualche attrezzo liturgico in mano.

Il suo servizio è questo: d’altronde, cambiano i sacerdoti ma il sacrista resta. Così Giorgio ha visto passare don Silvano Cocolin, don Luciano Comellato, don Adelchi Cabass, don Sinuhe Marotta e ora don Nicola Ban, con i vari vicari parrocchiali. Ha visto passare ristrutturazioni, un nuovo pavimento della chiesa, intere impalcature e anni di sacrifici per ridare vita all’edificio. Continuando, però, a lavorare per la propria comunità e restando una figura di riferimento.

Giorgio ha compiuto 80 anni il 26 dicembre e, oltre alla festa comunitaria e la benedizione papale, ha compiuto anche quarant’anni di servizio da sagrestano. Va detto, visto che la tradizione vuole che si smantelli il presepe il 2 febbraio, che non tutti i parrocchiani conoscono la sua particolare passione o, per meglio dire, una delle varie: al civico 4 di via Pellico, nel soggiorno di casa sua e della moglie Maria Elisa, “Mariuccia”, ha costruito in più di vent’anni un intero presepe in movimento con oltre venti azioni diverse. Una passione, quella per i presepi, che aveva coltivato già da giovane a Conegliano con i frati cappuccini.

Statuine adattate, vecchi vinili rimessi in funzione e tutti i tipi di motorini di elettrodomestici recuperati. Ma anche intere statuine costruite ex novo e fabbricate con l’aiuto della moglie per la parte di sartoria. I nipoti, Giovanni e Pietro, hanno dato una mano sostanziosa, aiutando sia nella manodopera che nella realizzazione delle parti elettriche. Un piccolo gioiello che annualmente viene montato e smontato e, puntualmente, ogni anno c’è qualcosa da aggiustare o aggiungere: non ci si ferma mai.

Dalla nuova capanna fino alle piccole casette, dagli angioletti ai vari mestieri scelti con cura – pescatore, panettiere, pastore e anche l’orante – è sicuramente una creazione che fa compagnia, sia di giorno che di notte, vista la presenza di lampadine a illuminare l’intera scena. Non manca, infine, l’accampamento romano. Da due anni mancano pezzi nuovi – e, va detto, già mantenere una struttura simile non è semplice – ma non è detto non ne possano arrivare con il Natale 2023. 

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