Proposta di legge sul divieto di utilizzo del velo integrale: il Consiglio Regionale del Fvg approva la proposta

Proposta di legge sul divieto di utilizzo del velo integrale: ok del Consiglio Regionale del Fvg

IL VOTO

Proposta di legge sul divieto di utilizzo del velo integrale: ok del Consiglio Regionale del Fvg

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 18 Mar 2025
Copertina per Proposta di legge sul divieto di utilizzo del velo integrale: ok del Consiglio Regionale del Fvg

La norma, se ratificata dal Parlamento, eliminerà le eccezioni interpretative della Legge 152 del 1975. Il Pd, «strumentalizzazione politica» poi esce dall’Aula con Patto per l'Autonomia e M5S.

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Il Consiglio Regionale del Fvg ha dato il via libera alla proposta di legge nazionale in materia di "Norme urgenti per l'ordine pubblico, la sicurezza e la tutela dei diritti delle donne e dei minori". Se approvata dal Parlamento, la nuova norma renderà certa l'applicazione del divieto senza margini di interpretazione. «L'intento è stato quello di eliminare quel riferimento al "giustificato motivo” che attualmente consente di fatto l'uso di burqa e niqab grazie a una sentenza interpretativa del Consiglio di Stato» spiega il primo firmatario della proposta, il capogruppo della Lega Antonio Calligaris. In Aula, il Centrodestra ha fatto pesare i suoi numeri. Invece, Pd, Patto per l'Autonomia-Civica Fvg e M5S invece sono usciti dall'emiciclo, come già avvenuto la scorsa settimana in Quinta Commissione. A tentare di correggere la norma è restata la sola relatrice di minoranza, Serena Pellegrino di Avs che ha visto bocciati i suoi quattro emendamenti. Con lei, a votare contro è stato il consigliere Furio Honsell di Open Sinistra Fvg.

«In luoghi pubblici o aperti al pubblico - osserva ancora il capogruppo della Lega, Calligaris- bisogna essere sempre sistematicamente facilmente riconoscibili e identificabili». Calligaris sottolinea poi l'aggiunta di «una fattispecie contravvenzionale nell'ipotesi della costrizione alla violazione del divieto, nei confronti di minori, donne e persone con disabilità». Da parte sua, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha dato un ulteriore avallo alla proposta di legge sottolineando che «questa norma va verso l'integrazione che si ha quando ci sono regole e le regole vengono fatte rispettare, mentre non è integrazione accettare qualsiasi cosa con un finto perbenismo, per sembrare tolleranti e inclusivi».

Sull'altro fronte, il Partito Democratico che anche oggi in Aula ha voluto ribadire quanto già espresso: «La nostra posizione sul velo integrale è sempre stata chiara, fin dal 2019 quando votammo a favore di una mozione della stessa Maggioranza per vietarne l'utilizzo in luoghi e uffici pubblici. Quell'impegno è stato disatteso per anni dalla Giunta e oggi la Destra lo ripropone per evidenti questioni elettorali, per un proprio tornaconto. A loro non interessa risolvere il problema, ma potersi affiggere al petto una medaglia da usare per la propaganda elettorale e poter dire 'da domani niente più velo integrale nei locali pubblici', cosa che ovviamente non avverrà fino a che il Parlamento (chissà quando) si esprimerà». In sostanza, per i dem si tratta di una proposta «chiaramente strumentale»

Significativa la posizione espressa dal consigliere Laura Fasiolo prima dell’uscita dall’emiciclo chiamato al voto: «A una questione complessa non vadano contrapposte reazioni fondamentaliste, ma risposte facilitatrici e dialoganti». Una posizione condivisa dal Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, che ha affidato a Enrico Bullian il compito di spiegarne i motivi: «Nella nostra società libera e democratica si vive a volto scoperto non per motivi securitari, ma per esprimere pienamente la propria personalità e la propria espressività. Dunque questa battaglia è anche nostra, ma deve esserci un percorso di crescita e di rispetto reciproco». «A voi - ha a concluso il consigliere di minoranza rivolgendosi ai banchi del Centrodestra - basta che le donne non siano visibili agli occhi, noi invece vorremmo costruire per loro nuovi diritti».  Secondo il candidato sindaco a Monfalcone e consigliere regionale del Pd Diego Moretti «la destra usa la norma per propaganda elettorale». E, rivolgendosi alla maggioranza di centrodestra afferma: «A loro non interessa risolvere il problema ma potersi affiggere al petto una medaglia da usare per la propaganda elettorale e poter dire “da domani niente più velo integrale nei locali pubblici”, cosa che ovviamente non avverrà fino a quando il Parlamento si esprimerà».

«Un utilizzo della norma – continua Moretti - incoerente e schizofrenico, tenuto conto che rispetto alla richiesta di convocazione d'urgenza della Terza Commissione sulla privatizzazione di alcuni ospedali, ci è stato detto che non si poteva discutere in commissione per l'imminenza delle elezioni amministrative mentre oggi, per questa Pdln il problema non si pone e alla destra va bene così. Perché questo rientra nei lori piani, dettati dal fatto che ci sono le elezioni, che noi prima di loro abbiamo denunciato pubblicamente un problema che esisteva da anni di presenza di studentesse, a Monfalcone, che indossano il niqāb, cosa che non è andata giù a qualcuno a Roma e Bruxelles e che evidentemente ha ordinato di trattare in maniera prioritaria il voto di una legge inutile. Un gioco al quale abbiamo scelto di non prestarci».
Positivo invece il commento dell’europarlamentare leghista ed ex sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint che considera quanto votato «un importante passo in avanti contro la radicalizzazione islamica».

«Il progetto di legge nazionale sarà inviato alle Camere per rafforzare il disegno di legge sul divieto di copertura integrale del volto proposto a Roma dal Carroccio con la quale si punta a cancellare ogni scappatoia – spiega Cisint - eliminando il "giustificato motivo" dalla legge 152/75, un cavillo che finora ha permesso ai giudici di tollerare l’uso del velo integrale . Da allora però la nostra società è profondamente mutata e il numero delle presenze radicalizzate sul nostro territorio è molto cresciuto». Quindi nessuno spazio alle ambiguità perché – sempre secondo l’eurodeputata - «questa è una battaglia di civiltà che difende le donne dall’oppressione di un certo Islam radicale che le vuole sottomesse, invisibili e private di ogni possibilità di integrazione e, soprattutto, riafferma i nostri valori e i principi della nostra Costituzione».

«La sinistra come sempre, parla, si indigna ma poi scappa – affonda Cisint – i conigli Moretti e Bullian, dopo aver urlato allo scandalo per le ragazze col niqab a scuola, oggi in Aula avrebbero avuto la possibilità di dimostrare coerenza. Invece? Sono usciti strizzando l’occhio all’Islam fondamentalista in cambio di una manciata di voti».
«La loro ossessione per il consenso delle comunità islamiche radicalizzate li spinge a voltare le spalle agli italiani – conclude – a Monfalcone, poi, il gioco è ancora più sporco perché cercano alleanze e voti tra chi vuole trasformare la città in una roccaforte islamista, come il loro amico Bou Konate in compagnia di un condannato per estorsione, hanno portato in audizione in Regione ad ottobre e con cui, peraltro, hanno già un accordo elettorale in caso di ballottaggio».

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