I commenti
Pronta la manifestazione contro il Cpr di Gradisca, Fratelli d'Italia incalza: «Chi è lì dentro merita l'espulsione»

Al mattino lo stand del circolo FdI «per un confronto coi cittadini». Al pomeriggio il corteo del centrosinistra per chiedere la chiusura del centro.
L’appuntamento, già più volte annunciato, è per sabato 17 maggio alle 14 a Gradisca d’Isonzo: la manifestazione, indetta per chiedere la chiusura del Centro di Permanenza per i Rimpatri ospitato nell’ex Caserma Polonio ma anche a livello nazionale. Dopo il ritrovo in Piazza Unità i manifestanti si muoveranno verso la struttura alle 15.
Sul caso è intervenuto il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia – Civica Fvg, Enrico Bullian, secondo cui in Italia «sono presenti oltre 5 milioni di stranieri regolari (9% della popolazione generale) che contribuiscono allo sviluppo del nostro Paese. Si stimano inoltre quasi mezzo milione di migranti irregolari. La Destra al Governo nei vari livelli istituzionali strilla sui rimpatri dei “clandestini”. Ma a che punto siamo? Nel 2022 nella decina di CPR presenti in Italia – un sistema che si è via via strutturato a partire dalle norme del lontano 1998 e che dunque possiamo considerare a regime da anni – sono 6.383 le persone transitate al loro interno e di queste sono state rimpatriate appena 3.154 (come riportato nella Relazione al Parlamento 2023 dal Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, consultabile online, e ripresi nell’interessante convegno del 6 maggio a Gradisca promosso da forze civiche e partitiche del centro-sinistra locale. È dunque evidente che i CPR hanno un impatto estremamente limitato sulla gestione del fenomeno migratorio irregolare (interessando circa l’1% dei ‘clandestini’), ma lasciano lunghe ombre nere per quanto riguarda il rispetto dei diritti e della dignità umana e l’ampia discrezionalità prevista per un sistema di detenzione amministrativa inaccettabile, con tempistiche peraltro estremamente lunghe (fino ai 18 mesi per gli ‘ospiti’!)», così Bullian.
Il consigliere punta il dito sulla struttura gradiscana che è «collocata in un Comune medio-piccolo, con modesti mezzi e risorse a disposizione delle Forze dell’Ordine locali. Come più volte evidenziato da alcuni sindacati di polizia, le necessità operative del centro assorbono risorse umane strategiche per le Forze dell’Ordine, sottraendole ai compiti che dovrebbero essere primari per il territorio», prosegue Bullian che ribadisce come il modello dei Cpr presenti «una combinazione di elevati costi, bassa efficacia e scarsa incidenza sul fenomeno migratorio irregolare complessivo. Le ‘espulsioni dei clandestini’ nel dibattito pubblico rappresentano la soluzione della Destra: peccato che i dati dimostrano semplicemente l’impossibilità pratica di questa soluzione (qualche migliaio di rimpatri all’anno a fronte di mezzo milione di irregolari)», così ancora Bullian che conclude: «Ho trovato opportuno che nella locandina diffusa dal comitato promotore dell’evento siano ricordati i nomi delle 5 persone decedute nel CPR di Gradisca: Abdel Majid El Kodra, Vakhtang Enukidze, Orgjest Turia, Anani Ezzeddine, Arshad Jahangir».
Di tutt’altra opinione il circolo gradiscano di Fratelli d’Italia che ha espresso in una nota il proprio disappunto contro la «campagna demagogica che la sinistra locale sta portando avanti contro la chiusura del CPR, definito come “una ferita aperta nel cuore della nostra democrazia”, ma noi invece affermiamo che la ferita aperta nel cuore della nostra democrazia è un’accoglienza indiscriminata e senza regole che i governi di sinistra hanno spinto nel corso degli anni e che ora il governo Meloni con tenacia sta riordinando, prevedendo e facendo in modo che l’accoglienza sia inserita all’interno di un pensiero ordinato e regolamentato. Per questo esistono proprio i CPR, che sono carceri a tutti gli effetti e che quindi accolgono chi è entrato prima nel nostro paese in modo illegale e che poi non possiede nemmeno i requisiti per iniziare un percorso di integrazione», così la nota a firma della presidente del circolo, Cecilia Bartole.
«Dobbiamo ricordarci questo, che chi è all’interno di un CPR, come in quello di Gradisca, non ha il diritto di rimanere nel nostro Paese e per questo va espulso. Le espulsioni avvengono settimanalmente, anche dal nostro territorio, anche dal CPR di Gradisca. Certamente chi opera all’interno di un CPR si scontra con realtà sociali difficili e fragili e per questo c’è un bisogno costante di supporto per chi tutela tutti noi cittadini. I Sindacati di Polizia hanno più volte denunciato condizioni di lavoro inaccettabili per quanto riguarda la scarsità di personale e problemi legati alla loro sicurezza, ma questo non vuol dire chiudere un CPR. Più volte in questi anni noi di Fratelli d’Italia abbiamo manifestato la nostra gratitudine alle Forze dell’Ordine che prestano servizio all’interno del CPR e continuiamo a farlo anche oggi. La politica dell’accoglienza diffusa sul nostro territorio che la sinistra locale sta sbandierando, è l’ennesimo esempio di incoerenza che la contraddistingue, dove non si vuole costruire ma incrementare ancor più i problemi, senza obiettivi e linee chiare di intervento», così Bartole.
Nella stessa piazza, lo stesso sabato 17 maggio, ma al mattino dalle 9.30 alle 12.30, il circolo di Fratelli d’Italia ha annunciato di essere a disposizione della cittadinanza per «un confronto e condividere le attività. Abbiamo anche attivato uno sportello per i cittadini ogni secondo mercoledì del mese dalle 17.30, al Caffè Teatro di Gradisca e ogni terzo giovedì del mese alla Locanda Versa di Romans d’Isonzo».
Aggiornamento del 13.05.2025, ore 15.43.
Nella serata del 12 maggio è giunta la replica dagli organizzatori del corteo del 17 maggio. «Facciamo presente alla portavoce del Circolo FDI di Gradisca d'Isonzo - così Rifondazione Comunista, Movimento cinque stelle, lista Borghi per la fortezza e Possibile - che il convegno informativo era aperto a tutti, lei compresa. Se fosse venuta, avrebbe trovato da sola le risposte che cerca. Soprattutto, avrebbe capito la differenza tra accoglienza e immigrazione irregolare. Le stesse forze di polizia presenti hanno sottolineato che chi non ha diritto di rimanere non deve restare e che la chiusura della struttura è doverosa. I numeri parlano da soli. Ma allo stesso tempo è inumano sostenere, come fa lei, che le persone lì rinchiuse debbano essere semplicemente espulse. Forse dovrebbe informarsi meglio su chi finisce nei CPR. La sua nota ci dimostra, ancora una volta, quanto poco si conosca l’argomento. Ricordiamo inoltre alla portavoce di FDI che, in consiglio comunale, ha affermato che i sindacati di polizia non hanno mai chiesto la chiusura della struttura. Le consigliamo di rivedersi la registrazione dell’evento: si aprirà un mondo».
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
