Quel principe indiano cento anni fa a Fiumicello, l'incredibile truffa di La Plante

Quel principe indiano cento anni fa a Fiumicello, l'incredibile truffa di La Plante

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Quel principe indiano cento anni fa a Fiumicello, l'incredibile truffa di La Plante

Di federico de giovannini • Pubblicato il 28 Set 2024
Copertina per Quel principe indiano cento anni fa a Fiumicello, l'incredibile truffa di La Plante

Lo storico locale Giorgio Milocco racconta l'incredibile storia dell'americano Edgar La Plante, arrivato in Italia da Trieste e che ingannò la comunità locale.

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Verrà presentato giovedì 3 ottobre alle ore 18.30, nel ristorante “Befed” di San Lorenzo di Fiumicello, il nuovo volume di Giorgio Milocco, già autore di numerosi testi di storia locale, dal titolo “Cervo Bianco – Il principe indiano a Fiumicello, Aquileia e dintorni”. Pubblicato dall’associazione Natura cavalli e carrozze di Fiumicello, il libro ricostruisce la storia di un personaggio alquanto particolare: l’attore americano Edgar La Plante (nella foto), vero e proprio truffatore che negli anni Venti del secolo scorso girò l’Italia e altri paesi europei spacciandosi per “Cervo Bianco”, discendente e addirittura principe di una tribù oppressa di nativi americani.

Mediante tale identità, si impegnò a incontrare e a ingraziarsi con generose donazioni le figure politiche più in vista del tempo (cercò addirittura di rivolgersi a Benito Mussolini e al Papa), per ottenere il loro supporto alla “causa del suo popolo”. Fu proprio in Friuli Venezia Giulia, sbarcando cent’anni fa a Trieste, che Cervo Bianco cominciò la sua avventura lungo la Penisola segnata dall’avvento del Fascismo. A dargli per prime ospitalità – e, successivamente, lauto sostegno economico per la sua “missione politica” - furono difatti le contesse Khevenhüller, due nobili austriache che possedevano terreni e dimore nel territorio di Fiumicello. Qui il “principe indiano” venne a più riprese ospitato, suscitando lo stupore e la curiosità della gente del posto.

Giorgio Milocco parte proprio da questo legame per raccontare, mediante documenti d’archivio, testimonianze e immagini d’epoca, tanto le vicissitudini individuali di La Plante quanto l’impronta da lui lasciata nella memoria popolare della Bassa friulana. Un testo che il giornalista, “instancabile detective della storia friulana”, aveva in mente di scrivere da più vent’anni, quando fu ispirato dalla lettura di una tesi di laurea sull’argomento realizzata da uno studente fiumicellese, ma che ha accantonato per inseguire un più specifico filone tematico.

«Sin da prima del 2010 – racconta infatti Milocco - mi ero ripromesso di trattare la Prima guerra mondiale nel “mio” mandamento, al tempo territorio austroungarico. Tanti erano i buchi da coprire riguardanti le vicende dei nostri soldati richiamati e tante erano le vicende collegate all’occupazione italiana sono così usciti libri che trattano del fronte serbo e della prigionia all’Asinara (2021), del Corpo italiano in Estremo Oriente (2016), dei Volontari irredenti della Contea (2021) e, assieme ad Alberto Monticone, “Il regime penale nella Grande Guerra” (2019)».

Ciò che ha colpito l’autore della vicenda di La Plante è la natura teatrale, generosa e quasi “simpatica” dell’imbroglio, legata a suo modo anche ai mutamenti socio-politici del tempo. «Il ruolo di attore gli era così congeniale che lo seguiva per tutto l’arco della giornata. Per quasi un anno visse e interpretò un personaggio che sentiva suo grazie anche all’assistenza della gerarchia fascista. Le sostanziose somme avute dalle contesse Khevenhüller non si esaurivano però a finanziare la sua campagna antinglese a nome delle tribù pellerossa: molte furono le donazioni fatte a persone che, sempre più numerose, imploravano al suo cospetto per migliorare le loro condizioni di vita».

Alla presentazione parteciperanno, oltre all’autore, l’assessore e vicesindaco di Fiumicello Villa Vicentina Fabio Lungo, lo storico giornalista del Messaggero Veneto Nicola Cossar e il regista Beppe Leonetti, che si è occupato della medesima vicenda girando alcuni anni fa un documentario. Modererà e condurrà il dialogo Bruno Lasca.

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