Don Renzo e l'amore per il calcio, il campo sportivo Acli porta il suo nome

Don Renzo e l'amore per il calcio, il campo sportivo Acli porta il suo nome

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Don Renzo e l'amore per il calcio, il campo sportivo Acli porta il suo nome

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 05 Set 2021
Copertina per Don Renzo e l'amore per il calcio, il campo sportivo Acli porta il suo nome

L'area dell'Acli intitolata al sacerdote, scomparso a marzo. L'omaggio di chi ha condiviso la sua passione.

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Era un grande amante del calcio, don Renzo Boscarol, tanto che non mancava mai di commentare qualche partita, anche amarcord. Sugli spalti, lo si poteva trovare spesso a tifare per il Ronchi, urlando a pieni polmoni verso i giocatori in campo. Una passione viva, sempre giovane, che è stata ricordata questa mattina nel circolo locale delle Acli a San Lorenzo. Nel quartiere dove il parroco ha dato tanto, ora il campo sportivo sarà intitolato proprio a lui, che su quell’erba aveva più di una volta corso e calciato, divertendosi con amici e parrocchiani.

L’omaggio è stato deciso dalla locale sezione dell’associazione, unendo a quel tratto distintivo del sacerdote - insieme a molti altri - anche l’obiettivo di rendere sempre più partecipi i giovani. È stato questo il messaggio trasmesso nel discorso del presidente Franco Miniussi: “Vengano qui sempre più nuovi giovani - il suo invito - dove hanno le possibilità di stare e giocare in armonia, in continuazione con la vita. Anziché fare cose poco raccomandabili”. Un fine, quest’ultimo, che era da sempre proprio del don, scomparso a inizio marzo a 76 anni.

Anche il presidente regionale del Coni, Giorgio Brandolin, ha colto l’occasione per incentivare sempre più ragazzi a tornare all’aria aperta: “Spero che ora - ha commentato - il campo torni ad essere un punto di aggregazione per i nostri giovani, che hanno bisogno di uscire da quei maledetti dad e internet”. Ha quindi raccontato il suo legame con Boscarol, conosciutosi diversi anni fa quando il futuro numero uno dello sport locale vestiva la divisa da calciatore: “Era un grande personaggio e uomo di cultura e fede, ha giocato anche lui e veniva a vederci come tifoso”.

Omaggio condiviso anche dal sindaco, Livio Vecchiet: “Era un appassionato sfegatato, un baloner come si dice in queste zone. Seguiva le partite in in tribuna ma vicino agli spogliatoi, era quasi un secondo allenatore”. All’evento hanno preso parte anche i rappresentanti delle Acli provinciali, tutte legate nel ricordo. Insieme a questa nuova targa, adesso si spera che la zona possa tornare ad accogliere momenti di gioco, rivitalizzandosi. Un futuro che rendere onore a chi l’ha solcato nei decenni scorsi, tra cui quella Dinamo Kiev che arrivo dall’Urss e si allenò qui.

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