Alle prime luci dell'alba di fronte ai cancelli, il presidio di Cgil e Uil a Monfalcone

Alle prime luci dell'alba di fronte ai cancelli, il presidio di Cgil e Uil a Monfalcone

Le richieste

Alle prime luci dell'alba di fronte ai cancelli, il presidio di Cgil e Uil a Monfalcone

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 16 Dic 2021
Copertina per Alle prime luci dell'alba di fronte ai cancelli, il presidio di Cgil e Uil a Monfalcone

Anche nella Città dei Cantieri le sigle sindacali hanno aderito allo sciopero indetto a livello nazionale per chiedere interventi a livello fiscale e sul precariato.

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Si sono ritrovati alle prime ore di stamattina di fronte a entrambi gli ingressi di Fincantieri operai e sindacati per lo sciopero proclamato a livello nazionale. Non solo rappresentanti di Cgil e Uil ma anche Rsu di Fincantieri e Nidec con le sigle Fiom e Uilm.

“Le nostre richieste sono quelle nazionali – precisa Thomas Casotto, segretario provinciale della Cgil di Gorizia – con la richiesta di una riforma fiscale e delle pensioni e che si risolva il problema del precariato che segnaliamo da tempo e che si sta combattendo con misure che, secondo noi, non son vanno bene”.

Per quanto riguarda il locale, “ci preoccupa la Nidec ma anche il piano di riconversione di A2A. All’appello, poi, manca il dragaggio del porto. Il nostro è un Territorio che vive di monocommessa con Fincantieri presente mentre altri imprenditori non arrivano”.

La situazione in Italia è “preoccupante con il salario medio dei lavoratori italiani che si colloca mediamente tra i salari più bassi delle principali economie dell’Eurozona, per non parlare di quello delle lavoratrici sotto la media generale, e il record dei precari di 3 milioni e 67 mila di Ottobre, mentre cresce il lavoro povero. Monfalcone non è esente da questa situazione con i redditi medi più bassi di tutta la Regione”, rilancia Cristiana Morsolin de La Sinistra per Monfalcone, presente stamattina.

“La Legge di Bilancio non intacca questo castello di precarietà, non prevede interventi per una crescita diversa del Paese orientata ad una transizione ecologica. Gli interventi fiscali, le modifiche delle aliquote Irpef, i 7 miliardi messi in campo dalla legge di Bilancio, agevoleranno i redditi medio-alti perché l’86,2% di lavoratrici e lavoratori ha un reddito annuo inferiore alla soglia di 35mila euro lordi annui”, prosegue la consigliere.

“Invece di abbassare l’aliquota Irpef della fascia più bassa, che interessa tutti, si è scelto di diminuire le tasse ai redditi medio-alti. Noi siamo a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori e dei troppi disoccupati e disoccupate per i quali non si sta facendo nulla di concreto”, conclude Morsolin. 

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