Dai presepi di San Rocco al monito in Cattedrale, il percorso a Gorizia tra tradizione e accoglienza

Dai presepi di San Rocco al monito in Cattedrale, il percorso a Gorizia tra tradizione e accoglienza

Il racconto

Dai presepi di San Rocco al monito in Cattedrale, il percorso a Gorizia tra tradizione e accoglienza

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 28 Dic 2025
Copertina per Dai presepi di San Rocco al monito in Cattedrale, il percorso a Gorizia tra tradizione e accoglienza

Un itinerario non ufficiale tra installazioni artigianali e il Presepe a dimensione umana che parla di migrazioni, solidarietà e impegno dei volontari. Nell'emergenza freddo oltre 3mila pernottamenti.

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È un percorso non ufficiale, quello che lega vari presepi nel centro cittadino di Gorizia e che può essere realizzato, soprattutto nei giorni che vanno dal Natale all’Epifania, con una semplice passeggiata.

La partenza è nel borgo friulano di San Rocco nel quale, da vari anni ormai, è possibile vedere in questo periodo natalizio per le vie di borgo San Rocco, via Parcar, via Lunga, via Veniero si scoprono, all' aperto o negli angoli più nascosti, i presepi a cui Bruno Sutteri e gli artigiani del proprio team sanno dar vita con fantasia e grande passione. Va detto che per queste creazioni viene utilizzato perlopiù materiale di recupero ed è questo un valore aggiunto alla originalità e preziosità delle installazioni. Quest' anno i presepi sono davvero numerosi, a provare che le abilità degli artigiani vanno via via affinandosi. Le rappresentazioni saranno visibili fino all’11 gennaio.

Dopo la visita a San Rocco è possibile, poi, proseguire verso la Chiesa metropolitana nella quale, oltre all’albero di Natale, che raccoglie i nomi dei volontari che, numerosi, in quest’anno si sono prodigati per aiutare il prossimo, vi è il Presepe a Dimensione Umana. Si tratta di tre manichini che rappresentano Jousef e Myryam, sua moglie, in attesa del proprio primogenito: sono due migranti che giungono da un luogo non definito del Medio Oriente.

In mano, l’uomo ha un documento del Ministero dell’Interno, con ogni probabilità dagli uffici immigrazione della Questura: «Ora siamo in Italia, in questa città che abbiamo saputo si chiama Gorizia ed è un po’ italiana e un po’ slovena. Siamo di passaggio, vogliamo raggiungere Alisabat, la cugina di mia moglie che vive in Svezia», racconta il documento di presentazione. «Ma ora per andare avanti ci vogliono documenti che non capiamo chi deve darci, dove, quando. Facciamo la fila per ore, troviamo porte chiuse, orecchie chiuse. Tornate un altro giorno e poi, domani e poi ancora domani. Ma come fa il nostro presente privo di tutto ad avere un domani? Non abbiamo un tetto, non abbiamo cibo, non abbiamo vestiti di ricambio. E Myriam è sempre più vicina al momento della nascita di nostro figlio», prosegue.

«Anche qui a Gorizia dove siamo in tanti a non avere un tetto si è aperta una porta, casa San Francesco. Non è un albergo ma una brandina su cui riposare dopo una intera giornata in strada è già molto. E altre porte si sono aperte per darci cibo: la mensa dei Cappuccini a pranzo, i volontari al Pastor Angelicus la sera. Ci danno quello che hanno, a volte abbastanza, a volte poco, ma le loro mani sono benedette perché si aprono per dare, non si chiudono a pugno per rifiutare, minacciare o picchiare», e conclude: «Dio non chiede passaporti, ma un cuore nuovo».

Il messaggio è chiaro, ed è un grazie a chi si è occupato in questi mesi di accoglienza: fino al 25 dicembre, dall’inizio dell’emergenza freddo, nella sala accoglienza del Pastor Angelicus 76 volontari hanno dato 2761 pasti e una parola di vicinanza a chiunque si è presentato. I padri Cappuccini continuano a dare ospitalità e pranzo ad un numero sempre crescente di goriziani e migranti: 32 volontari danno in media ultimamente 60 pasti al giorno. A Casa S. Francesco molte persone hanno avuto riparo per la notte in questi mesi di emergenza freddo per un totale di 3208 pernottamenti grazie a 18 volontari.

Per contribuire all’emergenza freddo come volontario si può scrivere a cattedrale@arcidiocesi.gorizia.it o, in caso di donazioni, intestarle a Parrocchia dei Santi Ilario e Taziano all’Iban IT19J0306912499100000005474. 

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