l'inaugurazione
Il Presepe esposto per Papa Francesco arriva a Gorizia: la laguna di Grado invade la città con ‘bricole’ e ‘batele’
Esposto ai Giardini Pubblici vi rimarrà esposto per un mese. L’opera di 14 metri per 30 riproduce il mare dell’isola con imbarcazioni, casoni e personaggi quasi a grandezza naturale. Acceso anche l’albero e aperta la pista di ghiaccio in piazza Vittoria.
Pali, canne e paglia. Sono i materiali con cui una volta venivano costruiti i tradizionali “casoni” che ancora sorgono sulle “mote” di Grado, gli isolotti dove i pescatori trascorrevano interi mesi prima di rientrare con la vela di famiglia. È stato inaugurato presso i Giardini Pubblici nella serata di oggi – 20 dicembre – il presepe realizzato dalla comunità di Grado esposto nel 2024 in Vaticano, illuminando a tinte spirituali l’anno della Capitale europea della cultura che ormai sta per chiudersi. «L’idea nasce da Antonio Boemo – spiega Francesca, autrice delle statue insieme al padre Lorenzo Boemo – che per realizzare il progetto raggruppò una quarantina di volontari. Era la prima volta che io e mio padre ci dedicavamo alla scultura, di solito ci occupiamo di pittura».
Oltre un anno e mezzo di lavoro reso possibile grazie al supporto delle associazioni gradesi e all’affiatamento fra volontari: «Il ricordo più prezioso – rimarca – è la coesione che si è creata fra i gruppi», che ha portato la squadra a ricostruire la Natività in piazza San Pietro al cospetto di Papa Francesco. «Era la serata del 30 dicembre – ricorda suo padre Lorenzo - e lui (il Papa, ndr) arrivò con la carrozzella. Stava ammirando la Natività, mentre con questo labiale pregava innanzi alla Maternità». La sacralità delle figure di Giuseppe e Maria intende richiamarsi alla bellezza armoniosa della “Pietà” di Michelangelo, ottenuta quasi in modo fortuito: «Per Maria cercavamo una posizione dolce e toccante – racconta Francesca - ma non riuscivamo a trovarla. Finché un giorno la Madonna è caduta e si è collocata nella giusta posa». Creazioni alte un metro e mezzo, per riproporre attraverso 24 figure quella tradizione che - come scrisse Giovanni Testori per il Sacro Monte di Varallo - diviene «forma vivente», poesia che esprime «la tenerezza d’ogni nascita e il dolore d’ogni morte».
Inizialmente pensati in ceramica, i personaggi sono stati realizzati in materiale leggero per renderli parte di un presepe itinerante, in maniera da portare la tradizione di Grado nel resto del mondo: «Volevamo crearli in ceramica – precisa Lorenzo - ma per il trasporto sarebbe risultato difficoltoso. Così, l’anima delle statue è stata realizzata in massi di polistirolo ricoperto da creta e tessuto». Dopo essersi ripetutamente aggiudicato diverse edizioni del concorso “Valle del Primo Presepe” di Rieti, nel 2015 Boemo portò uno dei suoi lavori anche dal presidente Mattarella: «Sono cinquant’anni – ammette con orgoglio - che comunità gradese e Regione continuano a credere in me». Ad accogliere i suoi capolavori sarà proprio il Palazzo della Regione di Trieste, dove durante le festività verranno ospitati presepi artistici provenienti da tutto il Friuli Venezia Giulia nell’ambito della mostra “La tradizione che prende forma”. A progettare il presepe fu sei anni fa Andrea De Waldesterstein insieme al giornalista Antonio Boemo: «La parte più complessa – specifica - è stato realizzare un presepe da 350 metri quadri, portarlo a Roma e quest’anno a Gorizia. Un’impresa anche solo capire come poter separare i pezzi».
Nel complesso sono 102 blocchi di polistirolo assemblati a semicerchio, che prima di trovare la forma attuale hanno avuto una gestazione di varianti diverse. «La cosa bella – riflette - è aver coinvolto tutte le associazioni dell’isola, perché il presepe è di Grado, e Antonio ha voluto coinvolgere l’intera comunità». Dalle “batele” alla canna palustre, fino alle “bricole” e agli uccelli di laguna che popolano lo specchio d’acqua, la teatralità balza sulla carreggiata portando alla ribalta su corso Verdi – con il traffico a senso alternato – tutta la meraviglia della Natività. «Sono elementi abbastanza leggeri - aggiunge - di canna o polistirolo. L’unica cosa pesante è l’argine che contiene cordonate stradali per bilanciare la spinta dell’acqua, in quanto all’interno se ne trovano circa 30 metri cubi». A prendere la parola - dopo la dolce introduzione del coro di bambini dell’istituto comprensivo “Locchi Perco” e “Ascoli” e di un piccolo gruppo dello “Slataper” – è stato il primo cittadino Rodolfo Ziberna, che ha ringraziato l’associazione dei Portatori della Madonna di Barbana: «Sono tante le iniziative – sottolinea – del Dicembre Goriziano, ma questo che vediamo è “il” presepe allestito davanti alla basilica di San Pietro, io stesso ho potuto ammirarlo in piazza».
A esprimere gratitudine verso artigiani e volontari è stato poi il sindaco di Grado Giuseppe Corbatto, che ha evidenziato l’essenza della cultura “graisana”: «Abbiamo portato un lembo di Grado – chiosa – e la Natività non poteva che essere raffigurata dal casone. Perché prima del termalismo la nostra isola era un paese di pescatori, ed è giusto richiamarsi alle proprie origini per rappresentare le radici della tradizione». «In piazza San Pietro fu un evento incredibile – interviene infine Antonio Boemo – fu commovente soprattutto l’incontro con Papa Francesco». Un milione i visitatori per una celebrazione ripresa in mondovisione, fino a coronare in bellezza il Go!2025. «C’era quasi un obbligo – prosegue – di raggiungere la Capitale europea della cultura. Così abbiamo allestito di nuovo questo grande presepe lagunare frutto della comunità gradese». Un’opera grandiosa allestita con il cuore, che riproduce fedelmente spiaggette, reti e attrezzature da pesca, illuminate da luci nascoste fra finti scogli e pali a rendere attraverso il chiaroscuro il mistero della vita di Gesù. «È stato bellissimo portarlo in Vaticano – ribadisce la deputata europarlamentare Anna Maria Cisint - ma è fantastico averlo qui in Friuli Venezia Giulia». E nel ringraziare i volontari ha posto in luce il «simbolo di cristianità» del presepe, in grado di esprimere «le radici della nostra cultura».
«Il vescovo di Trento – rivela in chiusura l’arcivescovo Carlo Maria Redaelli – ritiene questo presepe il migliore che abbia visto. Manca Gesù, che sarà portato in processione al termine della messa di Vigilia delle 18 in Sant'Ignazio. E questo ci consente di riflettere sull’importanza dell’attesa. Sono casoni, abitazioni semplici a ricordarci che la povertà è diffusa, ma quello del presepe resta un messaggio di pace e speranza». Lo stesso simboleggiato dal casone nella preghiera scritta da don Paolo Nutarelli, simbolo di quel Dio che per nascere «non ha scelto palazzi, ma una mangiatoia». Alla cerimonia di benedizione è seguito il coro dei bambini e la conclusiva “Madonnina del Mare” suonata dalla Banda Civica di Grado. Poco più tardi si è svolta in piazza Vittoria la cerimonia di accensione dell’albero donato dal condominio “Arcobaleno”, accompagnata dalla fanfara della Brigata Pozzuolo e dagli auguri del comandante Andrea Bertazzo. A premere il pulsante di accensione dopo il countdown non potevano che essere i bambini insieme al sindaco Ziberna, con la celebre canzone di chiusura di Mariah Carey “All I Want for Christmas Is You”. Trasformando la piazza con luci e pista di ghiaccio in un autentico villaggio di Natale. (Foto, Rossana D'Ambrosio)
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