VERSO IL GIUDIZIO DEFINITIVO
Preghiere islamiche a Monfalcone, il Consiglio di Stato accoglie l’istanza del Comune

L’ordinanza collegiale con la discussione del ricorso nel merito è prevista per l’11 febbraio 2025. L’avvocato Latorraca: «Sentenza Tar non perde efficacia». Cisint ribatte: «Valgono le nostre ordinanze,questi sono i fatti».
Nella giornata di ieri – martedì 5 novembre – a Palazzo Spada di Roma, i legali del Comune di Monfalcone e dei Centri Islamici cittadini hanno esposto al collegio giudicante del Consiglio di Stato le rispettive argomentazioni a riguardo della richiesta di sospensiva avanzata dall’Ente dopo l’emissione delle sentenze del Tar Fvg che a giugno scorso aveva accolto la posizione della comunità musulmana annullando i provvedimenti comunali. Sull’esito dell’istanza comunale depositata, ne ha dato notizia – poco dopo le ore 8.30 di oggi, mercoledì 6 novembre – il Comune attraverso la divulgazione di un comunicato.
«Grande soddisfazione – scrive l’ente - da parte dell’ex sindaco di Monfalcone, ora eurodeputato Anna Cisint, e di tutta l’amministrazione comunale per l’accoglimento delle istanze formulate dal Comune, con i propri appelli attraverso le sentenze del TAR, relative ai provvedimenti emanati dal Comune di Monfalcone per il cambio di destinazione d'uso degli immobili utilizzati dai centri islamici, dopo l'accertamento che gli stessi operavano al di fuori delle norme edilizie e urbanistiche».
«Il Consiglio di Stato – si legge ancora nella nota - con le tre ordinanze depositate ieri, a fronte delle domande di sospensiva avanzate dal Comune, ha affermato, in accoglimento, che sussistono, ai sensi dell'articolo 98 del codice del processo amministrativo i concorrenti presupposti del fumus boni iuris e del periculum in mora in quanto i motivi posti alla base del gravame avanzato dal Comune sono meritevoli dell’approfondimento proprio della fase di merito».
«In questo modo – dichiara poi l’attuale assessore comunale alle Priorità Strategiche per lo Sviluppo Urbano, Cisint – il Comune ne esce rafforzato, in attesa del giudizio definitivo, la linea di legalità e trova conferma la serietà e la correttezza del nostro operato che ha riguardato la salvaguardia dell’ordinamento giuridico del nostro Paese e la tutela di tutti i monfalconesi. Le norme devono essere rispettate da tutti senza privilegi inammissibili siano esse rivolte ai semplici cittadini che alle associazioni islamiche. Il piano regolatore non è carta straccia: l’utilizzo di immobili in modo difforme da quanto stabilito e consentito ha riflessi insostenibili per la Città, per l’intera comunità, perché crea problemi di accessibilità e vivibilità urbana».
«La decisione del Consiglio di Stato – conclude Cisint - non fa che confermare la bontà dell'operato degli Uffici Comunali. Ringrazio l'avvocato Teresa Billiani per tutto il lavoro svolto e per il risultato ottenuto. La pronuncia del Consiglio di Stato è anche una risposta a quegli esponenti della sinistra e ai consiglieri regionali più radicali, che non stanno mai dalla parte dei cittadini italiani».
Poco dopo la nota del Comune, arriva anche quella del legale difensore dei Centri, Vincenzo Latorraca. «Il Collegio ha applicato l’articolo 55 comma 10 del Codice del Processo Amministrativo. La norma prevede che il Giudice Amministrativo, in sede cautelare, “se ritiene che le esigenze del ricorrente siano apprezzabili favorevolmente e tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito, fissa con ordinanza collegiale la data della discussione del ricorso nel merito”».
Latorraca poi specifica: «L'efficacia della sentenza del Tar non è stata sospesa, ma la domanda cautelare è accolta “ai soli fini dell’art. 55, comma 10, del Codice di Procedura Amministrativa”, vale a dire ai fini della fissazione della discussione del merito, che, nella specie, è stata fissata per l’11 febbraio 2025». Secondo il legale quindi «Il Consiglio di Stato ha ritenuto, da un lato, che i motivi di gravame siano da approfondire nella fase di merito e, dall’altro, il bilanciamento degli interessi è assicurato dalla fissazione a breve dell’udienza pubblica». «L'ordinanza si mostra dunque equilibrata e non pregiudica in alcun modo, le ragioni delle associazioni che attendono senza timori la discussione nel merito» conclude Latorraca.
Contattato telefonicamente per una dichiarazione, Bou Konate, presidente onorario del Centro Darus Salaam, è risultato irreperibile. Per quanto riguarda il refeferente del Baitus Salat, Rejaul Haq Raju si rifà alla dichiarazione rilasciata alla stampa dall'avvocato Latorraca.
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