la presentazione
Potenziato il laboratorio analisi, parte da Gorizia il rinnovamento tech di Asugi

L'ospedale sarà collegata a tutti gli altri centri dell'Azienda. L'obiettivo è riformare la rete, mentre fa paura la variante Delta.
Parte da Gorizia il rinnovamento dei laboratori di analisi dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina. Questa mattina, è stato presentato lo spazio rinnovato all’ospedale San Giovanni di Dio dedicato alle urgenze, che sarà ben presto collegato in rete con le altre quattro strutture territoriali. Un’innovazione accolta con soddisfazione dagli operatori del settore, in primis da Maurizio Ruscio, direttore della Medicina dei servizi e della struttura complessa di Laboratorio analisi. Dopo due anni di studio sui macchinari da installare - e un lavoro effettivo di circa un mese - è stato così possibile rinnovare l’angolo dedicatogli, ampliando anche la sala.
Il rinnovamento della strumentazione è stata resa necessaria non solo dall’ormai obsolescenza della precedente, ma soprattutto dalle novità emerse negli ultimi tempi. Nonché dalla mole di lavoro richiesta: ogni anno, infatti, qui si effettuano 350mila esami, assorbendo le richieste di urgenza da tutte le strutture di Asugi. Inoltre, si effettua anche un primo processo dei campioni che arrivano dai diversi distretti per svolgere test di routine e specialistici, dirottandoli quindi negli altri hub. Il tutto in una ventina di minuti, dalla centrifuga agli esami veri e propri. Una complessa macchina che lavora dietro le quinte, come più volte sottolineato.
In particolare, gli sforzi della struttura sono stati molto richiesti nell’ultimo anno e mezzo, dovendo rispondere a un’impennata di richieste di tamponi per Covid. Se a febbraio 2020 il carico di lavoro nel molecolare era di qualche decina di test al mese, lo scorso dicembre sono diventati 75mila. Con l’aggiornamento dei macchinari, inoltre, sarà possibile far scendere il costo dei test da 1,10 euro a 0,98 centesimi, ricompensando l’ingente sforzo economico resosi necessario. “Entro la fine dell’anno, saranno rinnovati tutti i laboratori e sostituita la rete informatica, così da avere valori uguali per tutti” ha anticipato Ruscio, andando ad operare su un sito alla volta.
Un plauso arriva dal sindaco Rodolfo Ziberna, che ha così replicato alle critiche sulla sanità locale ricevute: “Come già visto con l’arrivo del nuovo robot chirurgico - ha commentato - questa è la dimostrazione che si sta investendo su Gorizia. Bisogna far capire la qualità del servizio fornito”. Presente anche il vicegovernatore Riccardo Riccardi, che ha fatto anche il punto a livello politico della situazione pandemica: “Einaudi avrebbe detto che bisogna conoscere per deliberare e, senza medicina e laboratori, non potremmo conoscere. Gli ultimi dati mostrano la prevalenza della variante Delta al 91%, è la conferma di ciò che si sapeva già, dobbiamo trovare delle soluzioni”.
Tra queste, secondo il numero due della giunta regionale, non ci può essere quello di equiparare vaccinanti e non: “La questione del Green Pass ha smosso molti, in questi giorni abbiamo raddoppiato le prenotazioni per le somministrazioni”. Dati alla mano, la percentuale di coloro che l’hanno ricevuto e poi hanno comunque avuto necessità di cure ospedaliere causa virus è sotto lo 0,01%. Nessuno, peraltro, in terapia intensiva. “Non possiamo avere gli ospedali vuoti e la gente chiusa in casa” ha ribadito, guardando con preoccupazione la decisione del Tar di Bologna di annullare la sospensione dei sanitari che non si sono immunizzati.
Il Friuli Venezia Giulia, peraltro, conta due primati: il minor numero di professionisti della sanità che si è vaccinato e quello più alto di personale scolastico. Proprio su questo tema, Riccardi ha assicurato che l’amministrazione è al lavoro anche in vista della ripartenza a settembre: “Credo che, in questo momento, dobbiamo far comprendere a tutti quanto sia importante vaccinarsi. Poi avremo modo e tempo di andare in profondità e fare le azioni correttive che, probabilmente, sono figlie di una storia molto lunga. Stiamo già lavorando sulle riaperture delle scuole, incontrando i prefetti. Il problema non è il luogo in sé, ma ciò che accade prima e dopo”.
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