il programma
Le porte del carcere si riaprono col teatro, ritorna lo spettacolo dei detenuti a Gorizia
Presentata la rassegna che partirà a metà settembre e proseguirà fino a ottobre, arriva l'iniziativa del libro sospeso per regalare un volume al carcere.
Ritorna l’appuntamento che unisce le anime culturali e sociali del teatro, in un intreccio che apre reciprocamente quel luogo invisibile ai più: il carcere. Da settembre a ottobre andrà in scena a Gorizia la quinta edizione di "Se io fossi Caino", festival di teatro e arte ideato da Fierascena presentato questa mattina in municipio. Proprio per questa sua doppia anima, per illustrare il programma oltre alla direttrice artistica Elisa Menon c’erano anche gli assessori al welfare, Silvana Romano, e alla cultura, Fabrizio Oreti.
Il progetto, come ha ricordato Menon, va avanti dal 2016 e «si è sviluppato affinché fosse coerente e integrato con la città», aprendo uno squarcio oltre quelle mura che costeggiano via Barzellini. Proprio quel piccolo carcere diventa così il luogo ideale per sperimentare, andando oltre a un’idea di assistenzialismo tout court verso le persone rinchiuse dietro le sbarre, aprendo allo stesso tempo «spazi ulteriori su ciò che pensiamo sia il carcere». Un lavoro portato avanti insieme a Caritas e Comune, con il contributo economico della Regione.
L’aspetto sociale emergerà fin da subito con il primo evento in programma, il 14 settembre riservato ai detenuti e alle loro famiglie: i bambini potranno entrare nella struttura per trascorrere una giornata con i padri, assistendo allo spettacolo di burattini di Michele Polo. Aspetto sottolineato da Romano, questo, rilevando come a Gorizia ci siano 41 detenuti con figli e 84 bambini. Oreti, dal canto suo, ha evidenziato come «troppe volte la cultura è vista solo come occupazione del tempo libero, invece può cambiare un aspetto della nostra vita quotidiana».
Gli appuntamenti aperti al pubblico, invece, saranno sabato 21 e mercoledì 25 settembre. La prima data vedrà la messa in scena dello spettacolo diretto dalla stessa Menon, Effetto Bosco, che ha coinvolto una decina di detenuti (sette saranno in scena, due sono usciti nel frattempo e un altro ha ottenuto il regime di semi-libertà) grazie anche alle docenze offerte dall’ente di formazione professionalizzate Soform. Partiti da gennaio, il debutto è atteso alle 14 e per poter assistervi è richiesta la prenotazione entro le 12 di giovedì 12 settembre: il modulo è online su www.fierascena.org.
Analoga procedura anche per il secondo appuntamento, che vedrà protagonista il mago-comico Luca Regina alle 14: ha lavorato in tutti i principali Festival di teatro di strada in Italia e in Europa, al New Orleans Fringe Festival, in Messico per la Caruana de la Risa, in Bosnia per progetti di recupero post bellici. Entrambi gli appuntamenti saranno nel cortile interno della casa circondariale. Lunedì 23 settembre, invece, lo spettacolo sarà riservato ai detenuti con la proiezione del film La seconda vita, alla presenza del regista Vito Palmieri con la collaborazione del Kinemax.
L’ultimo evento teatrale del Festival si terrà a ottobre, in data ancora da fissare, all’Auditorium della cultura friulana di via Roma dove andrà in scena in matinée lo spettacolo Il giovane criminale, di e con Salvatore Striano, ex detenuto e oggi attore di cinema e teatro che ha lavorato con Matteo Garrone, i fratelli Taviani e molti altri. Lo spettacolo è organizzato per gli alunni delle scuole di Gorizia e provincia ma sarà comunque possibile accedere fino a esaurimento posti disponibili.
"Se io fossi Caino" ha anche in programma un seminario di formazione sul teatro in carcere, con partecipanti attesi da tutta Italia e al cui termine verranno selezionati alcuni allievi per seguire la rassegna. A ottobre saranno poi organizzati tre appuntamenti aperti al pubblico dal titolo "Aria e luce. Il teatro in carcere: istruzioni per l’uso", per offrire uno sguardo non standardizzato sul luogo carcere attraverso il racconto delle complessità che esso incarna.
Infine, spazio all’iniziativa del Libro sospeso, realizzata in collaborazione con la libreria Ubik di Gorizia, presso la quale sarà possibile acquistare un libro da donare alla biblioteca del carcere allegando una propria recensione. I testi saranno poi inclusi in un catalogo a disposizione degli stessi detenuti. Da segnalare anche la distribuzione di Numero 8, il magazine del Festival che sarà redatto dai detenuti sotto la direzione di Marco Bisiach, giornalista de Il Piccolo, e distribuito durante gli incontri di restituzione dei risultati.
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