Polemica sul 12 giugno a Gorizia, Slovenska: «Non fu liberazione»

Polemica sul 12 giugno a Gorizia, Slovenska: «Non fu liberazione»

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Polemica sul 12 giugno a Gorizia, Slovenska: «Non fu liberazione»

Di Redazione • Pubblicato il 07 Giu 2022
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La cerimonia alle 9, la minoranza slovena replica: «No stravolgere la storia a fini elettorali».

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Domenica non sarà solo il giorno delle elezioni, ma anche quello della "seconda liberazione" di Gorizia. Il 12 giugno, infatti, cade l'anniversario del ritiro delle truppe titine dalla città, dopo il loro ingresso a inizio maggio 1945 liberandola dall'occupazione nazifascista. Un momento che da qualche anno è stato istituito formalmente come commemoriazione e ricordato anche questa mattina dal sindaco Rodolfo Ziberna, in occasione della visita in città del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che ha incontrato nel pomeriggio le associazioni di esuli istriano-dalmati.

Alle 9 al Parco della Rimembranza, quindi, il primo cittadino sarà presente per ricordare le persone che vennero catturate dai partigiani jugoslavi durante quei 40 giorni. A prendere posizione è anche la Slovenska skupnost, che in una nota si dice "convinta che quel giorno del 1945 non ci fu alcuna liberazione. L'unica liberazione avvenne il primo maggio 1945, quando i partigiani del Fronte di liberazione Nnazionale, insieme ad altre forze alleate, entrarono a Gorizia e la liberarono dall'occupazione nazifascista. Il 12 giugno vi fu solo un cambio tra le forze alleate nell'amministrazione del territorio liberato".

"Questo - rimarca il partito della minoranza slovena - fu il risultato degli accordi tra gli Alleati, che sconfissero vittoriosamente la forze nazi-fasciste in tutta l'Europa. La Slovenska skupnost con questo non vuole negare che durante i 40 giorni dell'amministrazione partigiana di Gorizia siano avvenute deportazioni e massacri, degni di ogni condanna. Tuttavia, la massima condanna vale anche per la persecuzione durata un quarto di secolo degli sloveni da parte del fascismo e del nazismo, che attende ancora un adeguato riconoscimento. In questo senso, non c'è bisogno di stravolgere la storia a fini elettorali, come purtroppo dovrebbe accadere domenica".

"La città, che insieme a Nova Gorica tra poco più di due anni diventerà la capitale europea della cultura, ha piuttosto bisogno di azioni fortemente simboliche come lo è stata la stretta di mano tra i presidenti Sergio Mattarella e Borut Pahor a Bazovica nel 2020" conclude la nota.

Nella foto: manifestazione filojugoslava a Gorizia nel 1945 (Archivio fotografico dell' Istituto friulano per la Storia del Movimento di Liberazione)

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