Poche risorse e carenza di giovani, le sfide della piccola Moraro raccontate dal sindaco Colombo

Poche risorse e carenza di giovani, le sfide della piccola Moraro raccontate dal sindaco Colombo

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Poche risorse e carenza di giovani, le sfide della piccola Moraro raccontate dal sindaco Colombo

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 03 Dic 2020
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Poche risorse economiche e i problemi legati all'impianto di compostaggio, viaggio nella Moraro del sindaco Umberto Colombo.

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Essere un piccolo comune significa spesso essere anche una comunità dove tutti si conoscono e si danno una mano. Il rovescio della medaglia, però, è che non sempre ci sono i servizi necessari per le necessità quotidiane, che sia un supermercato, un’edicola o una farmacia. Se poi ci si aggiunge il fatto che la popolazione è composta per la gran parte da over 65, il problema è ancora più acuto. Tematiche che conosce bene Umberto Colombo (nella foto), 78enne sindaco di Moraro, che dal 2016 guida l’amministrazione comunale. Già nei dieci anni precedenti, però, aveva vestito i panni del vice, e ha visto cambiare inevitabilmente il contesto locale.

“Siamo una piccola realtà - ci racconta -, dove non c’è un grosso flusso per persone che vengono ad abitare qui da fuori. Anche perché non sono state fatte costruzioni particolari in questo senso. È sicuramente un nucleo coeso di persone, dove sopravvivono le tradizioni di una volta, ma abbiamo una grossa carenza di giovani. Qui c’è solo la scuola materna e, di conseguenza, la loro vita dalle elementari in poi si svolge principalmente nei centri vicini”. Limite a cui si cerca di sopperire con le attività associative e sportive. In ogni caso, si tratta di un territorio dove la vita trascorre serenamente, con eventi criminosi praticamente assenti, se si esclude l’unico tentativo di furto in una casa avvenuto lo scorso anno.

Il numero di abitanti e l’estensione del territorio, però, inficiano sulle risorse riservate annualmente dalla Regione alle amministrazioni locali. “Paradossalmente - sottolinea il primo cittadino -, un comune con meno abitanti ma più ampio come Dolegna del Collio riceve più soldi di noi”. Inoltre, la carenza di personale nega anche la possibilità di lavorare sulle diverse fonti di contributi pubblici esistenti, dall’ambito locale a quello europeo. Su questo fronte, il Comune ha avviato una serie di convenzioni con le realtà limitrofe, ma i problemi rimangono comunque. “Nonostante le difficoltà, in questi anni siamo riusciti a fare diverse cose, come le tribune del campo sportivo che verranno fatte all’inizio del prossimo anno”.

Prossimamente, verrano inseriti anche tre nuovi autovelox. La questione finanziaria, comunque, rimane un punto cruciale e si interseca con la presenza dell’impianto di compostaggio di Isontina ambiente, attivo d una ventina d’anni e presente poco fuori dal centro urbano, in località Gesimis. “Questo sito è una grossa spina nel fianco per noi - ammette -, anche se fino a tre anni fa ci dava una notevole spinta sotto l’aspetto economico, perché Isa ci rimborsava per il disagio con circa 70mila euro all’anno". Una cifra che rappresenta il 10% del bilancio comunale standard, diventando 15mila “senza preavviso e ancora oggi non ho capito il perché”, spiega Colombo. Grazie a quei soldi, per anni è stato possibile non alzare l’imposta sui rifiuti.

Cosa che Colombo vuole mantenere, nonostante dall’assessore regionale all’ambiente, Scoccimarro, non siano arrivate ancora risposte. A tutto ciò, si somma “il cattivo odore che si diffonde nel periodo estivo, avvolgendo parte del paese e quelli vicini”. Il prossimo step sarà ora interpellare direttamente Fedriga, anche grazie all’aiuto del consigliere regionale della Lega, Diego Bernardis. “Nel 2019 la Regione ci ha stanziato un contributo straordinario di 40mila euro e quest’anno nulla. In questo modo mi ritrovo in estrema difficoltà a chiudere il bilancio. Servirebbe una legge che ci permetta almeno di sopravvivere. Da Trieste hanno detto che la riduzione dell’importo sarebbe legato a una norma europea, ma non mi è chiara la cosa”.

Come detto all’inizio, i piccoli comuni sono anche comunità dove tutti si conoscono. Questi mesi di pandemia hanno certamente messo alla prova il tessuto sociale, visto anche che molti abitanti hanno una certa età e sono fragili. “Il Covid fa paura a tanti - confessa il sindaco -, anche ai più giovani che, se a marzo seguivano poco le regole, ora hanno capito come bisogna comportarsi”. In ogni caso, rimane la volontà di dare un piccolo aiuto per Natale: “Regaleremo un pacchetto di 10 mascherine l’uno agli anziani e destineremo di 2mila euro per le famiglie più bisognose, sotto forma di buoni spesa, tutto a carico dell’amministrazione”. Ulteriori 2mila sono stati dati come aiuto alle imprese che hanno per la Tari alle imprese che hanno chiuso in primavera.

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