Platania racconta dei propri ‘Piccoli diavoli, poveri diavoli’, la storia degli uomini comuni nella grande Storia

Platania racconta dei propri ‘Piccoli diavoli, poveri diavoli’, la storia degli uomini comuni nella grande Storia

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Platania racconta dei propri ‘Piccoli diavoli, poveri diavoli’, la storia degli uomini comuni nella grande Storia

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 31 Mag 2025
Copertina per Platania racconta dei propri ‘Piccoli diavoli, poveri diavoli’, la storia degli uomini comuni nella grande Storia

Il romanzo del docente ripercorre numerosi racconti ascoltati da giovane e riemersi dopo le guerre in Ucraina e Gaza. Il dialogo con il professor Volpi.

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Un libro nato dalle donne. “Piccoli diavoli, poveri diavoli” di Maurizio Platania è un libro nato solamente dai racconti delle donne: «Mia nonna, mia madre, le cugine di mia madre e le seconde cugine di mia madre», così Platania che ha presentato la propria opera nella XXIesima edizione di èStoria, a Gorizia, dialogando con Gianluca Volpi. Entrambi docenti, hanno rievocato le storie raccontate nel romanzo, edito da Manni editori, che ripercorre vita ed emozioni di persone nate e vissute tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

«Gli uomini non raccontano - ha proseguito Platania - come mio zio che, tornato dalla Campagna di Russia, disse che “si era salvato”. Mentre sono state le donne della mia famiglia sono state sempre meno perché di errori».

Platania ha ribadito come abbia ascoltato i racconti della propria famiglia da giovane, «dopo aver compiuto i diciotto anni quando mia nonna iniziò a raccontarmi» e di aver iniziato a scrivere nel momento in cui «la situazione internazionale è cambiata con le ultime guerre». Ormai «non seguo più le vicende belliche perché mi basta quanto ho già visto fin’ora». Platania non ha trattato con i guanti di velluto varie situazioni: «È empiricamente provato che le guerre non servono a nulla e non risolvono nulla. Si veda la guerra in Jugoslavia che ha creato tante piccole Jugoslavie».

Platania ha commentato in modo positivo la Capitale Europea della Cultura a Nova Gorica e Gorizia «se pensiamo a quanto ha vissuto questo confine, a quanto ci siamo detti gli uni contro gli altri. “Noi” e “loro” è un modo di ragionare pericoloso: esportare un modello presunto superiore è ugualmente pericoloso e non funziona».

«Hegel ricordava che “se la storia ha qualcosa da insegnare è che non ha nulla da insegnare” e lo abbiamo visto nel Novecento», cosi Volpi che ha detto di «non credere nella ciclicità della storia. I protagonisti del romanzo di Platania possono decidere del proprio destino. Sono i piccoli diavoli che spesso hanno a che fare con i grandi diavoli».

I piccoli e poveri diavoli raccontati dal Platania sono Francesco, magistrato austriaco che preferisce la libera professione pur di non indagare sui delitti politici che insanguinano l’Istria nei primi anni del Novecento. Sono Giustina e il marito Fritz, che dopo la Grande Guerra vanno a stare a Vienna. È Wanda, la figlia, che trascorre l’infanzia in un paesino del Goriziano, e vive la fine della Seconda guerra mondiale nella capitale austriaca martoriata dai bombardamenti. È Claudio, cugino di Giustina, prigioniero dei russi nel 1916, poi liberato in quanto di nazionalità italiana. Ed è Günther, reduce del fronte russo e futuro cognato di Wanda, che ritorna nella Vienna occupata nel 1946 per rifarsi una vita.

Piccoli diavoli poveri diavoli è il romanzo dei Prampolini, famiglia mitteleuropea che vive la propria piccola storia privata nella cornice della grande storia dell'Otto e del Novecento, raccontata da un discendente che saltella tra le pagine, le epoche, le città.

Il rischio, per il futuro, secondo Volpi, «è che si perda il racconto e che lo storico perda la passione pur affrontando i temi con onestà intellettuale». Racconto che, a oggi, per i “piccoli diavoli”, è stato salvato e reso in volume dallo stesso Platania. 

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