il convegno
Più friulano nella pubblica amministrazione, idee a Capriva

Buone pratiche e proposte per valorizzare il friulano, anche nella pubblica amministrazione.
Concorsi pubblici con prova in lingua friulana e albo regionale dei segretari. Per la scuola, modello ladino con il friulano lingua veicolare. Sono stati questi due degli spunti principali nati ndal convegno “Il furlan e altris lenghis minoritariis te aministrazion publiche”, organizzato dall’Assemblea di comunità linguistica friulana a Capriva del Friuli. Proposte nate seguendo l’esempio di quanto già accade per la minoranza francese in Val d’Aosta, ma guardando anche a forme di tutela ancora più stringenti come in Alto Adige.
Qui infatti, i concorsi pubblici degli enti locali sono organizzati su base linguistica: una percentuale di posti solo per tedeschi, una solo per gli italiani e una solo per i ladini a seconda della composizione della popolazione del comune o della provincia. Presso Villa Russiz, amministratori pubblici di Friuli Venezia Giulia, Trentino,Alto Adige e Valle d’Aosta sono stati stimolati a promuovere l’utilizzo della lingua locale nei rapporti con i cittadini. Diversi gli esempi concreti portati nella discussione, con interventi da tutta Italia
“In Friuli ci sono esperienze interessanti - ha detto il presidente dell’Agenzia per la lingua friulana, Eros Cisilino - come quelle del corpo di polizia locale di Tolmezzo che risponde in friulano al telefono, ma serve una pianificazione di queste iniziative per renderle organiche. Ad esempio, Arlef ha appena emesso un bando per la cartellonistica e i comuni aderenti sono circa 130 e coincidono con quelli aderenti ad Aclif”. La parola è stata presa anche dalla componente slovena, con Erika Hrovatin che ha illustrato l’Ufficio centrale per la lingua slovena.
Creato dalla Regione nel 2015, questo ente è di riferimento per 32 enti tra Comuni, Aziende sanitarie e Camere di commercio e in sei comuni della regione c’è il bilinguismo perfetto, dove tutti gli sono redatti in sloveno e in italiano. Per quanto riguarda i friulani, invece, le prospettive per l’utilizzo della marilenghe nella pubblica amministrazione sono state illustrate da Enrico Torresin dell’Arlef, con tre progetti obiettivo previsti dal nuovo Piano di politica linguistica per il friulano di recente approvato, che prevede interventi per 5 milioni all’anno per i prossimi 5 anni.
Le aree interessate sono quindi le segnaletiche stradali e per gli uffici, la formazione del personale per la conoscenza della lingua e dei diritti linguistici e i servizi per i siti internet ed altre tecnologie. A questo proposito, il presidente dell’Aclif, Markus Maurmair, ha ricordato che l’Assemblea ha realizzato un risponditore automatico italiano-friulano messo a disposizione dei comuni e che ha già avuto 14 sottoscrizioni da parte di amministrazioni locali, prossimamente – ha aggiunto Maurmair – Aclif produrrà un vessillo di appartenenza all’Assemblea.
L’intervento finale del convegno è stato quello del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, che ha richiamato l’importanza della tutela delle minoranze linguistiche anche da un punto di vista della promozione del territorio e dello sviluppo intellettivo. “Abbiamo avuto la conferma che dobbiamo stimolare la domanda di diritti linguistici da parte dei cittadini - così Alessandra Vanone del direttivo Aclif - mantenendo la barra sulla tutela del friulano nell’attività della pubblica amministrazione senza esitazioni e tentennamenti”.
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