Pittore, politico, amico:  così Cormons saluta Luciano De Gironcoli

Pittore, politico, amico: così Cormons saluta Luciano De Gironcoli

IL RICORDO

Pittore, politico, amico: così Cormons saluta Luciano De Gironcoli

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 27 Ott 2024
Copertina per Pittore, politico, amico:  così Cormons saluta Luciano De Gironcoli

In tanti ieri hanno voluto ricordare l'artista durante la commemorazione nella Sala Civica. L'impegno per l'arte, la politica e gli altri al centro delle parole di chi è intervenuto.

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La passione politica, quella per l'arte. In poche parole: la passione per gli altri. E poi, la famiglia. Luciano De Gironcoli era lì, ben presente nel momento di commemorazione che ieri mattina ha gremito la sala civica del Comune di Cormons. Sollecitato da Lucia Toros, sposato subito dal sindaco Felcaro come iniziativa dell'amministrazione, questo momento ha richiamato i tanti che hanno incrociato la loro esistenza con quella dell'artista, dell'educatore di comunità, dell'uomo politico, del semplice vicino di casa pronto a ricambiare un saluto, cosa purtroppo non scontata nella frenesia dell'oggi.

Un suo dipinto in bella vista e poi tante persone a ricordarlo, con parole che trasudano la tristezza del momento ma che sono soprattutto ricordi densi, carichi di quei significati profondi che Luciano metteva in tutto ciò che faceva: e non mancano i sorrisi, persino le risate agli aneddoti che scorrono nelle parole di chi lo ricorda.

«La nostra presenza qui dimostra la necessità che ci sia a Cormons un luogo per le cerimonie come quella di oggi: e già qui si vede lo spiritello polemico di mio padre» esordisce la figlia Valentina, circondata dall'affetto degli amici interpreti venuti come lei da Bruxelles, pronta a ringraziare il personale infermieristico e l'ambulatorio per le cure palliative di Cormons che ha messo a disposizione la propria empatia e umanità nell'assisterli.

«Oggi sono orgogliosa della stima e dell'affetto che mio padre ha saputo conquistare: si percepisce un senso di comunità che è l'unico antidoto all'odio e alla guerra. Non so se a lui sarebbe piaciuta questa mattinata, forse avrebbe preferito maggiore autogestione. Nei giorni scorsi – prosegue Valentina - mi sono sentita come se stessi preparando una festa a cui poteva esserci anche mio padre ed è un po' così perchè il dolore può prendere mille forme».

«Nel mio convinto ateismo, sono certa che lui sia nel paradiso dei pittori, su una nuvoletta con il suo amico di sempre Cuki, con Mochiutti, Di Iorio, Mauro Mauri... A correggere Matisse, a parlare di chiaroscuro con Goya e Rembrandt. Negli ultimi mesi ha voluto affrontare da solo la malattia perchè non voleva dare un dispiacere a chi aveva già vissuto esperienze simili. Nella sua vita non sono mancate le polemiche ma alla fine non ha pensato agli screzi: i suoi ultimi pensieri sono stati per l'arte e i quadri: è stato pittore fino alla fine».

Da qui, l'impegno personale di Valentina: «Mi sono ripromessa di difendere la sua arte con le unghie e con i denti e sarò grata a chi vorrà celebrare il suo lavoro. Evviva l'arte. Ciao papà». Valentina siede nuovamente in prima fila accanto alla madre Elvia. Le persone si succedono al microfono per ricordare i suoi vibranti discorsi sul decadimento dell'arte, il ruolo di nonno che Luciano assumeva con i bimbi di conoscenti e amici, le sue doti culinarie, i ricordi di una vita impegnata in cortei, scioperi, manifestazioni, testimonianze di un impegno politico ormai sbiadito nella collettività.

Lo ricorda il presidente della comunità La Tempesta Alessandro Sartori, per la pazienza dimostrata con i ragazzi a cui dedicava due pomeriggi a settimana nei laboratori artistici in cui aveva coinvolto anche Enzo Valentinuz e Salvatore Puddu.

Ne ricorda la carriera di assessore comunale all'Istruzione e alla Cultura l'ex sindaco Luciano Patat menzionandolo anche come il promotore di quell'alleanza di sinistra che ha portato alla nascita, nel 1990, di Uniti per Cormons, senza dimenticare il ruolo di appassionato docente dell'Unitrè, per la quale ha anche realizzato la preziosa e ormai introvabile pubblicazione dedicata alla Scuola di Gorizia.

Lo ricorda Maya Valentinuz ringraziandolo per la sua amicizia con il padre Enzo e per la vicinanza alla famiglia dopo la sua scomparsa «L'arte non muore mai, resterai nel cuore di tutti. Eri presente al momento giusto, con poche parole ma sempre vicino».

Lo ringrazia don Alberto de Nadai «perchè mi hai aiutato a essere un prete aperto. Ci siamo conosciuti nel 1964 e mi hai fatto capire la necessità di passare dalla religione, che dal vertice ti impone di fare e dire certe cose, al Vangelo, che parte dalla gente ed è chiesa viva. Nel 2014 era venuto a Mossa dove avevo radunato degli artisti per dipingere e lavorare con alcuni detenuti e per tutto il giorno hanno dipinto nel giardino».

«Quest'anno – sempre don Alberto - gli avevo chiesto, su sollecitazione del figlio Dino, di organizzare una mostra su Gigi Castellan e Luciano aveva subito accettato, dicendomi che però prima sarebbe dovuto andare in ospedale. Questa mostra dovrebbe essere nel 2025, adesso il suo posto verrà preso da Franco Dugo».

E, parlando di mostre, il De Gironcoli pittore, critico, gallerista affiora dalle memorie di Emanuela Uccello: «Ero una giovane studentessa universitaria, l'ho conosciuto tramite Giorgio Valvassori e Roberto Kusterle e insieme abbiamo fondato lo studio d'arte “Exit” e l'associazione omonima. Nel settembre di quell'anno, in via Favetti, abbiamo aperto la nostra galleria dove abbiamo realizzato anche delle mostre transfrontaliere». 


«Gli sono molto riconoscente perchè se oggi faccio il mio lavoro è anche grazie a lui. Verso Luciano ho sempre avuto affetto e stima: non è stato un maestro ma un amico cui poi si è aggiunto un rapporto familiare con Elvia e Valentina. E, assieme a lei, mi impegnerò a difendere la sua arte».

La specialità di Luciano riecheggia nelle parole di Elena Gasaprin, di una vicina di casa e di Rosella Zentilin dell'associazione culturale A di Marano Lagunare: negli scorsi mesi il sodalizio aveva ospitato nei suoi spazi una mostra di De Gironcoli e l'auspicio è quello, nell'anno della Capitale europea della Cultura, di vedere un evento a lui dedicato.

Le note di “Satisfaction” dei Rolling Stones accompagnano l'uscita degli amici dalla sala civica. Un brindisi improvvisato, come sarebbe piaciuto a lui, conclude il saluto in quella piazza XXIV maggio dove quotidianamente era solito raccogliere pensieri e umori della gente mentre leggeva il giornale nei bar. 

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