Pipistrel si allarga e rilancia su Gorizia, 200 aerei assemblati all'anno

Pipistrel si allarga e rilancia su Gorizia, 200 aerei assemblati all'anno

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Pipistrel si allarga e rilancia su Gorizia, 200 aerei assemblati all'anno

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 20 Feb 2023
Copertina per Pipistrel si allarga e rilancia su Gorizia, 200 aerei assemblati all'anno

Impiegati 45 dipendenti nella sede di via Fratelli Rusjan, «siamo l'unica azienda al mondo del settore».

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Nata nel 1989 da Ivo Boscarol, la Pipistrel oggi è una della aziende più importanti al mondo per la produzione di velivoli elettrici. A Gorizia, però, il suo nome divide ancora l’opinione pubblica, dopo che, a seguito dell’apertura dello stabilimento in via Fratelli Rusjan e i contributi erogati dalla Camera di commercio, non c’è stata l’assunzione “di massa” come pronosticato. Oggi, nella sede presso l’aeroporto Duca d’Aosta lavorano 45 dipendenti, sui 300 totali distribuiti tra Aidussina e Vipava, in Slovenia.

È proprio il mito negativo dell’assenza di lavoro che l’azienda vuole sfatare, aprendo questa mattina le sue porte al sindaco Rodolfo Ziberna. Ad accoglierlo c’erano il direttore dell’ingegneria Paolo Romagnolli, il direttore della produzione Dušan Likar e il nuovo presidente Gabriel Massey. Boscarol, dallo scorso marzo, è diventato infatti socio di minoranza della sua “creatura”, cedendo la gran parte delle quote al colosso americano Texton, del cui gruppo da 12 miliardi l’anno fanno parte anche Cessna, Beechcraft e Bell.

All’incontro non c’era quindi l’imprenditore, bensì i nuovi vertici che hanno assicurato di voler continuare a investire sul territorio. Soprattutto su quest’area. “Qui assembliamo 200 aeroplani all’anno - ha illustrato Romagnolli, arrivato alla Pipistrel in stage per completare la tesi di laurea e poi rimasto - Uno per ogni giorno lavorativo”. I tempi per realizzare uno dei dieci modelli esistenti possono andare dai due ai sette mesi di attesa, tra acquisto dei materiali, produzione e costruzione. In ogni caso, tutti vengono qui.

Il “segreto” è il fatto che questa è “l’unica azienda al mondo che assembla aerei elettrici - rimarca il dirigente - Quest’anno puntiamo a far prevalere la parte elettrica su quella a benzina”. La tecnologia usata è ai primo posti al mondo, tanto da aver vantato in passato collaborazioni con Uber. Ora, il progetto più ambizioso è quello per realizzare il Nuuva V300, drone cargo da 250 chili e 1.7 tonnellate, con 15 metri di apertura ali. Sarà senza pilota, anche da remoto: “Volerà entro fine anno” e si cerca un’area dove fare i test.

Questa potrebbe essere proprio Gorizia, oltre alla produzione stessa del modello dal 2025 in poi. Già ora è in previsione un ampliamento degli spazi per ulteriori 4mila metri quadri, oltre a un possibile investimento futuro per ulteriori 10mila metri quadri di metratura. Mentre cresce l’esigenza di spazi, cresce anche quella di personale: “In Slovenia abbiamo difficoltà a trovare persone - spiega Likar - ma non in Italia”. La collaborazione con l’Istituto Malignani di Udine è fissa, con quattro studenti in stage ogni anno, nonché con gli atenei.

C’è infatti un filo diretto con Politecnico di Milano e Technical University di Delft, in Olanda. La provenienza di tanti è internazionale, mentre a Gorizia la quasi totalità è stata trasferita originariamente da Aidussina. Ora si punta a inserire forze fresche, anche locali, in un contesto lavorativo dove l’età media è di 30 anni. A breve, saranno completati nuovi uffici al piano terra e al primo. Consci degli annunci fatti in passato, nessuno fa previsioni su quanti assunti serviranno, ma Romagnolli precisa: “Noi non siamo mai regrediti, mai perso soldi e personale”.

I modelli realizzati qui costano da 90mila a 700mila euro, con il più ambito e celebre che è il Panthera a quattro posti. Per ora è la capienza massima, ma l’idea per il futuro è di aumentarla, puntando così a trasformare il concetto stesso di volo. Ad ascoltare i progetti c’erano anche i vertici della consortile Ada, a partire dal presidente Antonino Vivona, che vorrebbero poter rendere il sito un “aeroporto sperimentale”, con linee separate per aerei e droni. Serve però l’avvallo di Enac e Ziberna ha assicurato disponibilità nel dialogare con il ministero competente.

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