Il sito unesco a rischio
La pioggia irrompe nella Basilica di Aquileia, volontari al lavoro per salvarne il patrimonio
Il maltempo ha minacciato anche gli interni dell'importante sito Unesco, con il pronto intervento dei volontari per ripulirlo. Ma la minaccia idrogeologica rimane.
Torna a farsi sentire il problema idrogeologico ad Aquileia, colpita come tanti altri centri della Bassa dal fitto maltempo delle ultime ore. Questa volta l'acqua è arrivata fino agli interni della Basilica patriarcale, richiedono l'immediato intervento della locale squadra di Protezione civile per evitare che nascessero gravi danni alle opere e alla struttura. Una decina di volontari è così accorsa nel pomeriggio di ieri, ripulendo dall'acqua la zona edificata nel IX secolo e dove sono custoditi gli importanti affreschi del plesso, datati XII secolo. Appena poche ore prima, gli stessi operatori erano impegnati a svuotare le cantine della zona, anch'esse vittime delle abbondanti piogge.
Nella tarda mattinata di oggi si terrà il sopralluogo della Soprintendenza regionale, per constatare lo stato della situazione, mentre nel pomeriggio proseguiranno i lavori di aspirazione da parte della Protezione civile. Già ieri mattina il sindaco Emanuele Zorino e il direttore della Fondazioen Aquileia, Alberto Bergamin, si sono recati sul posto per fare il punto sulla situazione. "Siamo intervenuti subito nella cripta degli affreschi - sottolinea il primo cittadino -, ora dovremo capire come procedere nella cripta ddei mosaici, dov'è entrata anche lì un po' d'acqua". Non sono comunque emersi danni, anche grazie al pronto intervento dei volontari.
La problematica degli allagamenti nel comune è una questione che si ripresenta ormai da anni e ad essere sempre più minacciati sono proprio i beni storici del sito Unesco. "La questione si sta facendo sentire sempre di più - prosegue Zorino - e impone una riflessione a livello generale su una serie di interventi a lungo termine, sia per mettere in sicurezza la città e sia per tutelare il patrimonio archeologico". Già l'anno scorso, in occasione delle forti mareggiate che avevano colpito la costa, l'amministrazione aveva chiesto l'apertura di un tavolo per discutere del da farsi. Anche perché l'urgenza di intervenire è tanta, come spiegato in uno studio pubblicato nel 2018 sul futuro di 54 città Unesco.
"Secondo questa ricerca - ammonisce Zorino -, Aquileia è al secondo posto per rischio scomparsa nell'area mediterranea, dopo Venezia. A preoccupare è soprattutto il pericolo derivante dall’esondazione del fiume Natissa, che già l'anno scorso ha messo in perisolo gli scavi. "Attualmente abbiamo un tavolo aperto per tutti gli enti che si occupano della questione idrogeolica, è sicuramente una progettualità del prossimo futuro che va affrontata a livello macro". Nel frattempo, però, imprescindibile è il ruolo dei volontari: "La Protezione civile è riuscita a intervenire in breve tempo. Il suo organico è cresciuto nell'ultimo anno e mezzo di 30 unità, con tanti giovani disponibili, e il suo implemento rappresenta il 10% dei nuovi ingressi in tutta la regione nel 2020".
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