Una pietra romana emerge dall'Isonzo, la scoperta a Savogna

Una pietra romana emerge dall'Isonzo, la scoperta a Savogna

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Una pietra romana emerge dall'Isonzo, la scoperta a Savogna

Di Redazione • Pubblicato il 02 Giu 2022
Copertina per Una pietra romana emerge dall'Isonzo, la scoperta a Savogna

Scoperta laddove sorgeva l'antico ponte, trasferito al museo di Farra.

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Un antica pietra è riemersa dalla acque dell'Isonzo. Ieri mattina, i vigili del fuoco del Friuli Venezia Giulia sono intervenuti a Savogna su richiesta della Soprintendenza archeologia regionale, provvedendo al recupero nell'alveo del fiume di un elemento lapideo di origine romana. L'opera è riconducibile al così detto Ponte della Mainizza, che sorgeva nei pressi in epoca imperiale. Si trattava della struttura che attraversava il fiume Aesontium e che faceva parte della strada romana che collegava Aquileia ad Aemona, l’odierna Lubiana.

Il percorso proseguivaoltre verso il Danubio: la struttura, più volte distrutta e ricostruita - anche con il riutilizzo di blocchi decorati o iscritti, parte di monumenti che sorgevano lungo la strada - era stata già identificata nel secolo scorso e pure in passato il fiume aveva restituito a più riprese alcuni di questi materiali. Il prezioso reperto, segnalato da un cittadino goriziano nelle settimane precedenti, riporta un’epigrafe frammentaria in lingua latina ed è stato imbragato dai sommozzatori del Nucleo di sccorso subacqueo e acquatico di Trieste.

Il tutto è stato recuperato tramite un escavatore cingolato in dotazione al Gruppo operativo speciale del Comando di Udine. Una volta portato a riva, il reperto è stato trasferito, sempre sotto la supervisione del personale della Soprintendenza, presso il Museo di documentazione della civiltà contadina friulana di Farra d'Isonzo, dove con l’ausilio dell’autogru del comando dei vigili del fuoco di Gorizia è stato scaricato. Il reperto verrà esaminato e studiato in vista di una futura fruizione da parte del pubblico.

Alle operazioni di recupero hanno collaborato i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine e delle locali stazioni di Gradisca e Savogna e personale del Comune di Farra, senza dimenticare la disponibilità del personale del Servizio difesa suolo regionale, dell’Ente tutela patrimonio ittico, del Comune di Savogna e di specialisti dell’Università di Udine.

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