Piedimonte - Podgora celebra i cinquant'anni del monumento alla Resistenza, «essere degni dei nostri predecessori»

Piedimonte - Podgora celebra i cinquant'anni del monumento alla Resistenza, «essere degni dei nostri predecessori»

La cerimonia

Piedimonte - Podgora celebra i cinquant'anni del monumento alla Resistenza, «essere degni dei nostri predecessori»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 21 Set 2025
Copertina per Piedimonte - Podgora celebra i cinquant'anni del monumento alla Resistenza, «essere degni dei nostri predecessori»

Sentita commemorazione tra musica, poesie e testimonianze. Ricordati i caduti e chi ha lavorato per la costruzione del luogo.

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Cinquant’anni di storia. È quanto è stato celebrato ieri pomeriggio a Piedimonte Podgora a Gorizia ieri, 20 settembre, per il mezzo secolo di vita del monumento alla Resistenza. Un’iniziativa fortemente voluta dalla locale sezione dell’Anpi-Vzpi e dal Prosvetno društvo Podgora, che è stata accompagnata dagli interventi istituzionali e dalle esibizioni del coro misto “Mirko Špacapan” e degli alunni della scuola elementare di Piuma-Pevma. Ospite d’onore il coro partigiano triestino “Pinko Tomažič”, che si era già esibito lo stesso 28 settembre 1975, giorno dell’inaugurazione. Due coristi presenti allora hanno cantato di nuovo ieri, diretti da Pia Cah.

Dopo la deposizione delle corone, sono stati letti i nomi delle 54 persone cui il monumento è dedicato: caduti nella lotta di liberazione, morti nei campi di concentramento, vittime del fascismo e di guerra. Alla memoria di ciascuno è stato rivolto un minuto di silenzio. A seguire hanno preso la parola il presidente e il vicepresidente della sezione Anpi-Vzpi, Ennio Francavilla e David Raida, che hanno ricordato i partigiani caduti e i sopravvissuti che promossero la realizzazione del monumento. Parole commosse sono state rivolte anche a Luciano Pelizzo, figura storica dell’Anpi-Vzpi locale e del sodalizio Paglavec, scomparso venerdì alla vigilia della cerimonia.

«Per chi passa di qui questo monumento può sembrare uno dei tanti, ma per noi, abitanti di Podgora, significa molto di più: è simbolo di unione, comunità e memoria collettiva», ha sottolineato Karin Maligoj, presidente del PD Podgora. Tra gli ospiti anche la senatrice Tatjana Rojc, il consigliere regionale Marko Pisani, il sindaco di Doberdò del Lago Peter Ferfoglia, l’assessore goriziano Maurizio Negro, rappresentanti delle organizzazioni slovene e della dirigenza provinciale dell’Anpi-Vzpi.

Gli alunni della scuola Josip Abram di Pevma, diretti da Martin Srebrnič, hanno proposto il canto “Le vkup uboga gmajna” e alcune letture poetiche di Kajuh, Rodari e altri autori. È intervenuto anche l’architetto Jože Cej, che 50 anni fa firmò il progetto del monumento.

I discorsi centrali sono stati affidati al pubblicista Vili Prinčič e allo storico Štefan Čok: se Prinčič ha ripercorso le fasi che portarono all’opera, caratterizzata dalle due grandi mani intrecciate, ricordando il lavoro di oltre 40 volontari che dedicarono più di 4mila ore, la posa della prima pietra il 1º maggio 1975 e le personalità presenti all’inaugurazione, da Saverio Rožič e Ivan Bregant ad Albino Škerk e Isacco Nahoum, Čok ha invece richiamato l’attenzione sul significato attuale dell’antifascismo: «Se vogliamo essere degni dei nostri predecessori, dobbiamo tornare ai principi e rispettarli coerentemente. Chiedere a noi stessi, alla comunità, agli Stati in cui viviamo, di non alimentare l’odio, di proteggere i più deboli, di non sostenere i violenti e di non distogliere lo sguardo davanti alle ingiustizie e, a volte, agli orrori che accadono sotto i nostri occhi».

Il coro “Špacapan”, diretto da Jurij Klanjšček, ha eseguito i brani “Slovenska zemlja” e “Domov v slovenski kraj”. Poi è tornato in scena il coro “Pinko Tomažič”, con un repertorio di canti partigiani in più lingue, intervallati dai versi recitati da Tjaša Ruzzier e Tatjana Malalan. Gran finale con “Vstajenje Primorske” e “Bella ciao”, interpretate dai due cori insieme. Prima della chiusura, il presidente del “Pinko Tomažič”, Renato Kneipp, ha donato agli organizzatori il volume Tudi spomin je boj! (“Anche la memoria è lotta”). 

Fotoservizio Sergio Marini.

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