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Piano regolatore aggiornato, «Porto di Monfalcone più competitivo»

La Regione ha approvato il documento, ora ultimo step. A fine mese il commissario per l'escavo.
Il piano regolatore del porto di Monfalcone è prossimo alla sua modifica. Lo strumento urbanistico sarà oggetto della prossima riunione del comitato di gestione dell’Autorità di sistema, la quale discuterà in merito alla recente variante localizzata. Atto, questo, approvato negli ultimi giorni dalla Regione, presentato oggi pomeriggio dal presidente dell’Authority, Zeno D’Agostino, e il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. “Abbiamo atteso da ternato tempo la risoluzione di un problema che qualcuno non riteneva risolvibile” il commento del sindaco Anna Maria Cisint in apertura.
L’area interessata è ampia 20mila metri quadrati e fino ad oggi è amministrata dal Piano varato nel 1979. Come ricordato dal numero uno della giunta regionale, “il lavoro è iniziato nel 2015, in questo modo potremo intervenire sulla velocità del porto nonché sulla sua intermodalità, aspetti fondamentali per lo sviluppo dell’area di Monfalcone”. D’Agostino ha evidenziato che la variante ha dovuto anche rispettare le novità normative introdotte nel novembre 2021, quando l’iter era già ben che avviato, rischiando di far naufragare tutto quanto fatto prima. Grazie a ciò, inoltre, si prevede anche una nuova cassa di colmata.
Questa è stata studiata con finalità ecologiche, sul fronte della tutale ambientale. “Nel parere motivato della Vai - ha rimarcato il presidente - si fa riferimento ai luoghi della biodiversità. Ci sarà un monitoraggio pre e post-opera”. Su questo, “è stato messo in campo il buonsenso - così Fedriga - tutelando l’ambiente senza fondamentalismi ideologici”. Un sistema complesso che prende forma, quindi, e nel quale si potrà inserire - una vola terminata l’operazione e con in mano i nuovi strumenti urbanistici - anche la possibilità di avere una banchina da oltre 2,4 chilometri, una delle più lunghe in Europa.
Nel discorso, poi, vanno inseriti gli investimenti sul sistema logistico nel suo complesso, che non riguarda solo i due principali porti - Trieste e Monfalcone - ma anche gli interporti interni e quelli di collegamento con Villach e Budapest. “Non abbiamo così tanta superficie come nell’Europa del Nord - ha rilevato il presidente della Regione - ma possiamo essere ugualmente competitivi. Già ora abbiamo tantissime domande a cui facciamo fatica a rispondere”. In parallelo, prosegue anche l’iter per l’escavo, questione decennale dal valore di 22 milioni di euro, su cui c’è già l’accordo firmato nel 2019 ma si attende ancora il via dell’opera.
“Il 23 maggio avremo un nuovo incontro per definire il tutto - la rassicurazione di Fedriga - ed entro fine mese arriverà la nomina del commissario. Ma un Paese che non è in grado di garantire la possibilità dell’ordinaria manutenzione ha seri problemi, a causa di un caos normativo. La legge è confusa e rischiamo di perdere centinaia di posti di lavoro per questo, l’ho già fato presente a tre diversi governi e altrettanti presidenti del Consiglio Serve una risposta chiara e definitiva”. Sul fronte delle iniziative da fare in porto, invece, D'Agostino ha rimarcato che "un piano regolatore dà certezza a chi viene a investire".
La documentazione relativa alla variante localizzata del Prp di Monfalcone è stata aggiornata dalla giunta regionale con delibera del 13 maggio scorso. Affronta nodi importanti tra cui lo sviluppo dei futuri traffici, l'ammodernamento e l'estensione delle infrastrutture portuali e retroportuali, e non ultima la gestione del delicato rapporto con le aree tutelate e di pregio ambientale. Diversi gli interventi previsti, tra cui una nuova banchina a mare che, unendosi alle aree retroportuali, formerà un "terminal multipurpose", cioè una piattaforma multiuso pensata per accogliere traffici complementari a quelli del Porto di Trieste.
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