il volume
Gorizia, storie di abusi e violenze nel nuovo libro di Nicole Primozic

La scrittrice presenterà per la prima volta il suo nuovo libro sabato 16 dicembre alle 18, nella sala convegni del Kulturni center Bratuž. Le storie.
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Quel pezzo di stoffa in più è il reggiseno che due sorelle, preadolescenti, si vedono costrette a indossare per evitare i viscidi sguardi di chi – incrociandole per strada – vorrebbe spogliarle con gli occhi. “Quel pezzo di stoffa in più” è il titolo del nuovo libro di Nicole Primozic, appena pubblicato da Phasar Edizioni, da ieri disponibile on line su Mondadori Store e Feltrinelli Ibs e che verrà presentato dalla giornalista Patrizia Artico sabato 16 dicembre alle 18 nella sala convegni del Kulturni center Bratuž di Gorizia.
Novanta pagine in cui l’autrice goriziana ci catapulta nell’inconcepibile, assurdo, perverso ma quanto mai attuale tema della violenza sulle donne. La prossimità fra l’uscita del volume e la conclusione del mese dedicato ai femminicidi è puramente casuale e, anzi, Nicole avrebbe volentieri evitato questa concomitanza dal momento che aveva iniziato a lavorare a questo progetto esattamente un anno fa. Due le storie che vengono presentate, la prima delle quali ha dato il “la” al libro.
«Sono stata contattata da Abigail (nome di fantasia, così come tutti quelli che si trovano nel volume) nel novembre del 2022: è una signora di quarantotto anni che aveva letto i miei libri precedenti e mi ha chiesto di raccontare la sua storia». Nicole la intervista per due giorni, la porta a Sistiana e poi a passeggiare nel Carso per poter garantire una cornice per quanto possibile accogliente a una storia ripugnante. Parla di questo nuovo progetto con una cara amica e lei, lasciandola interdetta, le rivela di essere stata a sua volta violentata da ragazza: anche Costanza vuole che Nicole parli di ciò che le è accaduto.
«Inizialmente non me la sentivo – racconta l’autrice: stavo male sentendo i loro racconti. Poi però ho pensato che ciò di cui mi parlavano era qualcosa che loro avevano subito, che il dolore e la rabbia che stavo provando erano nulla a confronto di ciò che avevano provato loro». Le due narrazioni, precedute da una prefazione della psicoterapeuta Marta Alescio, procedono indipendenti. La storia di Abigail è mantenuta in forma di intervista, i fatti di cui narra risalgono a circa trent’anni fa, quando ancora non si parlava di questi temi e nemmeno esisteva una legislazione in materia.
Presa con la forza dal fratello del suo fidanzatino, la ragazza vede la famiglia schierarsi contro la sua decisione di denunciare quanto successo: ed è proprio per spiegare l’importanza della denuncia, dell’ascolto e della comprensione dei messaggi che possono lasciare i bambini che Abigail ha voluto aprire il cassetto di questi dolorosi ricordi. «Vieni, che ti faccio fare una bella esperienza»: sono queste le parole con cui Costanza è stata avvicinata per la prima volta dallo zio, il cognato della mamma appena scomparsa. Erano in casa da soli quella volta e lei aveva solo dieci anni: per i successivi tre non c’è stato giorno in cui non sia stata costretta a subire abusi di cui, probabilmente, tanto la zia quanto la cugina erano al corrente.
«Tanto non ti crederà nessuno» le aveva detto anzi la cugina, che forse subiva le stesse “attenzioni”. E così tutto ciò che è successo in quel periodo è stato chiuso in una cassaforte sepolta in fondo alla memoria fino a quando ne ha parlato al fratello poco prima che se ne andasse, solo pochi anni fa. Lui, che era stato affidato a un’altra zia presso la quale aveva invece subito forti violenze psicologiche, non ha potuto far altro che dirle di essersi accorto a suo tempo che qualcosa non andasse. «Quando le ascoltavo – dice Nicole – ero disgustata, arrabbiata».
«L’unica cosa di cui sono contenta è che Costanza, dopo aver parlato con me, ha finalmente trovato la forza di rivolgersi a uno psicoterapeuta che la sta aiutando a superare tutto e a prendersi cura di quella se stessa bambina a cui si rivolge nel libro». Per realizzare il volume e comprendere il contesto delle violenze sulle donne la scrittrice si è consultata con la questore di Savona Alessandra Simone , riportando in calce al libro l’intervista in cui vengono spiegati i Protocolli “Zeus” ed “Eva”, ideati dalla Polizia di Stato proprio per i casi di violenza sessuale e di genere.
Il ricavato dalle vendite verrà invece utilizzato da Nicole per acquistare materiale didattico che verrà distribuito ai bambini le cui mamme vengono assistite da Sos Rosa.
Novanta pagine in cui l’autrice goriziana ci catapulta nell’inconcepibile, assurdo, perverso ma quanto mai attuale tema della violenza sulle donne. La prossimità fra l’uscita del volume e la conclusione del mese dedicato ai femminicidi è puramente casuale e, anzi, Nicole avrebbe volentieri evitato questa concomitanza dal momento che aveva iniziato a lavorare a questo progetto esattamente un anno fa. Due le storie che vengono presentate, la prima delle quali ha dato il “la” al libro.
«Sono stata contattata da Abigail (nome di fantasia, così come tutti quelli che si trovano nel volume) nel novembre del 2022: è una signora di quarantotto anni che aveva letto i miei libri precedenti e mi ha chiesto di raccontare la sua storia». Nicole la intervista per due giorni, la porta a Sistiana e poi a passeggiare nel Carso per poter garantire una cornice per quanto possibile accogliente a una storia ripugnante. Parla di questo nuovo progetto con una cara amica e lei, lasciandola interdetta, le rivela di essere stata a sua volta violentata da ragazza: anche Costanza vuole che Nicole parli di ciò che le è accaduto.
«Inizialmente non me la sentivo – racconta l’autrice: stavo male sentendo i loro racconti. Poi però ho pensato che ciò di cui mi parlavano era qualcosa che loro avevano subito, che il dolore e la rabbia che stavo provando erano nulla a confronto di ciò che avevano provato loro». Le due narrazioni, precedute da una prefazione della psicoterapeuta Marta Alescio, procedono indipendenti. La storia di Abigail è mantenuta in forma di intervista, i fatti di cui narra risalgono a circa trent’anni fa, quando ancora non si parlava di questi temi e nemmeno esisteva una legislazione in materia.
Presa con la forza dal fratello del suo fidanzatino, la ragazza vede la famiglia schierarsi contro la sua decisione di denunciare quanto successo: ed è proprio per spiegare l’importanza della denuncia, dell’ascolto e della comprensione dei messaggi che possono lasciare i bambini che Abigail ha voluto aprire il cassetto di questi dolorosi ricordi. «Vieni, che ti faccio fare una bella esperienza»: sono queste le parole con cui Costanza è stata avvicinata per la prima volta dallo zio, il cognato della mamma appena scomparsa. Erano in casa da soli quella volta e lei aveva solo dieci anni: per i successivi tre non c’è stato giorno in cui non sia stata costretta a subire abusi di cui, probabilmente, tanto la zia quanto la cugina erano al corrente.
«Tanto non ti crederà nessuno» le aveva detto anzi la cugina, che forse subiva le stesse “attenzioni”. E così tutto ciò che è successo in quel periodo è stato chiuso in una cassaforte sepolta in fondo alla memoria fino a quando ne ha parlato al fratello poco prima che se ne andasse, solo pochi anni fa. Lui, che era stato affidato a un’altra zia presso la quale aveva invece subito forti violenze psicologiche, non ha potuto far altro che dirle di essersi accorto a suo tempo che qualcosa non andasse. «Quando le ascoltavo – dice Nicole – ero disgustata, arrabbiata».
«L’unica cosa di cui sono contenta è che Costanza, dopo aver parlato con me, ha finalmente trovato la forza di rivolgersi a uno psicoterapeuta che la sta aiutando a superare tutto e a prendersi cura di quella se stessa bambina a cui si rivolge nel libro». Per realizzare il volume e comprendere il contesto delle violenze sulle donne la scrittrice si è consultata con la questore di Savona Alessandra Simone , riportando in calce al libro l’intervista in cui vengono spiegati i Protocolli “Zeus” ed “Eva”, ideati dalla Polizia di Stato proprio per i casi di violenza sessuale e di genere.
Il ricavato dalle vendite verrà invece utilizzato da Nicole per acquistare materiale didattico che verrà distribuito ai bambini le cui mamme vengono assistite da Sos Rosa.
Foto Stefano Gujon
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