Dal pesce luna della baia di Sistiana allo squalo di Trieste, «fondamentale la Citizen Science» per la salvaguardia

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Dal pesce luna della baia di Sistiana allo squalo di Trieste, «fondamentale la Citizen Science» per la salvaguardia

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 17 Mag 2025
Copertina per Dal pesce luna della baia di Sistiana allo squalo di Trieste, «fondamentale la Citizen Science» per la salvaguardia

Il referente dei Servizi di gestione e monitoraggio, Saul Ciriaco, ammonisce dalla Riserva di Miramare, «si avvicinano sotto costa per nutrirsi di meduse».

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L’uno ha una bellezza sinuosa, l’altro il fascino di una forma insolita. Parliamo della verdesca e del pesce luna, meravigliose creature dei mari aperti. Era un esemplare di verdesca anche quello che ha stazionato per qualche giorno nel Bacino Sacchetta a Trieste, che insieme al pesce luna segnalato nella baia di Sistiana ha realizzato un boom di visualizzazioni sui social, in due diversi filmati girati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Presenze che probabilmente coincidono con il periodo primaverile e una maggior disponibilità di cibo nelle acque costiere, soprattutto nel caso del pesce osseo Mola mola. L’ animale longevo, il cui disco può raggiungere i tre metri di lunghezza e pesare anche un paio di tonnellate, tende a risalire in superficie per scaldarsi al sole. Lasciandosi così ripulire dai parassiti grazie a uccelli e altri pesci, abitudine che gli ha guadagnato il termine “sunfish”. Un organismo marino misterioso e fuori dal comune anche per il comportamento: proprio di quest’anno è la notizia del pesce luna “triste” nell’acquario di Kaikyokan chiuso per ristrutturazione. Dove l’esemplare aveva smesso di nutrirsi in concomitanza con la mancanza di visitatori, per poi riprendersi alla vista di alcune sagome di esseri umani posizionate accanto alle vetrate.

«Il Mola mola non è un avvistamento frequente – spiega il referente dei Servizi di gestione e monitoraggio Saul Ciriaco dalla Riserva di Miramare – ma il problema è che spesso viene avvistato e non fotografato. Perché s’immerge con una certa rapidità, anche se è un animale che non compie movimenti repentini. Riesce a inabissarsi con relativa facilità, e alla fine la gente finisce per non fotografarlo, però le segnalazioni arrivano, soprattutto in periodo primaverile. Probabilmente per motivi di alimentazione si avvicinano sotto costa, per nutrirsi di meduse». Fra le specie di cui si alimenta sembra prediligere le meduse quadrifoglio, oltre che le diffuse noci di mare. «Di solito si nutre di Aurelia aurita o altre meduse – specifica – ed essendo questo il periodo in cui abbiamo maggiori sciamature, risulta più frequente la sua presenza. Almeno, così accadeva una volta, mentre adesso devo dire che capita anche d’estate». Un animale che vive parte della sua vita in posizione orizzontale, occupando una superficie importante, che corre il rischio di essere ferito dalle eliche delle imbarcazioni. «Non si hanno molti dati a disposizione, riguardo al Mola mola, al contrario di altri tipi di animali; forse a causa di un buco scientifico». Fondamentale alla raccolta e all’interpretazione dei dati risulta la segnalazione delle diverse specie da parte della cittadinanza.

Un coinvolgimento attivo che contribuisce a monitorare la salvaguardia dell’ambiente attraverso la così detta “Citizen Science”, che grazie alle segnalazioni dei cittadini supporta i ricercatori nella tutela di un bene comune. «Ultimamente sta diventando d’importanza capitale – rimarca - in quanto il numero di segnalazioni che ci arrivano ci consente di enumerare specie che altrimenti con le nostre poche uscite non riusciremmo a eguagliare. Per questo motivo la formazione di scolaresche e cittadini si rivela particolarmente importante». In tal senso, maggiore è la quantità di dati messi a disposizione tanto più corrispondente al reale sarà l’informazione fornita agli studiosi, che tassello dopo tassello ricreano il puzzle dell’habitat. «Le informazioni non necessariamente devono essere giuste – precisa - perché saremo noi a valutarne la qualità. Se arrivano poche segnalazioni risulta più complesso. L’importante è che diverse persone inviino quanti più dati possibili in maniera da poterli valutare scientificamente. Recentemente, tra specie aliene e altre insolite, le segnalazioni sono aumentate, anche perché la gente è particolarmente attenta e contenta del fatto di essere coinvolta. Il video della verdesca, ad esempio, ha totalizzato davvero un altissimo numero di visualizzazioni, e la persona che ce l’ha segnalato ne era orgogliosa». Pare che lo squalo sia riuscito a riguadagnare il mare aperto e tornare in libertà già dalla giornata di giovedì.

«Al momento – racconta - non abbiamo più segnalazioni dal 15 maggio. Quindi siamo ragionevolmente convinti che possa essersi allontanata dal bacino in cui stava. Dove era rimasta anche il giorno dopo che l’abbiamo filmata, spostandosi nel bacino accanto: un posto più riparato ma al contempo più prospiciente al mare aperto. Potrebbe essere che pian piano sia riuscita a uscire, anche se non ne siamo certi. Ieri pomeriggio non l’abbiamo avvistata, ma potrebbe anche essersi infilata sotto qualche imbarcazione, non è così facile avvistarla». L’animale non mostrava segni di sofferenza, pur muovendosi con lentezza e senza allontanarsi dallo stesso luogo. «Era magra e abbastanza slanciata – prosegue – è irragionevole pensare che fosse gravida. Ciò non esclude che possa aver dato alla luce dei piccoli prima, questo non lo sappiamo». Un comportamento che potrebbe dunque essere ascrivibile alla ripresa delle forze dopo il parto nelle acque costiere. «Al momento sappiamo per certo che l’Alto Adriatico e il Golfo di Trieste sono una zona di “nursery”, quindi qui vengono abitualmente a partorire. Che questo accadrà o sia già accaduto per la verdesca, non possiamo dirlo».

Specie schive innocue per l’essere umano, che si nutrono per lo più di calamari e seppie. «Non siamo la loro preda – sottolinea – mangiano cefalopodi e piccoli altri pesci. Tant’è vero che uno dei motivi per cui potrebbe trovarsi nel porto è relativo alla presenza delle seppie, che in questo periodo depongono le uova. Forse era alla ricerca di cibo». Diverse le segnalazioni in tutta Italia di verdesche e altri squali, compreso dei tursiopi. «Durante il visual census di ieri ho potuto constatare che era pieno di pesce – ammette – quindi può essere che gli animali più grossi si siano avvicinati per cacciare». Numerosi anche gli avvistamenti di tursiopi, alcuni dei quali avvistati qualche giorno fa all’esterno del frangiflutti di Grignano. «Cinque di loro erano proprio appena all’esterno dell’Area marina. Hanno giocato e saltato davanti a un gruppo di studenti, per cui è stato un momento particolarmente gioioso».

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