l'intervista
Il Pd preme sulla disabilità a Monfalcone, Giurissa: «Garantire servizi»
Ieri l'incontro tra i candidati Pd Giurissa e Furlan con l'ex assessore provinciale Ilaria Cecot. «Servono risposte mirate».
Continuano gli approfondimenti tematici sulle questioni ritenute fondamentali dal centro sinistra in vista delle elezioni regionali. Ieri sera alle 18, al Carso in corso di Monfalcone, si è parlato di bisogni dei disabili, delle loro famiglie e delle nuove opportunità da cogliere per far fronte a questi temi. Se n'è discusso a "Disabilità e inclusione: orizzonti possibili" con i candidati consiglieri Pd Lucia Giurissa e Davide Furlan, con Barbara Businelli assistente sociale e consigliere comunale a Gorizia, Ilaria Cecot già assessore provinciale al Welfare e Lavoro e presidente dell assemblea del Cisi.
Presente anche Luciano Demitri, operatore psicopedagogico della Consulta disabili del Friuli Venezia Giulia. Giurissa e Furlan hanno raccolto istanze, impressioni e riflessioni dei presenti. A margine dell'incontro, la candidata Giurissa ha risposto a delle nostre domande poste sull'argomento trattato alla serata.
Quali sono le misure che intendete proporre sul tema della disabilità?
"Il mondo della disabilità e dei caregiver è molto complesso, urge dare risposte mirate che possano partire dai reali bisogni che emergono caso per caso. Gli handicap fisici e psichici in età adulta non sono un problema dei singoli nuclei familiari ma è necessario ripensare in modo collettivo alle necessità quotidiane specifiche.
Siamo ad un momento di svolta perché la nuova legge regionale, la numero 16 del 2022 - che a novembre ha sostituito la precedente, la numero 41 del 1996 che aveva permesso agli enti locali di istituire il Cisi e di gestirlo per 25 anni - mette la gestione in carico all'Asugi ma ancora non ci sono i regolamenti attuativi dedicati. Per questa ragione, il Partito democratico vuole rimettere al centro del dibattito pubblico la questione dell’inclusione e della specificità dei vissuti su tutto il territorio dell’ex provincia di Gorizia, affinché non si disperda il know how e si implementino i servizi in modo trasversale".
Come si traduce nella pratica per voi l'inclusione sociale?
"La gestione del tempo di cura e di relazione deve essere implementata per dare l’opportunità a tutti di far emergere inclinazioni e talenti mettendo nella condizione di maggior serenità possibile i caregiver. Per esempio, per quanto riguarda i disabili motori in carrozzina, la maggior parte dei loro spostamenti richiede la disponibilità di automezzi attrezzati e spazi accoglienti.
Inoltre è urgente istituire una vera equipe multidisciplinare per la disabilità adulta per elaborare il progetto riabilitativo personalizzato con relative figure competenti di riferimento nonché monitoraggio di quanto programmato. Inoltre l’inclusione lavorativa di persone con disabilità parte dalle sinergie tra mondo della scuola e i servizi che seguono la disabilità adulta. Se si rompe il meccanismo di accompagnamento, il rischio di solitudine è concreto. Bisogna fare in modo che questa scissione si eviti e ci sia continuità garantita per tutti e per tutte".
È difficile fare promesse e previsioni dopo anni di tagli ingiustificabili a sanità e servizi di assistenza. Da dove intendete cominciare?
"Intanto vogliamo ribadire che non si deve ragionare per budget ma per progetti. Gestire questa complessità non può esser un esercizio ragionieristico e anche le istituzioni del territorio devono poter dire la loro anche se la gestione è in carico ad Asugi. Le questioni si possono affrontare con realismo pragmatico mettendo a sistema le competenze degli operatori e le necessità emergenti dei singoli fruitori dei servizi. Poi il salto di qualità si può fare davvero se lo si ritiene prioritario".
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