Le paure degli ucraini a Gorizia, il conflitto letto dagli aspiranti diplomatici

Le paure degli ucraini a Gorizia, il conflitto letto dagli aspiranti diplomatici

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Le paure degli ucraini a Gorizia, il conflitto letto dagli aspiranti diplomatici

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 15 Feb 2022
Copertina per Le paure degli ucraini a Gorizia, il conflitto letto dagli aspiranti diplomatici

Gli studenti del Sid guardano con timore quanto accade laggiù, dove vivono amici e parenti.

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La tensione di questi giorni tra Ucraina e Russia ha riportato alle memoria tragici precedenti. Da quando Mosca ha annesso di fatto la penisola della Crimea, nel 2014, il conflitto tra i due Paesi è rimasto costante e a bassa intensità, alternando fasi di stallo a scontri più o meno accesi. La minaccia di invadere l’ex repubblica sovietica ora ha gettato una nuova luce sullo scenario, destando molta preoccupazione anche nella comunità ucraina presente all’estero. A Gorizia, sono diversi i ragazzi originari della zona che vivono qui.

In particolare, non mancano quelli iscritti al corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche. Da aspiranti operatori in scenari globali, ma soprattutto da persone coinvolte emotivamente nella vicenda, il loro punto di vista racconta le ampie sfumature dell’escalation. Anna Stadnyk, 23enne, frequenta il terzo anno della triennale dell’Università di Trieste e riceve costantemente aggiornamenti da nonni e cugini rimasti in patria. Originaria di Smila, nella regione centrale di Čerkasy, non nasconde l’apprensione per gli aggiornamenti che arrivano.

“Mia nonna è lontana da Ucraina dall’Est - racconta - dove ci sono scontri con filo-separatisti e altri familiari vivono verso la Polonia. Il timore, però, è che nell’eventualità di conflitto si arrivi fino alla capitale”. Mentre in occidente le immagini di carro armati e missili riempio giornali e televisioni, “sui media locale rimane l’idea del dialogo. C’è un aggiornamento costante, giorno per giorno, ma si cerca di mantenere calma. Non in un modo esasperante come all’estero, Si cerca di mantenere la popolazione tranquilla, per non spaventare nessuno”.

Ciò non significa che la percezione di quanto stia accadendo sia distorta. Anzi, in tanti “c’è l’idea di resistere assolutamente, con molto patriottismo. Gli ucraini hanno tanta fiducia nell’Europa e nella Nato per un supporto se la Russia attaccasse”. Nell’ex seminario di via Alviano, anche il 23enne Arkhyp Pavliuk scorre i feed di social e giornali per ricevere le ultime news. Natio di Kiev, vive in Italia dal 2004 e dopo la laurea al Sid ora segue la magistrale in Diplomazia e cooperazione internazionale. In Ucraina ha lasciato la nonna e una zia, nonché altri parenti.

“Vedo una rassegnazione verso qualcosa che sta per succedere - commenta - a partire da quanto è accaduto in Crimea. Il governo è assente e in balia degli eventi, la speranza è nella Nato. Il tavolo negoziale con la Russia si è rotto dopo il 2014”. Molte compagnie aeree hanno interrotto i collegamenti aerei con il grande Stato dell’Europa orientale, così che chi vuole andarsene può farlo solo via terra. In ogni caso, “c’è la volontà di mantenere la propria indipendenza. Ci sono state manifestazioni per questo, ma se Putin dovesse attaccare non c’è grande fede in aiuti esterni”.

La sensazione è di accerchiamento, dato che truppe russe sono dislocate anche in Bielorussia. In ogni caso, Pavliuk è scettico sul rischio reale di un attacco frontale: “È difficile che attacchi, la guerra per logoramento è difficilmente applicabile. Mosca ha calato sempre più negli ultimi anni la propria quota di armamenti”. Le radici dei dissidi tra i due ex componenti dell’Urss hanno radici ben più profonde, procedendo di pari passo ai problemi economici russi legati all’esportazione di petrolio e gas, voci che rischiano di essere messe in discussione dalla politica dell’Ue.

Nel frattempo, a migliaia di chilometri di distanza, l’opinione pubblica torna a puntare i fari su quel teatro. “Tra i miei amici vedo molto sostegno - rimarca Stadnyk - e c’è molto interesse su quanto accade. A livello di istituzioni c’è dialogo e diplomazia ed è la cosa migliore. Trovo corretto come si sta approcciando l’Italia e vedo molto sostegno a livello umano per capire cosa succede”. Gli ultimi aggiornamenti parlano di truppe del Cremlino che si stanno allontanando dal confine, nella speranza che possa essere veramente un segno di buon auspicio.

Sul tema, l'associazione Insider Europe ha organizzato un aperitivo rivolto a studenti e non solo per il 12 marzo. Un'occasione per confrontarsi su cause e risvolti futuri delle tensioni.

Nella foto: Anna Stadnyk (in alto) e Arkhyp Pavliuk (in basso), carro armato russo in Ucraina (foto Lion Udler)

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