'Patto per il Nord' arriva a Monfalcone: più priorità alla critica politica che alle elezioni

'Patto per il Nord' arriva a Monfalcone: più priorità alla critica politica che alle elezioni

LA PRESENTAZIONE

'Patto per il Nord' arriva a Monfalcone: più priorità alla critica politica che alle elezioni

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 09 Feb 2025
Copertina per 'Patto per il Nord' arriva a Monfalcone: più priorità alla critica politica che alle elezioni

L’associazione dell’ex segretario di Lega Lombarda Paolo Grimoldi rimette al centro del discorso il Nord Italia. Federalismo, calo pressione fiscale e meritocrazia fra i punti programmatici.

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Un’associazione culturale che vuole proporsi come filo verde di unione fra tutte le realtà, partitiche e non solo, che lottano per il federalismo e per tornare a parlare di Nord. Queste le parole di Paolo Grimoldi oggi, al Kinemax di Monfalcone, in occasione della presentazione di “Patto per il Nord” svoltasi in mattinata.

L’ex segretario della Lega Lombarda, affiancato dai rappresentanti delle provincie di Udine e Gorizia Michele Gelsi e Massimo Asquini (ex assessore alla sicurezza di Monfalcone), ha cominciato raccontando la genesi del progetto (del quale è uno dei fondatori), presentato per la prima volta a ottobre scorso, e le necessità che lo hanno mosso. «C’è una questione politica evidente a tutti, che riguarda la mancanza di una forza di riferimento come sindacato nel territorio – così l'ex segretario – quella che è stata la Lega Nord non esiste più ma, come ha detto Umberto Bossi più di un anno fa nel corso di un incontro fra varie realtà, che ciascuno vada per la propria strada è sbagliato».

«Io ricordo che si faceva politica per dire che al Nord abbiamo già pagato, e anche tanto» ha continuato Grimoldi, citando temi politici di respiro nazionale. «Ad esempio, perché in Friuli Venezia Giulia le pensioni sono d’anzianità, mentre in altre zone d’Italia sono di vecchiaia? – ha incalzato l’ex segretario leghista – o perché il ponte sullo stretto di Messina verrebbe pagato anche con i soldi dei contribuenti del Nord mentre invece non ci sono soldi per affrontare le liste di attesa infinite nella sanità pubblica o per stabilizzare i precari nelle nostre regioni?»

«Siamo presenti per rimettere al centro le necessità dei nostri territori, della nostra gente, dell’economia e di lavoratori e aziende – ha concluso Grimoldi – siamo qui per dire che il Nord merita attenzione e va valorizzato nell’ottica dei mercati internazionali, non certo messo in difficoltà con un’eccessiva pressione fiscale». Fra i punti programmatici dell’associazione si parla anche di «riforma costituzionale in senso federale per l’autogoverno del nord», di fusione fra regioni su modello dei Land in Germania, così come di delegare ai singoli Comuni le funzioni delle agenzie fiscali, di detassare completamente le pensioni maturate pagando i contributi e di introdurre in maniera vincolante il referendum consultivo a tutti i livelli istituzionali: «tanti e ambiziosi obiettivi» ha commentato Grimoldi, aggiungendo che «stanno aderendo alla nostra proposta anche realtà che non fecero parte della vecchia Lega».

“Patto per il Nord” si presenterà con una lista alle prossime elezioni, dunque? «Non lo so, nasciamo come associazione culturale e intendiamo restarlo per denunciare ciò che avviene a livello politico – è stata la risposta del fondatore brianzolo - non abbiamo in mente di fare liste elettorali, ma non staremo neanche con le mani in mano se qualcuno continuerà a spremere i contribuenti del Nord finanziando opere inutili rispetto alle attenzioni che esso necessita in quanto “locomotiva del paese” sempre più stufa di tale ruolo».

La priorità, dunque, resta «spronare la politica a non rimangiarsi le proprie parole il giorno dopo le elezioni, mettendoli in difficoltà se ci sono solo chiacchiere e pochi fatti». E da qui, una stoccata di Grimoldi rivolta alla politica monfalconese sulla recente “questione niqāb”: «Non puoi solo denunciare il problema, ma anche dire come lo risolveresti domattina! Sennò viene da pensare male, che la questione viene lasciata in piedi per parlarne di tanto in tanto ai giornali…».

In seguito, ha parlato il referente udinese Michele Gelsi, che ha indicato il federalismo come «unica via d’uscita per una regione ricca di diversità linguistica, storica e culturale come la nostra», auspicando anche un coinvolgimento a livello giovanile. Infine, Massimo Asquini ha ripreso il discorso sul contesto monfalconese evidenziando fenomeni come caporalato, chiusura centri islamici e connessioni fra sfruttamento e subappalto e criticando l’approccio verso di essi da parte della politica locale. Lo spazio in chiusura è stato dedicato a domande e spunti da parte del pubblico.  

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