la presentazione
Pasolini raccontato in tre anime, il nuovo libro in anteprima a Gorizia
Presentato questa mattina il volume firmato da Sergia Adamo ed Elisa Donzelli, in libreria a fine ottobre edito da Marsilio sul poeta friulano.
Sotto l’alloro, che simboleggia la poesia e incorona i grandi poeti. La pioggia battente di quest’agosto incerto ne lucida le foglie. Pasolini riposa a Casarsa della Delizia, nel suo Friuli, accanto all’amata mamma Susanna Colussi. Nell’orazione funebre ai funerali di Pier Paolo, ammazzato a sprangate in uno sporco campetto di Ostia, l’amico Moravia ricorda con rabbia come «Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo».
Si è così incentrata sulla figura del caleidoscopico artista scomparso nel 1975, la conferenza svoltasi oggi presso l’aula Magna dell’Università di Trieste in via d’Alviano a Gorizia. Il tutto per presentare il libro “Pasolini: dialoghi, luoghi, figure”, a cura di Sergia Adamo ed Elisa Donzelli, che sarà pubblicato dalla Marsilio editrice a fine ottobre, per essere in libreria a novembre. «È sempre più importante analizzare figure come queste, un personaggio poliedrico che ha cambiato in meglio il nostro Paese», ha commentato l’assessore alla Cultura Fabrizio Oreti.
Quest'ultimo ha ricordato il forte legame fra Pasolini e Dora Bassi, la quale si era ispirata alle “Poesie a Casarsa” per alcuni suoi dipinti. Un linguaggio fatto di meraviglia e nostalgia anche per le sue terre lontane, come nel “Canto delle campane”: «Forèst, al me dols svualà par il plan,/ no ciapà pòura: io i soj un spirt di amòur/ che al so paìs al torna di lontàn». Argomenti da tramandare ai posteri, «che se dimenticati ci faranno perdere un importante bagaglio storico e culturale», ha concluso Oreti.
Il libro s’inserisce «nell’ampio progetto inaugurato a Bologna il 5 marzo del 2022, in occasione del centenario dalla sua nascita», ha sottolineato il presidente del gruppo Ermada, Massimo Romita. Progetto realizzato proprio dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis con il contributo della nostra Regione, al quale hanno partecipato dieci partner. Oltre all’ateneo in collaborazione con Duino Aurisina, ricordiamo fra gli altri il Comune di Gorizia, quello di Corno di Rosazzo e di Grado, dove venne girato “Medea”.
Perché Pasolini era anche un romanziere, scriveva dei ragazzi di vita. E un regista, aveva da poco concluso il magistrale e incantato “Fiore delle mille e una notte”. «Dio mio, ho paura che qualcosa ci separi, Nur ed-Din. Non so perché. Mi sento sudare, mi sento come un’ombra nel cuore», sussurra la schiava Zumurrùd, poco prima che mille storie inizino a dipanarsi. Quasi a suggerire la sua fine, quella separazione che ci ha tolto l’uomo in vita. Per lasciarci quest’eredità vastissima, la cui «pluricità era un rischio, soprattutto al termine di un centenario così vasto», ha commentato Elisa Donzelli.
Quest'ultima ha evidenziato come Roma sia stata un po’ il fulcro dell’analisi, dedicandogli ben tre mostre. Presso il Berlam Caffè del Double Tree by Hilton di Trieste è stata invece inaugurata la mostra fotografica a cura di Linda Simeone, con la contestuale presentazione del docufilm “Il mondo di Pasolini tra il mare e la città”. Tornando al libro, si tratta di un’opera realizzata con ben quindici interventi, alla quale Donzelli e Adamo hanno conferito struttura tripartita.
Gli autori sono necessariamente «figure interdisciplinari; non solo italianisti, ma anche studiosi della letteratura contemporanea, della storia del cinema, del teatro, curatori di mostre», che ha visto la partecipazione di generazioni diverse, dai professori associati ai dottorandi, «studiosi che possono dire qualcosa di nuovo su quello che Pasolini rappresenta». Le tre sezioni fanno riferimento a figure, luoghi e dialoghi, partendo dall’idea di ragionare sul ruolo di Pasolini, il quale «non parla da solo, ci sono tante altre voci. Attraverso gli altri, si comprende cosa può rappresentare come personaggio del reale e dell’immaginario».
«Pasolini è uno spazio mobile in cui individuare elementi di senso del passato, del presente e del futuro. Pasolini diventa ciò che è anche grazie alle relazioni con chi incontra, ad esempio Moravia», ha spiegato Donzelli. E poi Elsa Morante, prima moglie di Moravia, a proposito della quale parlerà per l’indimenticabile “Mondo salvato dai ragazzini” in “Trasumanar e organizzar”. Con i due Pasolini condivideva l’ampia villa affacciata sul mare di Sabaudia, con il vicino monte Circeo, scrivendo la sceneggiatura di “Mamma Roma”. Silvia De Laude, nel testo affronta invece il legame con Proust, dove «la matrice comune è la memoria, come viene gestita attraverso l’elemento tempo».
«Poi ci sono i poeti, Cristina Benussi dedica un approfondimento al legame con Saba, Giotto e Marin», ancora Donzelli. La quale invece si è occupata del carteggio inedito con Attilio Bertolucci, grande amico di Pasolini. Una corrispondenza epistolare «che approfondisce il dialogo dentro la poesia». E inoltre, l’intervento di Giuseppe Garrera, il quale si dedica al rapporto di Pasolini con il mondo femminile, a quelle donne che molto hanno pesato sul suo processo di maturazioni interiore. Antonio Tricomi apre invece la seconda sezione, quella rivolta ai luoghi, studiando «il processo osmotico o distonico nel rapporto fra provincia e città, tematica degli anni Sessanta».
Si occuperà della modernizzazione postbellica, con la conseguente trasformazione del Paese da territorio agricolo a metropoli. Raoul Kirchmayr approfondisce il ruolo dell’intellettuale, interrogandosi sulle motivazioni che lo spinsero a esporsi troppo, mentre Simonini e Gasparotto parlano di cultura francese e della guerra d’Algeria. Infine, la terza sezione, riguardante i dialoghi. Degno di nota l’intervento di Emiliano Morreale, docente di Storia del cinema alla Sapienza, che approfondisce la sceneggiatura come forma di linguaggio o come morte della letteratura. «Grazie alla Marsilio è stato realizzato un percorso di grande rigore», ha chiosato Donzelli.
Agenda fitta di appuntamenti che si concluderanno a settembre, e che possono essere rinvenuti anche sul sito duinobookfestivaldelibro.blogspot.com. Con una probabile postilla dedicata a Dora Bassi e alla città di Gorizia, che dovrebbe tenersi il 17 settembre. Un progetto grandioso, da concludersi con la stessa magia con la quale ha avuto inizio. Sulla falsariga dei versi finali di Nur ed-Din, una delle opere cinematografiche che ha segnato la storia del cinema italiano: «Che notte! Dio non ne ha mai fatta una uguale. Il suo inizio fu amaro, ma com'è dolce la sua fine!».
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