è stato rimosso
Rimasto dietro al Kinemax di Gorizia per 11 anni, addio al furgoncino di Zoran

Rimosso da qualche giorno il veicolo che compare nel film che ha fatto conoscere Matteo Oleotto al grande pubblico, oggetto di vandalismo negli anni.
La sua presenza nel parcheggio del Kinemax di Gorizia non passava certamente inosservata, così come accaduto in questi ultimi 11 anni. Alla fine, però, la storia del furgoncino Porter della Piaggio si è conclusa nei giorni scorsi, venendo rimosso dal luogo dov’è rimasto parcheggiato e in esposizione tutto questo tempo. Era l’ultimo simbolo ancora presente in città del film Zoran-Il mio nipote scemo, l’inizio dei successi da regista e sceneggiatore di Matteo Oleotto e, per certi versi, anche del ruolo di Gorizia come meta di troupe cinematografiche.
La sua livrea gialla era comparsa per la prima volta al 70esimo Festival del cinema di Venezia, dove la pellicola era stata presentata alla Settimana internazionale della critica. «Siamo arrivati alla bocca di tutti perché lo usavamo per spostarci ogni giorno» ricorda Oleotto, ripercorrendo la storia di quel veicolo che, seppur abbia trascorso la maggior parte dell’ultimo decennio con il motore spento, aveva continuato a viaggiare nei cuori dei cinefili. Sono stati tanti, infatti, i messaggi arrivati allo stesso regista saputa la notizia.
Un segno di riconoscenza perfino inaspettato per Oleotto: «Mi ha fatto piacere sentire la partecipazione di tanti goriziani e non solo, fa capire quanto si amino le cose quando ormai non ci sono più». Un pezzo di quel veicolo, comunque, sopravviverà: l’obiettivo di Giuseppe Longo, direttore della Transmedia, è recuperare una della portiere per metterla in esposizione all’interno del Palazzo del cinema. Sarà così ristrutturata e posta in un luogo più protetto «dove la gente va a vedere i film. Sono convinto che lì resisterà ancora un po’».
Purtroppo, in questi anni lo stesso van è stato vittima dell’inciviltà di pochi, che vi hanno scagliato contro la propria noia e frustrazione con atti di vandalismo. «Era una cosa che non mi spaventava più di tanto - ancora il regista - anzi mi sembrava giusto che ‘venisse preso in prestito’ anche da altri. Gli atti di vandalismo esistono e non ci possiamo fare nulla, metterlo in una sorta di museo sembrava eccessivo». Non condanna i responsabili, anzi guarda anche alle colpe della propria generazione. C’era però anche chi si ritrova qui "in pace": «Ho trovato le tracce di ragazzi che venivano qui a chiacchierare, anche a fare l’amore».
L’ideatore di Zoran - insieme a Daniela Gambaro, Pierpaolo Piciarelli e Marco Pettenello - guarda oggi con il sorriso alla storia che il furgone ha vissuto, indipendentemente dal film. «È stato esposto anche a Udine fuori dal cinema Visionario, casa del nostro distributore (la Tucker film, ndr). Tanti si sono fatti una foto davanti, da Carlo Verdone a tutti quelli passati per il Premio Amidei. Era diventato una meta». Forse lo sarebbe potuto rimanere anche l’anno prossimo, in occasione della Capitale europea della cultura, ma il destino è stato beffardo.
Sicuramente, nessuno si sarebbe immaginato questo trasporto in quell’ormai lontano 2011, quando il Piaggio venne acquistato. Poi è arrivata la passata di vernice gialla, diventando il simbolo di quella "fiaba" sgangherata di confine tra uno scorbutico friulano (Giuseppe Battiston) e il lontano nipote sloveno Zoran, rimasto orfano (Rok Prasnikar). «Ho mandato a tutti coloro che hanno lavorato a quel film un messaggio, mi hanno risposto ricordando con affetto quell’esperienza». Ora, però, «è giusto anche essere capaci di superare. Speriamo che porti altri progetti».
Foto Giuseppe Longo
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
