Panzano dice addio al suo salice, già a dimora i suoi ‘figli’

Panzano dice addio al suo salice, già a dimora i suoi ‘figli’

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Panzano dice addio al suo salice, già a dimora i suoi ‘figli’

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 25 Ott 2024
Copertina per Panzano dice addio al suo salice, già a dimora i suoi ‘figli’

Stamane alle 8.45 l’abbattimento. La perizia dell’agronomo Snidero: «Deperimento irreversibile».

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Stamane alle 8.45 sono iniziate le operazioni di taglio e rimozione del salice che per 110 anni ha vissuto in via dell’Agraria, nel rione di Panzano. La seconda delle due perizie disposte dal Comune e firmata dall’agronomo Ivan Snidero ha definito il deperimento della pianta «irreversibile». «Le abbiamo provate tutte per salvare il nostro salice - ha commentato l’assessore alle Priorità dello Sviluppo Urbano, Anna Cisint presente sul posto - e con grande dispiacere ci vediamo costretti a salutare un simbolo del quartiere Panzano e una memoria storica di tanti cittadini perché, purtroppo, le sue condizioni di salute sono irrimediabilmente compromesse e ne risulta necessario il taglio per tutelare la sicurezza pubblica».

A seguire i lavori, c’erano anche l’assessore all’ambiente Sabina Cauci e l’ingegner Enrico Englaro, responsabile per l’Area opere pubbliche e manutenzioni. Mentre i lavori sono proseguiti, la situazione si è manifestata evidente: i tronchi erano vuoti e “mangiati” dai funghi che hanno invaso anche il prato sottostante la pianta che necessiterà di una pulizia sanificante. «Era un albero che non rappresentava soltanto una pianta, ma un amico di giochi che ha accompagnato intere generazioni di bambini monfalconesi che nei suoi pressi giocavano e che sotto la sua chioma trovavano ombra. Ha accolto per oltre un secolo coloro che si recavano a lavoro nelle industrie limitrofe, gli amanti del mare e dello sport diretti alla Svoc o alla Canottieri Timavo».

Intanto gli operai comunali della squadra Verde hanno già messo a dimora tre talee in via dell’Agraria e nelle zone limitrofe. L’imponente salice piangente Salix Babylonica aveva un’altezza di 8,50 metri e una circonferenza del tronco di 412 cm, da tempo ormai dimostrava segni di cedimento. A favorire l’indebolimento della pianta è stata anche l’eccessiva cementificazione che negli anni si è sviluppata attorno ad essa. Gli esiti della dettagliata perizia firmata da Sindero hanno rilevato «fenomeni di decadimento del legno diffusi, specialmente al colletto, al castello e nelle branche, oltre a numerosi segni di compromissione dovuti all’attacco di funghi come Ganoderma e Perenniporia, che hanno eroso il sistema radicale e compromesso la stabilità della pianta».

Per salvare il salice, il Comune aveva già avviato le prime analisi dello stato di salute della pianta nel giugno 2022, riscontrando un’inclinazione significativa verso sud-ovest e un progressivo aumento delle parti secche nella chioma. Nel tentativo di prolungarne la vita, si erano adottate diverse misure, tra cui la messa in sicurezza delle radici e l’installazione di un sostegno d’acciaio per garantire la stabilità. Erano stati anche effettuati interventi di cura con iniezioni di concime e idratazione costante dell’albero. Nonostante ogni sforzo, fino ad oggi, la pianta è rientrata nella classe di rischio D, condizione che ha reso inevitabile l’abbattimento. Grazie alle talee prelevate che manterranno lo stesso patrimonio genetico dell’albero originario, si assicurerà il fatto che il simbolo del quartiere possa continuare a vivere attraverso nuove piante che cresceranno in città.

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