LA FESTA
Pane a Turriaco da cinque generazioni, Clemente festeggia 150 anni

Dal forno a legna a quello elettrico ad emissioni zero. La quinta generazione di panettieri porta avanti l'attività con passione e dedizione.
Lo storico Panificio Clemente di Turriaco compie 150 anni di attività. Un traguardo che sarà ricordato e festeggiato nel pomeriggio di sabato 30 settembre alle ore 16 nel cortile dell’azienda bisiaca. Andiamo a ripercorrere la storia di questa antica realtà familiare. La famiglia è originaria della Francia. Da quanto risulta scritto in un antico documento, nel 1759 un certo Osvaldo Clement giunse a Turriaco – allora territorio della Serenissima - presumibilmente alle dipendenze di una ditta transalpina che aveva appaltato lavori nel territorio. Discendente di Osvaldo, il 18 luglio 1849 nasceva Luigi Clemente, detto Gigi che nel 1873, sposò Teresa Miniussi nata a Ronchi di Monfalcone.
Poiché la sposa era figlia d'arte di panettieri, insieme aprirono subito un forno adiacente alla casa di famiglia. Il forno era a legna e quando in paese si scorgeva una fascinaia gigante, si era certi che nelle vicinanze esisteva la bottega di fornaio. Va precisato che all’epoca però, il forno si trovava all'aperto e che nei giorni di pioggia la moglie doveva riparare con l'ombrello il marito mentre infornava o sfornava il pane.
Nei primi del Novecento poi, venne costruito il nuovo forno - sempre a fascine e posizionato nell’attuale magazzino della farina – mentre quello vecchio veniva acceso solo durante le feste pasquali per cuocere le tradizionali pinze. Dei vecchi forni, attualmente rimane solamente il camino situato all’interno dell’abitazione principale. Durante la Prima guerra mondiale, il forno lavorava molto. Si producevano fino a due quintali di pane al giorno poiché una buona parte serviva a sfamare i militari presenti a Doberdò, in località Mucille.
Il rifornimento era assicurato dal fante Arnaldo Zacchini di Melzo, che faceva la spola, più volte al giorno, con la bicicletta e la gerla sulle spalle. Nel 1937, Luigi morì ma già da una decina di anni la conduzione dell'azienda era stata assunta dal figlio Giuseppe – Bepi - nato nel 1889 e sposato con Caterina Petrazil dalla quale ebbe tre figli: Nives, Natalina e, nel 1929, Claudio. Dalla prima guerra mondiale, e fino al 1965, una figura semplice ma sempre presente nelle attività del forno fu Mercede Spanghero che con la sua dedizione ha collaborato a sostenere il forno in momenti difficili.
Nel 1953, dopo la morte di Sior Bepi, Claudio insieme la moglie Maria prende in mano le redini del panificio. Nel 1956 è stato demolito il forno a legna come previsto dalle leggi dell’epoca e sostituito con un forno a combustione indiretta. Si è trattato di un ammodernamento che ha consentito di lavorare con minor fatica e che offriva la possibilità di lavorare in maniera più pulita e razionale. Nel 1981 invece, il forno è stato riconvertito da nafta pesante a metano apportando così un ennesimo salto di qualità all’attività e favorendone l’impiego risultato più agevole. Claudio ha fatto così scoprire l’arte bianca ai tre figli Fernando, Caterina e Maurizio.
Nel 1988 ha poi ceduto l’attività al figlio Maurizio, che assieme alla moglie Marilina, continua l'attività intrapresa dal bisnonno incrementando l’assortimento di pane e dolci. Negli anni è stata portata avanti la produzione tradizionale abbinata a diverse novità. Nel 2011 Claudio è mancato, senza poter vedere le innovazioni introdotte al forno e l’ingresso di suo nipote Paolo – lui appartenente alla quinta generazione - che dal 2013 è entrato in società con i suoi genitori Maurizio e Marilina dando continuità all’azienda di famiglia. Con il suo stile, Paolo ha portato una ventata di freschezza nell’impresa artigiana.
Si è partiti con il rifacimento del laboratorio di panificazione e la sostituzione del forno costruito dal nonno Claudio nel lontano 1956. Dal forno alimentato a gas, si è passati ad un forno elettrico di ultima generazione molto performante. Questo ha rappresentato un’evoluzione che ha consentito alla famiglia Clemente di puntare su una produzione ecologica portando il panificio ad “emissioni zero” continuando a fornire il pane e i dolci tipici mantenendo e talvolta riscoprendo le ricette di una volta. L’attività è fiorente e molto conosciuta nel Mandamento monfalconese e in provincia di Trieste.
Degni di nota sono i panettoni natalizi e le colombe pasquali prodotte in tante versioni, ma c'è molto altro da assaporare. “Ormai siamo alla quinta generazione di panettieri al servizio del territorio bisiaco e non solo – sono le parole del giovane Paolo – abbiamo quindi il piacere di festeggiare questo importante traguardo con tutta la cittadinanza, i clienti e con le realtà che ci sostengono e che collaborano con noi. La nostra attività è inserita ormai in un sistema ampio che va oltre la dimensione paesana. Sono diversi i punti di forza aziendali che caratterizzano il nostro mestiere. Puntiamo al connubio tra innovazione sostenibile e valorizzazione delle ricette tradizionali”.
Come anticipato, non resta che mettere in agenda l’appuntamento per sabato 30 settembre alle ore 16. Alla festa parteciperanno lo storico Vittorio Spanghero, il sindaco Nicola Pieri e il vicario parrocchiale don Enzo Fabrissin. Interverranno anche un rappresentante della Cassa Rurale del Fvg e dell’Ascom. “Un ringraziamento particolare per aver collaborato alla riuscita dell’evento va rivolto alla Pro Loco di Turriaco e al Circolo Ricreativo don Eugenio Brandl che hanno contribuito alla realizzazione della mostra che sarà proposta alla comunità, ai clienti e ai tanti fornitori che lavorano con noi” così Paolo in chiusura.
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