il dibattito
Più pagamenti con il Pos in Fvg, Gorizia ultima per Postepay attive
La provincia ultima per numero di Postepay attive, Madriz: «Oneri sui commercianti».
Gorizia rimane fanalino di coda in Friuli Venezia Giulia per i pagamenti digitali, anche se i numeri sono in rialzo così come tutta la regione. L’analisi arriva dai recenti dati di Poste Italiane, che indica 246.432 le carte Postepay attive su tutto il territorio nel corso del 2022. Di queste, 30.841 sono operative in provincia, arrivando a un totale di 30 milioni di carte dell’azienda, utilizzate in tutta la Penisola. Aumentano anche i ricavi di pagamenti e mobile nel corso dei primi nove mesi dell’anno.
Il dato più importante è invece in provincia di Udine (103.608), seguito da Pordenone (62.527) e Trieste (49.456).
A spiegarlo è l’amministratore delegato Matteo Del Fante, in occasione della recente presentazione dei risultati relativi al terzo trimestre 2022. “La valorizzazione di Lis all’interno del gruppo - rimarca - è già in corso, con l’obiettivo di consolidare la leadership di PostePay nel business dei pagamenti e accelerando la strategia omnicanale di gruppo”. La rete di Lis conta 54mila punti tra bar e tabaccherie, che si aggiunge a quella dei 13mila uffici postali di tutto il territorio nazionale. Il dibattito sul Pos, però, rimane acceso.
“Non siamo mai stati contro il Pos - rileva il presidente dell’Ascom Gorizia, Gianluca Madriz - ma quello che fa la differenza ed è un onere che non capiamo è la differenza tra il valore della moneta contante e la transazione digitale. Se è vero che si possono azzerare costi, allora va bene, altrimenti si lasci libero l’esercente di decidere come essere pagato”. In ogni caso, per il vertice dell’associazione di categoria, le attività che non accettano il metodo di pagamento digitale “usciranno da sole dal mercato”.
Una sorte che sarà decretata più dalle decisioni dei consumatori, più che da un’imposizione dall’alto, secondo Madriz. “Il nero e le truffe sono scuse - attacca - per scaricare sempre e comunque i costi sociali sul consumatore e fornitore del servizio. Non ho mai avuto un collega che non abbia avuto il Pos o non accetti i pagamenti, il problema è la marginalità sul prodotto finito”. Il numero uno di Ascom rileva che “ci hanno costretto a serie di controlli che non sono da stato di diritto ma di democrazia sospesa”.
“Una gerarchia dove è comandato al gestore di adempiere a serie infinite di regole. Sono stufo di sentire che i commercianti si lamentano, invece si sono sobbarcati molti oneri. Di base, c’è fiducia verso gli operatori del terziario o no? Altrimenti dobbiamo mettere anche le telecamere. Stiamo lottando contro l’egemonia dell’ecommerce che vive nei paradisi fiscali, ci sono già costi aggiuntivi scaricati sul commerciante. Non si offuschi la serietà dei commercianti, abbiamo già dimostrato il valore dell’attività di vicinato”.
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