LA SITUAZIONE
Ospedali di Gorizia e Monfalcone, Uil Fpl e Nursind proclamano lo stato d’agitazione del personale

Le sigle sindacali richiedono interventi immediati per assunzioni urgenti e sostituzioni del personale, potenziamento trasporti interni e difesa delle unità a rischio chiusura dei due poli.
Personale di Asugi in stato di agitazione: lo hanno proclamato oggi i due sindacati delle professioni sanitarie Uil Fpl e Nursind Fvg, a fronte «di una situazione ormai esplosiva che mette a rischio la tenuta del sistema sanitario pubblico nell’area isontina, e con essa la salute dei cittadini e la dignità dei lavoratori».
Scrivono così, nella loro nota, i due segretari delle sigle Stefano Bressan e Luca Petruz. «Come già denunciato più volte, la carenza di personale in tutti i profili – infermieri, OSS, tecnici, amministrativi – ha superato ogni soglia di tolleranza», fanno sapere. In numerose strutture si «lavora al limite o sotto i contingenti minimi, con turni scoperti, straordinari forzati e un clima lavorativo esasperato. Il personale è stremato, vicino al burnout».
Petruz e Bressan denunciano che «l’Azienda ha disatteso ogni promessa: da mesi si attende l’attivazione delle sostituzioni per maternità e malattie lunghe, ma non è stato fatto nulla. La Direzione Generale non risponde, neppure sulle richieste ripetute da quasi due anni per l’ampliamento dei trasporti interni pomeridiani». «Un servizio essenziale che – se attivato – permetterebbe agli OSS di tornare a fare assistenza vera, invece di essere impiegati come barellieri o trasportatori, sottraendoli alle corsie dove sono indispensabili».
A tutto questo, prosegue l’annuncio dei due sindacati, va aggiunto il grave status delle unità di Medicina e Chirurgia degli ospedali di Gorizia e Monfalcone, che «rischiano concretamente la chiusura non per mancanza di pazienti o tecnologie, ma per scelte aziendali irresponsabili che non garantiscono più nemmeno il personale minimo per farle funzionare». Uil Fpl e Nursind chiedono allora «interventi immediati e una difesa vera e non simbolica dei due poli», apostrofando anche i sindaci dei due Comuni e del resto della provincia: «Dove sono le loro voci? Dove la loro opposizione».
Non mancano di ricordare, i due segretari, anche l’argomento dell’ultimo sciopero indetto dinanzi al San Polo poco più di due mesi fa: l’accordo sull’unificazione dei fondi aziendali firmato da Cgil, Cisl e Fials, che «ha derubato ogni lavoratore dell’area isontina di oltre 800 euro a testa, sancendo una divisione vergognosa tra chi ha diritto alla piena retribuzione e chi invece viene sacrificato in nome di equilibri politici».
La sensazione complessiva è quella di una «cancellazione silenziosa della sanità pubblica a Gorizia e Monfalcone. Tacere oggi significa essere complici di questo disastro». Tempestivi gli interventi che richiedono le due sigle nei punti fin qui menzionati, accanto all’annuncio d’apertura dello stato di agitazione del personale dei due ospedali. «Non accetteremo che il peso della disorganizzazione cada sempre sulle spalle dei soliti – concludono Bressan e Petruz - non accetteremo che un’intera comunità venga cancellata dalla cartina della sanità pubblica».
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