l'iniziativa
Orti sociali aperti alle disabilità, 8mila mq dedicati a Gorizia

L'area di Ater in via Merici, attenzione anche alle persone non vedenti.
Gli orti collettivi sociali di Gorizia diventano più inclusivi grazie all’iniziativa di una rete di nove realtà associative del territorio – con soggetto capofila l’Anffas di Udine – che ha trovato il sostegno del Comune, dell’Ater, della Fondazione Carigo e della Regione. Il progetto “Alti ed altri orti sociali” è stato presentato ieri pomeriggio a Gorizia, nel giardino municipale di Palazzo Attems Santa Croce in un incontro moderato dal giornalista Pierpaolo Gregori. Il tutto dovrebbe essere completato entro settembre di quest'anno.
Presenti il sindaco Rodolfo Ziberna, il vicepresidente della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi, il presidente della Fondazione Carigo Alberto Bergamin, il presidente di Fish Fvg Giampiero Licinio, la presidente di Anffas Udine Maria Cristina Schiratti e l’autore del progetto, l’architetto Francesco Portelli. Come spiega Portelli, "gli orti rialzati non sono pensati solo per chi è costretto a muoversi in carrozzina: consentono infatti anche alle persone con disabilità visive di orientarsi grazie alla guida olfattiva offerta dalle varie piante coltivate".
"Viene perseguito così – continua – l’obiettivo di inclusione sociale alla base del progetto". Questi orti sono definiti “altri” perché gli orti urbani esistono già: il progetto vuole integrare quanto è già presente, oggi, in un terreno esteso 8mila metri quadrati in via Merici, nel quartiere di Montesanto. Inoltre, sono previsti dei corsi di formazione e la costituzione di una biblioteca finalizzata all’auto-apprendimento. Se per Bergamin il sostegno di questo genere di progettualità rientra nella mission della Fondazione da lui presieduta, per Ziberna il supporto all’iniziativa rappresenta proprio il segnale che le istituzioni stanno cercando di intervenire per contrastare la disgregazione del volontariato.
Concetto ribadito anche da Riccardi, che riconosce come "tante cose non sarebbero sta affrontate durante la pandemia, senza il supporto del sistema del volontariato". Secondo il vicegovernatore "è importante sviluppare il tema dell'inclusione sulla spinta della legge 41 del 1996, che ha fatto scuola a livello nazionale. Normativa – puntualizza – che deve avere una forte impostazione sussidiaria". Esperienze come gli orti sociali vanno difese e custodite poiché, conclude il numero due della giunta regionale, "rappresentano una parte della storia personale di chi si prende cura di questi pezzi di terra".
Risoluto anche il sostegno da parte dell’Ater, espresso attraverso le parole del suo presidente. Russiani infatti si è detto onorato di far parte del progetto valorizzando l’intuito del suo ideatore. L’ente regionale "fa anche 'altro', oltre a costruire case per chi ne ha bisogno", ribadisce con orgoglio Russiani, confermando la disponibilità dei locali vuoti di sua competenza per le varie attività associative. Sarà quindi garantita alle persone con disabilità prevalentemente motorie la possibilità di svolgere un’attività proficua non solo sotto il profilo della riabilitazione socio-lavorativa, ma anche sotto quello dell’alimentazione, grazie all’accesso a cibi freschi, naturali e sicuri, in quanto auto-prodotti.
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