A Gorizia il viaggio nelle opportunità Ue, «senza conoscenza non c’è Europa»

A Gorizia il viaggio nelle opportunità Ue, «senza conoscenza non c’è Europa»

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A Gorizia il viaggio nelle opportunità Ue, «senza conoscenza non c’è Europa»

Di Lisa Leopoli • Pubblicato il 11 Mag 2024
Copertina per A Gorizia il viaggio nelle opportunità Ue, «senza conoscenza non c’è Europa»

L’obiettivo preposto è stato quello di delineare le vaste opportunità offerte dalle politiche riguardanti la ricerca e l’innovazione sociale.

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La Giornata dell’Europa ricorda annualmente la dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950. Proprio il 9 maggio 2024, il corso di laurea magistrale in Cittadinanza, istituzioni e politiche europee dell'Università di Udine - nell’ambito del ciclo di incontri dedicato a “Il futuro dell’Europa e lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia” - ha dedicato la giornata ad un incontro insieme ad importanti figure nel contesto delle politiche per la ricerca e l'innovazione sociale con ruoli di rilievo sia a livello europeo che nazionale. A moderare l'appuntamento a Gorizia è stato Alex Pessotto, nella duplice veste di giornalista e direttore dell’Accademia Europeista del Friuli Venezia Giulia.

Il tutto in collaborazione con Fondazione Friuli. L’obiettivo preposto è stato quello di delineare le vaste opportunità offerte dalle politiche riguardanti la ricerca e l’innovazione sociale grazie anche ad esemplificazioni tangibili di progetti finanziati dall’Unione Europea, i quali coinvolgono istituzioni della Regione. L’evento, parte del programma di promozione della laurea magistrale, si è svolto nell’aula magna della sede dell’ateneo di via Santa Chiara, proprio con lo scopo di raggiungere più giovani possibili.

Non sono mancati i saluti istituzionali da parte di Francesco Pitassio, delegato per il Centro polifunzionale di Gorizia, e Claudio Cressati, direttore vicario del Dipartimento di Scienze giuridiche e presidente della stessa Accademia Europeista. Quest'ultimo ha voluto sottolineare come l’ateneo sia impegnato da molti anni nel favorire la creazione di insegnamenti dedicati all’integrazione europea dal punto di vista storico, economico e politico. Ad aprire le danze è stato Gabriele De Anna, coordinatore del corso, sottolineando come sia importante sensibilizzare tutto il territorio: «Abbiamo notato una grande diffidenza nell’Unione europea e anche grande ignoranza che forse era la causa della diffidenza».

Per parlare delle politiche comunitarie per la ricerca e per l’applicazione della conoscenza all’innovazione sociale, si sono susseguiti gli interventi,  partire da Ezio Andreta, direttore della Commissione europea e presidente dell’Agenzia per la promozione della ricerca europea (Apre); Daniele Del Bianco, direttore dell’Istituto di sociologia internazionale di Gorizia; Patrizia Quattrocchi, docente dell’Università di Udine e coordinatrice del progetto Marie Skłodowska-Curie Staff Exchange Obstetric Violence; Alberto Soraci, dell’Area Science Park di Trieste, esperto del progetto di ecosistema europeo integrato per la transizione verde North Adriatic Hydrogen Valley ed Enzo Tomellini, già direttore della Commissione europea e capo della segreteria tecnica del Ministero della Transizione energetica.

Quest'ultimo è partito proprio dai giovani, invitandoli a leggere gli articoli due e tre della Costituzione europea, sottolineando inoltre come sia importante costruire un mondo sulla pace e il dialogo. Sentito è stato l’intervento di Andreta, che ha raccontato i suoi primi inizi lavorativi nell’ambito comunitario, riuscendo così a far sognare tutti ad occhi aperti e spiegando come la ricerca sia alla base di tutto. «La ricerca diventa il treno dello sviluppo, la locomotiva per passare da un sistema economico tradizionale ad un'economia basata sulla conoscenza, perché senza conoscenza non c’è Europa», sono state le sue parole, pronunciate con passione e fermezza che sono riuscite a giungere dirette a cuori e mente.

Ha proseguito Alberto Soraci, illustrando l’obiettivo per la creazione di un ecosistema economico, sociale e industriale basato sull'idrogeno, al fine di guidare la crescita economica, generando nuove opportunità di lavoro nel quadro della transizione verde e digitale, andando così a creare le condizioni per una più ampia replicabilità nell’Ue. Quattrocchi ha parlato del progetto Marie Skłodowska-Curie Staff Exchange Obstetric Violence, che tratta della violenza ostetrica, concepita in alcuni casi come un atto dannoso e un trattamento irrispettoso subito dalle donne in travaglio nelle strutture sanitarie di tutto il mondo. Un progetto che unisce non pochi numeri, ma ben 19 organizzazioni in 9 continenti, 40 esperti, 12 università, 2 ospedali pubblici, 3 organizzazioni civili e 2 centri di servizio materno.

Sono diversi gli impatti che l'esperta, insieme a tutto il suo team, spera di ottenere: la progettazione e l’implementazione della piattaforma digitale, il continuo aggiornamento della piattaforma, la progettazione e realizzazione di un programma di formazione innovativo per operatori sanitari e l’identificazione di strategie in grado di mettere in contatto differenti stakeholders. Senza escludere l’obiettivo principale, quello di creare un buon impatto nel migliorare i servizi dell’assistenza al parto.

Sempre nell’ambito dei progetti ha preso la parola Del Bianco, spiegando quali siano i migliori approcci partecipativi per rafforzare la resilienza locale partendo dalla integrazione della conoscenza, la considerazione dei bisogni e delle capacità locali, l’attivazione delle risorse latenti a livello locale fino a giungere alla assicurazione standard Urso (Useful, Relevant, Sustainable, Owned). Infine, nella conclusione della conferenza si è sottolineato nuovamente come condividere la conoscenza sia la chiave per innovare la società.

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