Nuovi poveri e fragilità, a Gorizia la pandemia aumenta i casi di disagio in tutte le fasce d'età

Nuovi poveri e fragilità, a Gorizia la pandemia aumenta i casi di disagio in tutte le fasce d'età

I dati degli aiuti

Nuovi poveri e fragilità, a Gorizia la pandemia aumenta i casi di disagio in tutte le fasce d'età

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 08 Dic 2020
Copertina per Nuovi poveri e fragilità, a Gorizia la pandemia aumenta i casi di disagio in tutte le fasce d'età

Comune di Gorizia, Caritas e Croce rossa a confronto sulla gestione della crisi sociale in atto, gli sforzi per aiutare le persone più bisognose.

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L'emegenza nata dalla pandemia ha portato alla luce molte situazioni di disagio sociale ed economico, fino a prima mantenute "stabili" con fatica e sacrificio. Da febbraio, però, la fragilità di molti è esplosa prepotentemente, anche in un centro come Gorizia. Proprio questo aspetto è stato al centro dell'incontro online "Convergenze sulla fragilità", tenutosi ieri e promosso dal gruppo "I visionari: comunità di impegno politico". Sul tema si sono confrontati Comune di Gorizia, Croce rossa italiana (Cri) e Caritas diocesana, dando un quadro complessivo della situazione locale, che va ben oltre la semplice povertà e presenta molte più sfumature.

"Solo attraverso le fragilità - ha spiegato Ariella Testa, presidente del comitato goriziano della Cri - l’uomo scopre i propri punti deboli e ognuno di noi ne ha al suo interno". I servizi che i volontari mettono a disposizione delle persone sono diversi, sia dal punto di vista economico, sia sociale: dal contributo alle spese per le cure dentali agli occhiali, materiale scolastico, abbigliamento, farmaci di tipo C e l'aiuto agli anziani soli. "Questo tema è forse il più significativo - prosegue Testa -, soprattutto in un periodo come questo". Molti di loro, infatti, hanno bisogno di una mano nelle mansioni di tutti i giorni, ma centrale è anche il supporto psicologico, che riguarda comunque persone di tutte le età.

Alla Croce rossa, poi, si rivolgono anche donne straniere, che spesso non sanno parlare bene italiano. Negli ultimi mesi, il comitato ha stimato circa 5.800 ore di aiuto spese dai volontari, a fronte di 680 accessi all'ambulatorio sociale di via Codelli. Qui operano un chirurgo e una pediatra, che cerca di supportare soprattutto le donne nelle cure dei neonati e nel loro svezzamento. Sono 275 i nuclei familiari aiutati negli ultimi 12 mesi. Un impegno condiviso insieme alla Caritas, con cui la Cri opera in iniziative come l'Empio della solidarietà e dell'infanzia, in via dei Faiti. Strutture che, proprio a causa dell'emergenza sanitaria, hanno visto aumentare le richieste di accesso.

Basta osservare i dati dei centri di ascolto diocesani per capire com'è cambiata la situazione: da febbraio ad aprile si è registrata un'impennata di domande, sia di single che di famiglie. Dalle iniziali 911 richieste si è quindi passati a 1.306 (con un incremento del +43%), dove sono stati soprattutto le persone sole ad aumentare (+80%), mentre le famiglie sono 843. "Chi ci chiede aiuto - ha sottolineato il direttore Renato Nucera - lo fa per chiedere soprattutto viveri, in particolare chi si rivolge a noi per prima volta. Molti lo fanno dopo aver pagato prima tutte le bollette, mutui o affitti, come per un senso del dovere inderogabile". In tutta l'Arcidiocesi, il numero di tessere per gli Empori sono così passati da 499 a 840 nella sola primavera.

Lo stesso negozio di Gorizia ha visto un picco di accessi ad aprile, con 364 utenti. Nel corso della serata, inoltre, sono state raccontate le storie di alcuni di quelli che hanno chiesto una mano all'istituzione, ovviamente in forma anonima. “La pandemia è stata per me un disastro - è la testimonianza di una donna di Gorizia, riportata dal vicedirettore Adalberto Chimera -, mi sono ritrovata a casa senza una sicurezza economica, anche mio figlio ha risentito della situazione a livello scolastico. Io e mio marito abbiamo bloccato i due mutui sulla casa e sull'attività, con i soldi ricevuti dallo Stato abbiamo pagate le bollette e poi ci siamo rivolti alla Caritas. Molte le testimonianze simili, fatte da persone di tutte le età, origini ed estrazioni sociali.

L'amministrazione comunale, rappresentata dall'assessore al welfare Silvana Romano, ha sottolineato il proprio impegno in questo scenario. "Abbiamo ricevuto 12mila euro dal bando regionale per scuola e lavoro - ha ricordato Romano -, a cui abbiamo aggiunto altri 20mila dalle casse comunali e ulteriori 50mila in variazione di bilancio. In questo modo, potremo rispondere alle richieste di oltre 200 famiglie". In vista del Natale, saranno distribuiti anche nuovi buoni spesa per 257 famiglie, di cui fanno parte più di 300 bambini. Proprio sull'aiuto agli acquisti di beni di prima necessità, il Comune ha già stanziato 250mila euro nella prima fase, a cui si aggiungeranno 180mila dallo Stato e ulteriori fondi locali per un nuovo bando.

"Il nostro numero comunale di supporto riceve oltre 200 telefonate al giorno" ha poi aggiunto l'assessore. Tutti e tre i relatori intervenuti hanno quindi evidenziato la necessità di mettere insieme le forze per lavorare a supporto dei più fragili. Sforzi che ancora non bastano, ma che rappresentano comunque un appiglio per molte persone che altrimenti riversebbero in condizioni ancora più critiche. L'attenzione ai "furbetti", in ogni caso, va mantenuta alta, com'è emerso in alcuni casi segnalati negli ultimi mesi dalla guardia di finanza, ma ciò non toglie l'urgenza del tema che riguarda tutti. "Il termine fragilità - ha commentato Nucera - copre tutto l’uomo, indipendentemente dal suo status sociale e grado di ricchezza".

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