DAL FESTIVAL
Nora Gregor rivive nel percorso del Kinoatelje, la città vista dalla macchina da presa in collaborazione con èStoria

Cinque i percorsi proposti dal sodalizio di cui uno dedicato ai più piccoli e due transfrontalieri verso Nova Gorica. Uno sarà presentato al Premio Amidei.
Il grande cinema è passato anche per Gorizia e lo ha fatto con i piedi di una bambina, poi diventata donna e attrice di successo. Nora Gregor, che ha vissuto i primi anni di vita proprio in città, tra il Borgo di Piazzutta e, poi, girando varie abitazioni nell’attuale Corso Italia, è sicuramente una di quelle figure che la città meriterebbe di riscoprire ancora di più. A lei è dedicata la parte centrale, ovvero il piccolo giardino, di Piazza Niccolò Tommaseo, proprio a Piazzutta. Ma a lei è dedicata anche uno dei cinque percorsi, raccontati da altrettante camminate, che ha creato con l’ultimo progetto il Kinoatelje di Gorizia.
In collaborazione con èStoria, nella sua XXIesima edizione, lo stesso Kinoatelje ha realizzato proprio l’uscita sull’attrice goriziana che ha incantato l’Europa nei primi decenni del secolo. I percorsi, quello sulla Gregor lanciata il 3 febbraio, raccontano altrettanti lati della città: a coordinare il progetto e a guidare le passeggiate è Martina Bearzi, classe 1998, che racconta come, oltre al percorso su Nora Gregor vi siano altri sui «grandi cinema della città, un’escursione dedicata ai bambini e due transfrontaliere sui visionari, ovvero chi ha saputo guardare lontano portando il cinema in città, e che sarà lanciata con il Premio Amidei, e l’ultima dedicata alle location dei film».
Nel contempo è stato anche editato nuovamente nella sua seconda edizione il libro “Nostro cine quotidiano”, pubblicato nel 2001 e ripubblicato nel 2025 in formato bilingue a dieci anni dalla scomparsa del suo autore, Sandro Scandolara. A curarne la traduzione è stato Janko Petrovec.
Nell’uscita di questa mattina, condotta abilmente dalla stessa Bearzi, la figura di Nora Gregor ha ripreso vita nei luoghi della sua infanzia, Piazzutta appunto, proseguendo verso lo Staatsgymnasium, nel quale iniziò la passione per la recitazione e il teatro, toccando altri punti come i Giardini Pubblici di Corso Verdi, al cui angolo si trova ancora l’edificio che ospitava il Cinema Edison, per passare al Teatro Verdi e concludersi a Borgo Cinema, in via Rastello.
Una vita disseminata dalla nostalgia verso una casa che, ogni volta che sentiva propria, le veniva tolta e che si concluse ancor più lontano, in Sud America. Nora Gregor, nata Eleonora Hermina Gregor il 3 febbraio 1901 a Gorizia, è stata un’attrice teatrale e cinematografica di rilievo internazionale, la cui carriera ha attraversato l’Europa e le Americhe, riflettendo le complesse vicende storiche del Novecento.
Nata nel borgo di Piazzutta a Gorizia, allora parte dell’Impero austro-ungarico, Nora proveniva da una famiglia di lingua tedesca: il padre, orafo e orologiaio, era di origine boema, mentre la madre era carinziana. Durante la sua infanzia, frequentò il collegio delle suore di Notre Dame, dove emerse il suo talento artistico attraverso recite benefiche e festicciole private. Lo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1915 costrinse la famiglia a trasferirsi prima a Klagenfurt e poi a Graz, in Austria.
A Graz, Nora iniziò a studiare recitazione, debuttando nel 1918 a soli 17 anni. La sua carriera teatrale si sviluppò rapidamente, portandola a esibirsi a Vienna e Berlino sotto la direzione di Max Reinhardt. Partecipò anche a una delle prime edizioni del Festival di Salisburgo, interpretando Beline ne “Il malato immaginario” di Molière.
Parallelamente, intraprese la carriera cinematografica, recitando in film muti come “Gefesselt” (1920) e “Michael” (1924) di Carl Theodor Dreyer, dove interpretò la principessa Zamikoff. Con l’avvento del sonoro, lavorò in produzioni europee e hollywoodiane, tra cui “Olympia” (1930) di Jacques Feyder e “But the Flesh Is Weak” (1932) di Jack Conway. Il suo ruolo più celebre fu quello di Christine de la Chesnaye nel film “La regola del gioco” (1939) di Jean Renoir, considerato un capolavoro della cinematografia mondiale.
Nel 1937 sposò il principe Ernst Rüdiger von Starhemberg, vicecancelliere dell’Austria e oppositore dell’annessione nazista. A causa dell’Anschluss nel 1938, la coppia fu costretta all’esilio, spostandosi prima in Francia, poi in Argentina e infine in Cile. In Cile, Nora recitò nel film “La fruta mordida” (1945) di Jacques Rémy. Morì il 20 gennaio 1949 a Viña del Mar, in Cile, ufficialmente per un attacco cardiaco, anche se alcune fonti dell’epoca ipotizzarono un suicidio, tesi ritenuta improbabile dal suo biografo Hans Kitzmüller.
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