l'incontro
«Non fermiamoci al 2025», il commercio chiede soluzioni a Gorizia

Vertice tra assessore e imprenditori, richiesti strumenti per la mancanza di strutture ricettive.
Il terziario di Gorizia attende il 2025 ma chiede che tutti gli sforzi non si limitino a quella data. L’appello è stato lanciato ieri dal presidente provinciale di Confcommercio, Gianluca Madriz, in occasione della visita dell’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, nella sede di via Locchi. L’esponente della giunta ha incontrato i rappresentanti delle diverse associazioni di categoria, dopo aver fatto tappa all’azienda Ghioni, per un incontro conoscitivo dopo il rinnovo della cariche.
Il rappresentante dei commercianti ha evidenziato le necessità della città, ponendo l’attenzione non esclusivamente sulla Capitale europea della cultura ma soprattutto al dopo. “La città merita di più di quello che sta vivendo - le parole di Madriz - ma la mia non è una critica all’amministrazione comunale. Ci siamo chiusi troppo in una piccola visione”, puntando così a esempi di più ampio respiro come il Patto del Collio. Al tavolo, c’era anche il presidente del mandamento di Cormons, Paolo Vecchiet, già attivo per il nuovo distretto del commercio.
Oltre a quello collinare, le aree individuate dalle amministrazioni per rispondere alla legge SviluppoImpresa sono quelle del Monfalconese e di Gorizia, la quale ha presentato una propria progettazione. “Il prima e dopo il 2025 è tutto da scrivere - ha incalzato il presidente - e dobbiamo farlo insieme. Bisogna far fronte alla crescente richiesta di ospitalità negli alberghi della città e dell’Isontino”, costatando l’ancora troppo esiguo numero di posti letto disponibili. Non una richiesta di costruire grattacieli, bensì “cercare nuovi strumenti”.
In particolare per sfruttare l’ampia disponibilità di immobili sfitti, permettendo ai privati di gestire per 18 anni complessivi - 9 iniziali e altrettanti rinnovabili - la struttura dopo averla valorizzata. “Ci giochiamo l’ultima carta per Gorizia e la sua provincia” secco il numero uno dell’associazione. Dal suo canto, Bini ha rimarcato le importanti opportunità concesse dall’evento internazionale, puntando il dito però anche verso gli stessi operatori: “L’imprenditore deve avere fame”. Ha quindi escluso l’idea che da Trieste possano arrivare fondi a pioggia.
L’obiettivo proposto invece è quello di erogare fondi ai Comuni che abbassano l’imposizione fiscale e i canoni di locazione. “La Regione può aiutare con gli strumenti, ma siamo stati abituati per troppi anni che si investe solo se il pubblico mette una parte. Gorizia deve iniziare a non sentirsi figlia di un dio minore”. Tra le idee, anche quella di poter far accedere la realizzazione di nuove strutture ricettive - dalle 80 camere in sù - alle richieste di contratti di insediamento in Friuli Venezia Giulia, strumento che ha già registrato un positivo bilancio.
In questo modo, si potrebbe garantire contributi a fondo perduto. Prima di raggiungere la sede di Confcommercio, Bini ha fatto tappa all’impresa edile Goni di via Lungo Isonzo Argentina, per un sopralluogo organizzato da Paolo Lazzari ed Ediola Bramo, incontrando anche il presidente di Ater Fabio Russiani, il presidente di Minerva Domingo Bianco e Giulio Mosetti, titolare dello studio legale Mosetti-Compagnone. L’azienda è stata fondata da Mefail Thaqui, giunto dal Kossovo 25 anni fa e capace di creare un'azienda che dà lavoro a 45 dipendenti diretti.
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