le posizioni
Il no del M5s alla riconversione della centrale A2a, «inutile a Monfalcone»
Ieri sera l'incontro con i candidati alle regionali sul progetto, Dal Zovo attacca: «Anche Cisint era contraria».
La conversione della centrale termoelettrica di Monfalcone, sito attualmente alimentato a carbone, e le proposte per un futuro sostenibile a sostegno della transizione energetica tengono banco come temi di discussione anche nella campagna elettorale in vista delle regionali di domenica e lunedì prossimo. È stato Palazzo Veneto di via Sant'Ambrogio a ospitare ieri sera l'incontro "Una centrale turbogas inutile". La conferenza, organizzata dal Movimento 5 Stelle, ha ospitato tra i relatori il coordinatore regionale del Movimento Luca Sut e la deputata Ilaria Fontana presente in videocollegamento.
Presenti anche il candidato al consiglio regionale Gualtiero Pin e la consigliera regionale uscente Ilaria Dal Zovo. Nel primo intervento, Gualtiero Pin ha delineato i principali aspetti urbanistici abbinati all'attività che il M5S ha sviluppato in consiglio comunale a Monfalcone. "Originariamente - sono le parole di Pin - il territorio di Monfalcone era ricco di insediamenti architettonici e naturalistici. Dall'inizio del Novecento, invece, c'è stata un'alterazione delle caratteristiche geografiche originarie del territorio che poi ha lasciato lo spazio agli abbondanti insediamenti industriali".
Per il candidato, in sostanza, non vi è mai stato a Monfalcone un recupero ambientale anche se non sono mancate negli anni delle delibere della giunta comunale precedente sulla rigenerazione urbana della città. "Nel 2019 - spiega l'ex consigliere comunale - è stato approvato il piano regolatore generale intercomunale. Tra le pagine del documento si trova la zona D1 dalla quale emerge che la fascia sud di Monfalcone, estesa per 5 chilometri, è occupata dall'industria affacciata sul mare. Si pensi che il sito di A2a è di 220mila metri quadrati". Pin si è quindi interrogato con i presenti sul cambio della destinazione d'uso del territorio.
Ad ora non esistono progetti di ripristino che prevedano il ritorno delle zone industriali in zone archeologiche o naturalistiche. In definitiva, per Pin l'inquinamento storicizzato da oltre 100 anni a Monfalcone, non permette di pensare così semplicemente all'utilizzo dell'idrogeno come elemento di conversione della centrale: "Non è necessaria la turbogas". "Noi siamo contrari al progetto approvato già nel 2015 - sono le parole di Dal Zovo - siamo stati inascoltati sulla revisione del piano energetico". E sulla realizzazione dell'impianto a gas, "anche il sindaco Cisint era contraria, ora ha cambiato idea forse a fronte delle compensazioni territoriali che ha ottenuto".
Dal Zovo ha in seguito sottolineato che non sono mai stati ottenuti gli studi richiesti dal Movimento sullo stato dei fondali presenti di fronte al parco industriale di A2a. Inoltre i Cinque Stelle richiedono degli studi epidemiologici più puntuali di quelli forniti finora. "L'idrogeno verde non si potrà avere - continua Dal Zovo - viste le infrastrutture attualmente presenti sul territorio. Noi ci domandiamo allora: da dove e come arriverà?". Il coordinatore del Movimento Luca Sut ha parlato della ricerca di alternative attraverso il dialogo avvenuto con la società Terna.
"Non siamo il partito che dice sempre no - dice Sut - anzi, abbiamo proposto di sostituire l'attuale forma di energia impiegata con quella delle fonti rinnovabili. Ci sono diverse opportunità da sfruttare, le promesse elettorali del sindaco Cisint non sono state mantenute". "Vogliamo impedire di far tornare l'Italia al medioevo dal punto di vista ambientale - spiega la deputata Ilaria Fontana - perchè ci sono obiettivi nazionali e internazionali da rispettare in vista delle importanti scadenze del 2030 e del 2050. La transizione ecologica non va rallentata ma sostenuta con coraggio e lungimiranza".
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