NATALE ORTODOSSO
Il Natale di macedoni e serbo-ortodossi illumina il Goriziano: il racconto della festa

A Gorizia e a Kromberk si sono svolte, tra ieri e oggi, le principali celebrazioni per la Vigilia e il Natale ortodosso. Le funzioni proseguiranno in Slovenia fino al 9 gennaio, per Santo Stefano.
Consumati ieri gli ultimi falò epifanici, in molti si stanno già apprestando a rimuovere tutti gli addobbi natalizi, in ossequio al detto popolare «Epifania tutte le Feste porta via». Ma non è così per tutti. Infatti, come in tutto il mondo ortodosso, anche nel Goriziano transfrontaliero si stanno svolgendo in queste ore le celebrazioni del Natale. Festività, questa, che cade in un giorno diverso rispetto a quello dei cattolici per via della differenza tra il Calendario giuliano — ancora in vigore per gli ortodossi — e quello gregoriano, introdotto da papa Gregorio XIII nel 1582. Da allora, la separazione tra le due Chiese si è ulteriormente ampliata con la celebrazione del Natale ortodosso, che cade il 7 gennaio, a differenza di quello cattolico, che coincide con il 25 dicembre.
Anche quest’anno, per quanto riguarda il nostro territorio, i principali luoghi di culto sono la chiesa di Sant’Antonio di Gorizia, per la comunità macedone, e la chiesa della Santissima Trinità di Kromberk, per i serbo-ortodossi. Le celebrazioni sono cominciate a Gorizia con una piccola processione che ha avuto luogo, a partire dalle 15, tra le vie del centro. Come da diversi anni — con l’eccezione dell’ultima volta, quando la sfilata era stata annullata a causa del maltempo — a guidare il corteo sulle note di “Večniot Bog” (Вечниот Бог) è stato il pope Dejan Milovski, da Capodistria, parroco della comunità che vive nell’area tra il Litorale sloveno e la provincia di Udine.
La processione, composta da diverse decine di fedeli di ogni età, si è sviluppata tra via Rastello, piazza della Vittoria, via Oberdan, via Garibaldi, piazza del Municipio, via Mazzini, via Marconi, piazza Cavour e piazza Sant’Antonio. Molti dei partecipanti, preceduti da un piccolo presepe sorretto da due bambini, impugnavano anche le ormai familiari stelle gialle di cartone che, nella loro tradizione, riecheggiano quella che guidò i Magi fino a Betlemme.
Giunti nella chiesetta di Sant’Antonio — messa a disposizione per queste occasioni dall’Arcidiocesi di Gorizia — diversi fedeli si sono recati ad accendere delle candele in uno dei tradizionali portacandele col fondo coperto di sabbia. La messa è stata celebrata alle 16 di ieri, per la Vigilia, e alle 8 di questa mattina. A officiare le funzioni religiose, quest’anno, non è stato più il sacerdote ospite Dončo Ivanov — venuto a mancare appena un mese fa — ma Orce Peshov, parroco di riferimento di Cordenons.
A Kromberk, invece, le celebrazioni per la Vigilia sono cominciate alle 18 di ieri, con la prima messa che ha visto la piccola chiesa della Santissima Trinità così gremita di fedeli da costringerli a occupare anche gli spazi esterni, fino alla strada. Infatti, se la comunità che segue il rito macedone nel Goriziano ammonta a circa duemila persone, quella serbo-ortodossa è molto più numerosa e storicamente radicata. Per questa ragione, il parroco Jerej Miroslav Ćirković ha celebrato ieri sera un’ulteriore messa alle 22, mentre oggi le funzioni si sono svolte alle 5 del mattino, con la Comunione, e alle 10, senza Comunione. Sempre a Kromberk le cerimonie proseguiranno domani mattina, alle 9, con la santa liturgia per la Sinassi della Santissima Madre di Dio, per concludersi dopodomani, alla medesima ora, con la messa dedicata a Santo Stefano.
Tra i simboli più noti della tradizione serbo-ortodossa, anche quest’anno il Badnjak (Бадњак) — l’albero di quercia corrispondente all’abete tipico della tradizione cattolica — ha fatto bella mostra di sé, ieri sera, vicino all’altare della chiesa slovena. L’usanza balcanica vuole che questo venga tagliato la mattina della Vigilia, addobbato per l’occasione per poi essere dato alle fiamme nel corso della notte. Il giorno di Natale, inoltre, viene solitamente festeggiato in famiglia con un lauto pranzo, a conclusione del Digiuno della Natività: il periodo di quaranta giorni durante il quale ai fedeli è proibito il consumo di carne, latticini e, talvolta, anche di olio e vino. Le prossime date previste dal calendario giuliano sono martedì 14 gennaio, quando sarà celebrato il Capodanno, e il 19 gennaio, giorno dell’Epifania ortodossa.
Foto Daniele Tibaldi
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.
_677d697a98b96.jpeg)
_677d697a99325.jpeg)
_677d697a997da.jpeg)
_677d697a9a2c4.jpeg)
_677d697a9a797.jpeg)
_677d697a9ac70.jpeg)
_677d697a9b1b5.jpeg)
_677d697a9b758.jpeg)
_677d697a9bcd6.jpeg)

Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
