Musulmani vestiti al mare, fronte ampio contro il sindaco di Monfalcone

Musulmani vestiti al mare, fronte ampio contro il sindaco di Monfalcone

le reazioni

Musulmani vestiti al mare, fronte ampio contro il sindaco di Monfalcone

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 19 Lug 2023
Copertina per Musulmani vestiti al mare, fronte ampio contro il sindaco di Monfalcone

Le parole del sindaco hanno provocato una levata di scudi da sinistra al Movimento 5 stelle, Calligaris difende: «Polemica ideologica».

Condividi
Tempo di lettura

Non è passata inosservata la dichiarazione del sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, che ha scatenato una levata di scudi da sinistra e Movimento 5 stelle a livello locale e regionale. I primi a commentare la lettera aperta inviata dal primo cittadino alla comunità musulmana locale, invitando a non recarsi al mare vestiti sono stati i consiglieri comunali Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo: “Sembra un'idea presa sull'onda della necessità di voler 'normalizzare' una situazione che ormai è evidente esserle sfuggita di mano, ovvero il numero di cittadini stranieri a Monfalcone, ancora una volta, che si vuole gestire con modalità già dimostrare essere fallimentari che scaricano sulle donne il prezzo da pagare”.

“Nessuno deve dire ad una donna come vestirsi, né il marito, né il referente religioso, né la sindaca. Con queste dichiarazioni non avvicineremo le donne a politiche di emancipazione e di inclusione ma si radicalizzerà lo scontro tra culture e si costringerà le donne a stare a casa, a rinunciare al mare e alla socializzazione, il risultato non sarà certo vederle in bikini. Prima devono essere libere di scegliere come vestirsi, l'emancipazione non si spiega, si pratica”, concludono.

Forte anche il commento di Sani Bhuyian, consigliere comunale di origine bengalese: “Ogni persona ha il diritto di scegliere come vestirsi e come comportarsi in spiaggia, compreso il diritto di fare il bagno con i propri vestiti, se così lo desidera. La libertà individuale nel modo di vestire e di godersi il tempo libero è un principio fondamentale delle società democratiche, In più, la libertà individuale è fondamentale per promuovere una società inclusiva e rispettosa delle diverse culture e usanze. La convivenza pacifica si costruisce attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”.

“È essenziale evitare politiche di propaganda che possano alimentare divisioni o discriminazioni. Dobbiamo promuovere una visione di società basata sull'inclusione, sul dialogo e sul rispetto reciproco, dove ciascuno possa esprimere la propria identità culturale senza paura di pregiudizi”.

"Anziché affrontare problemi reali, come quelli che attanagliano la sanità monfalconese, il sindaco Cisint distoglie attaccando gli stranieri, in particolare chi al mare ci va come ci andavano le nostre nonne fino a metà del Novecento", attacca, in una nota, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti. “Al mare - prosegue l'esponente dem - ognuno ci va come meglio crede, certamente nel rispetto del decoro, e questo non può certamente essere un problema. La polemica montata da Cisint, buona solo a ottenere visibilità sui media nazionali, è assurda e inutile: perché finora non ha detto una parola delle quote che porteranno 400mila nuovi lavoratori nella nostra industria, oppure delle migliaia di famiglie che a breve resteranno sul territorio monfalconese senza medico di base?".

"Perché, anziché imbastire una polemica inutile e strumentale - conclude Moretti - non lavora realmente per un'integrazione degli stranieri regolari che a Monfalcone in questi anni di suo governo sono quasi raddoppiati?". "Se Cisint ci tiene all'igiene delle acque di Marina Julia si preoccupi degli sversamenti di carburante in mare, come successo ad agosto 2022 con relativo divieto di balneazione". Lo afferma in una nota, condivisa dai colleghi di partito, la consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra, Serena Pellegrino. "Alla sindaca non interessa nulla - aggiunge la consigliera - dei diritti dei lavoratori, italiani e stranieri, nei cantieri Fincantieri e nei relativi subappalti, preferisce fare battaglie ideologiche degne di Stati teocratici come Isis".

"In Italia, Paese democratico, si può fare il bagno come si vuole. Se non le va bene, cambi Paese". Anche la consigliere regionale del M5S, Rosaria Capozzi, interviene sottolineando come “con la circolare del 24 luglio 2000, il ministero dell'Interno ha precisato che il turbante, il chador e il velo, imposti da motivi religiosi, ‘sono parte integrante degli indumenti abituali e concorrono, nel loro insieme, ad identificare chi li indossa, naturalmente purché mantenga il volto scoperto’. "Pertanto, tali accessori- conclude la consigliera - sono ammessi, anche in ossequio al principio costituzionale di libertà religiosa, purché i tratti del viso siano ben visibili. Mi auguro quindi che, alle parole scomposte della sindaca Cinsit, non faccia seguito nessuna ordinanza".

“Per ottenere un po’ di visibilità, evidentemente in calo viste le performances del ministro-segretario Salvini, la Lega nostrana non trova nulla di meglio da fare che continuare a prendersela con le persone immigrate, anche utilizzando motivi futili e pretestuosi come quello dell’abbigliamento in spiaggia”, commentano i consiglieri del Patto per l’Autonomia Giulia Massolino, Massimo Moretuzzo ed Enrico Bullian. “Abbiamo alcune domande da fare alla sindaca e ai suoi colleghi di partito: ci piacerebbe sapere, per esempio, se il divieto di andare in spiaggia vestiti varrà solo per i musulmani o anche per tutti gli altri 'foresti'”.

"Una famiglia scandinava che decide di andare al mare a Marina Julia potrà rimanere vestita in spiaggia per proteggere la pelle chiara dal sole? O sarà destinata alle scottature? O ancora: le suore dei monasteri presenti in Friuli-Venezia Giulia saranno ammesse alla spiaggia o per accedervi dovranno rinunciare ai voti?”, concludono. A rispondere è stato il consigliere regionale in quota Lega, Antonio Calligaris. "Le polemiche sollevate dagli esponenti delle Opposizioni appaiono per quello che sono: ideologiche. In Francia, Paese simbolo della laicità e dell'integrazione, per esempio, il divieto di burkini in spiaggia e in piscina è una legge".

"La pratica di recarsi in spiaggia e in piscina vestiti con il burkini e il burka - aggiunge Calligaris - è considerata addirittura una provocazione inaccettabile contraria ai valori laici francesi dal ministro dell'Interno francese, Gérald Darmanin, che non è certamente un leghista. Si tratta di una norma, quella d'oltralpe, motivata sia da motivi igienici che come misura di contrasto al separatismo islamista".

"In spiaggia a Monfalcone non abbiamo neanche il caso dei burkini, le donne musulmane fanno il bagno vestite di tutto punto con il burka. Questi comportamenti – conclude l’esponente regionale della Lega - rafforzano una visione separatista nella nostra società e non sono altro che un mezzo di oppressione esercitato sulle stesse donne musulmane. Quello che sta avvenendo nella situazione particolare di Monfalcone è sintomo di una violazione della libertà delle donne e il sindaco Anna Cisint giustamente lo segnala".

Foto di archivio

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×