Musicisti russi esclusi dall'associazione Lipizer, Gorizia prende posizione

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Musicisti russi esclusi dall'associazione Lipizer, Gorizia prende posizione

Di Redazione • Pubblicato il 18 Mag 2022
Copertina per Musicisti russi esclusi dall'associazione Lipizer, Gorizia prende posizione

Il sindaco: «Senza ripensamento, valuteremo il da farsi». Rojc (Pd): «Arte va protetta dalla guerra».

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La decisione dell'associazione Rodolfo Lipizer di non accettare l'iscrizione di tre musicisti russi al suo prossimo festival, dedicato ai giovani violinisti, ha aperto un acceso dibattito. Non sono mancate le critiche verso lo storico sodalizio e il suo presidente, Lorenzo Qualli, già dopo che una degli esclusi - la 28enne di San Pietroburgo Lidia Kočarjan - ha pubblicato sui social la lettera con cui la sua iscrizione è stata rigettata. "Non una questione personale - le parole del vertice dell'organizzazione - ma ci siamo adeguati alle scelte fatte a livello internazionale anche da altre manifestazioni musicali".

Parole non accolte benissimo da molti goriziani e non solo, senza distinzione di colore politico. Ad intervenire è il sindaco Rodolfo Ziberna, che ha parlato di “esclusione inaccettabile” nei confronti dei tre russi, a causa della guerra in corso contro l'Ucraina. “Si tratta di una scelta incomprensibile quanto inaccettabile - rimarca in una nota - che va contro lo stesso spirito stesso dell’evento che, da sempre, interpreta la musica come strumento di vicinanza fra le genti, di superamento dei confini e di libertà umana e culturale. Non capisco cosa abbia spinto l’associazione Lipizer, una realtà goriziana popolare e di grande prestigio, ad assumere un atteggiamento del genere".

"Da sempre, purtroppo, la prima vittima delle guerre, è la gente comune ma anche gli artisti liberi e colpire loro significa far pagare a degli innocenti crimini di cui non sono responsabili. Anzi, credo che oggi come oggi l’Europa dovrebbe aprire le porte agli artisti russi dando una lezione di libertà e democrazia anziché boicottarli. Tanto più Gorizia che, insieme a Nova Gorica ha vinto il titolo di Capitale europea della cultura per il 2025”. Ha quindi fatto sapere di aver cercato di contattare più volte Qualli, chiedendogli un passo indietro. "Tutti facciamo degli errori ma, per fortuna, il più delle volte abbiamo la possibilità di tornare indietro e di correggerli".

Ricordando l'impegno del musicista, "sarebbe un vero peccato rovinare la sua immagine con questo atto che esclude gli artisti russi dall’evento. È evidente che se non ci sarà un ripensamento, il Comune valuterà il da farsi e sicuramente, perché ci troviamo davvero di fronte a un atto discriminatorio e i rapporti con l’associazione potrebbero cambiare. In attesa di un riscontro da parte dell’associazione, cui ho scritto una lettera in questi termini, porgo la solidarietà della città agli artisti coinvolti che cercherò di contattare direttamente: devono suonare a Gorizia e loro, come tutti gli altri artisti che si esibiranno al concorso saranno assolutamente i benvenuti nella nostra città”.

Anche la senatrice Tatjana Rojc (Pd), condanna il gesto: "Stupisce e addolora profondamente che proprio a Gorizia si sia scelto di distinguere gli artisti tra degni e indegni solo sulla base del luogo di nascita o dell’appartenenza nazionale. Confido in un ripensamento. Non ho mai avuto dubbi a scegliere da che parte stare e ho detto con chiarezza che bisogna aiutare gli ucraini aggrediti, ma sono pure convinta che le espressioni artistiche e la musica in particolare vadano protette più possibile dall’intrusione della guerra. Oggi possono in piena legittimità esprimersi dei filo-putiniani italiani e viene impedito di suonare a una violinista russa”. Kočarjan e gli altri due colleghi erano attesi in città a settembre.

"L'arte dovrebbe superare ogni confine - interviene Roberto Criscitiello, segretario regionale di Rifondazione comunista -. Invece a Gorizia non si riesce a vivere senza muri, ieri un muro ci divideva dalla Yugoslavia, oggi un muro ci divide dalla Russia. Eppure chi ha preso la decisione di escludere la violinista Lidia Kočarjan di San Pietroburgo, Federazione Russa, fa sapere di non intendere nessuna discriminazione, ma solo di allinearsi ad altre associazioni e soggetti culturali in Italia. Evidentemente il pensiero comune nel nostro paese è questo, chi è russo va escluso, non importa se contrario alla guerra e all’invasione".

"Ma in una città che sarà capitale della cultura fra tre anni non dovremmo pensare a unire le persone sotto il denominatore comune dell’arte? Non dovremmo costruire ponti? Non dovremmo parlare un linguaggio comune? Oppure quella candidatura ci serve solo come business? Chiediamo pubblicamente ai responsabili dell’Associazione Rodolfo Lipizer di recedere da questa e dalle altre esclusioni dalla partecipazione al premio Lipizer ai danni di artisti russi, che non hanno nessuna colpa né responsabilità nell’invasione dell’Ucraina. Lo chiediamo in nome dell’Arte" si chiude l'intervento.

Anche la Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia prende posizione. "L'invasione della libera Ucraina da parte della Russia di Putin - così il presidente Alberto Bergamin - è da condannare senza se e senza ma. Ma l'arte e la cultura hanno sempre saputo costruire ponti di dialogo, scambio e comunicazione tra le persone, al di là delle responsabilità dei rispettivi governi. Aggiungo che non è con decisioni come queste che si può realizzare quel salto culturale che Nova Gorizia e Gorizia impongono a tutti noi, a partire da oggi. Sarà mia premura - conclude Bergamin - condividere queste considerazioni con il Presidente del Premio Lipizer".

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